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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Gennaio 2008
 
   
  DONNE, FINANZA E POLITICA: BEPPE PIRODDI, FONDATORE DEL NUMBER ONE E DEL CAFFÈ ROMA, RACCONTA SENZA CENSURE TRENT’ANNI DI VITA MONDANA NELL’AUTOBIOGRAFIA L’AMATEUR (MURSIA)

 
   
   Milano, 7 dicembre 2008 - Beppe Piroddi, per oltre tre decenni protagonista delle cronache mondane italiane e internazionali, racconta nell’autobiografia L’amateur (a cura di Gigi Moncalvo, Mursia 2007, pp. 512, 23,00 Euro) i retroscena della vita mondana italiana e internazionale: dai letti delle donne più belle, ai salotti della finanza che conta, ai locali e ai luoghi più esclusivi. Un amarcord senza veli che, con ironia e autoironia, non nasconde i vizi e gli stravizi dei personaggi più celebri del jet set. Si comincia da Genova, sua città d’origine, dove Piroddi negli anni Sessanta ospitava in collina memorabili feste con ospiti come Paolo Villaggio, Gino Paoli, Luigi Tenco e persino Fabrizio de Andrè, sfortunato giocatore di seven-eleven, pronto a mangiarsi un topino per non pagare un debito di gioco. La Genova delle bische clandestine e delle focose, quanto fedifraghe, signore è troppo stretta per il giovane Piroddi che insieme a Gigi Rizzi e Franco Rapetti, forma un trio di “moschettieri” pronti a dare l’assalto alla Swinging London. Sono loro a imporre il mito del latin lover oltre frontiera: Odile Rodin, Jacqueline Bisset, Brigitte Bardot, e centinaia di altre bellissime fanno da cornice alla vita dei tre moschettieri genovesi, che tra una festa e l’altra non tralasciano qualche puntata al tavolo verde per sfangare la giornata. Fortunato al gioco e in amore, meno negli affari Piroddi, è al centro di una serie di avventure professionali che faranno rumore, sia quando debuttano che quando chiudono. Fonda il mitico Number One, locale cult della Roma degli anni Sessanta, che finisce nel fumo di un attentato dinamitardo (tutti i dettagli nel gustoso capitolo Il Number One e una bomba di nome Kirsten) nel quale non è difficile intravedere la lunga mano della malavita organizzata. Negli anni Ottanta l’ingresso nel mondo della finanza prima con Aldo Ravelli e poi con Sergio Cusani di cui sarà socio nella Imofin, l’istituto immobiliare in seguito travolto dall’inchiesta Mani Pulite che però non lo sfiora. Motivo: “Se Di Pietro mi avesse convocato a Palazzo di Giustizia, la mia presenza nell’inchiesta avrebbe gettato un’ombra su tutta Mani Pulite. I giornali avrebbero dovuto titolare: Beppe Piroddi da Odile a Tonino di Pietro, oppure Craxi, Cusani e il Play boy. Tutta la serietà dell’inchiesta sarebbe andata a pallino”, spiega divertito Piroddi nel libro. L’autobiografia di Piroddi è una galleria di personaggi celebri raccontati senza remore: una memorabile Brigitte Bardot, avara, che offre ai suoi ospiti solo pizzette e accumula risparmi su un libretto postale; Montezemolo versione famiglia che accompagna le sorelle in vacanza a Saint Tropez; l’avvocato Agnelli che vince 3000 dollari a Gigi Rizzi, Gunter Sachs che si rode di invidia per le donne del genovese, Alain Delon che stenta a definire i confini tra i suoi personaggi e la sua persona; Silvio Berlusconi che al ristorante Torre di Pisa di Milano davanti alle bellezze che circondano Piroddi lo apostrofa dicendo: “Tu sei bello. Ma la bellezza poi passa…Il futuro invece sono io”. Tranne poi confidargli in tempi non sospetti : “Senti, ho deciso di avere donne in quantità e a livello industriale…Faccio la televisione!” E l’amateur, più pratico di donne che di business, all’epoca si limitò a un laconico: “Questo è fuori di testa”. Un libro che racconta la storia di un’epoca con le parole e con le immagini di un ricco inserto fotografico dove sono immortalati, tra gli altri: Marina Doria e Diane Von Fürstenberg, David Niven e l’armatore Goulandris, Eunice Kennedy e Roman Polanski; Gianmarco Moratti e Luca di Montenzemolo versione anni Sessanta, Adnan Kashoggi e Anna Falck, Marina Caltagirone e persino un’inedita Claudia Schiffer agli esordi mondani. .  
   
 

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