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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Gennaio 2008
 
   
  I DUE GEMELLI VENEZIANI DI CARLO GOLDONI CON MASSIMO DAPPORTO AL TEATRO MANZONI

 
   
  Milano, 7 gennaio 2008 - Massimo Dapporto interpreta il duplice ruolo di Tonino e Zanetto ne “I due gemelli veneziani” di Carlo Goldoni, diretto da Antonio Calenda. Capolavoro della comicità e della scrittura scenica, il testo offre al protagonista un banco di prova eccezionale, pari a pochi nella storia del teatro. Lo spettacolo – che fa omaggio al genio goldoniano nel trecentesimo della nascita – è la nuova produzione di Noctivagus e del Teatro Stabile del Friuli-venezia Giulia e ha debuttato al Politeama Rossetti di Trieste in prima nazionale il 16 novembre 2007. “I due gemelli veneziani”, vero capolavoro della scrittura comica, s’incentra sull’incanto del gioco teatrale dei simili e degli opposti, portato a livelli altissimi da un Goldoni ormai pienamente padrone delle tecniche della drammaturgia settecentesca e della sapienza scenica di chi il teatro lo scrive, ma sa anche “farlo”, di chi impone agli attori una parte, ma solo dopo averla costruita sulle loro personali potenzialità e inclinazioni. Ne risulta una commedia che, dall’esordio nel 1747 ad oggi, non ha smesso di sorprendere e divertire e sembra immune al peso del tempo. “I due gemelli veneziani” coniuga con sapienza ed equilibrio studio dei caratteri e virtuosismo comico, e contestualmente si lascia percorrere da insolite inquietudini grottesche (non sottovalutiamo l’innovazione della descrizione della morte in scena che Goldoni inserisce nell’ultima parte della commedia) e adombra, forse con qualche malinconia nella conclusione, l’imminente avvento del mondo borghese con i suoi livori e le sue concrete preoccupazioni a cui, purtroppo, il gioioso gioco di scambi e travestimenti è destinato a cedere il passo. «I due libri su’ quali ho più meditato, e di cui non mi pentirò mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro» scrisse Carlo Goldoni: ne “I due gemelli veneziani” c’è tutto un mondo di sentimenti, inquietudini, emozioni e umanissime rivalità e tutto il “ludus" del teatro (fatto di equivoci, frenesie, mascheramenti, malintesi) che il grande autore veneziano usava con tanta destrezza. E sebbene il plot abbia radici lontane (nell’antica tradizione latina, nelle commedie plautine e terenziane quali i “Simillimi” o i “Maenechmi”) il genio goldoniano riesce a donargli in un soffio l’universalità. Su questo terreno si muove Antonio Calenda - concertatore di un allestimento in equilibrio tra realismo e fantasia – dirigendo un cast che saprà armonizzare sensibilità di analisi e virtuosismo interpretativo. Di assoluta centralità il ruolo del titolo che Goldoni scrisse nell’intento di mettere in luce le doti del Pantalone Cesare d’Arbes: «Per meglio consolidare la sua fama – scrive infatti l’autore nei “Mémoires” – bisognava farlo brillare a viso scoperto; era quello il mio disegno, il mio principale scopo. [. ] Io lavoravo per lui a una commedia intitolata “I due gemelli veneziani”. Avevo avuto abbastanza tempo e modo per esaminare i vari caratteri personali dei miei attori. In D’arbes avevo notato due movimenti opposti e soliti nel suo aspetto e nel suo giuoco. A volte era l’uomo di mondo più ridente, brillante e vivace; a volte assumeva l’aria, i tratti, i discorsi d´un sempliciotto, d´un balordo: e quei mutamenti accadevano in lui naturalmente, senza che ci pensasse. Tale scoperta mi suggerì l’idea di farlo comparire sotto quei due aspetti nello stesso lavoro». E questo sarà il compito a cui è atteso uno degli attori più versatili e completi che oggi vanta la scena italiana, l’ottimo Massimo Dapporto. Maturo nell’espressività, darà vita al paradosso di Zanetto e Tonino, giostrandosi fra i loro opposti caratteri e sintetizzando in un unico corpo il ruolo di antagonista e protagonista, comico e spalla. Accanto a lui si muoverà un nutrito cast di attori di consolidata esperienza. .  
   
 

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