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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Gennaio 2008
 
   
  ANIMALI: LA COMMISSIONE EUROPEA CONFERMA IL BANDO DAL 2012 PER LE GABBIE DI BATTERIA USATE NELL’ALLEVAMENTO DELLE GALLINE OVAIOLE. L’8 E IL 9 MARZO 2008 LA LAV SARA’ IN PIAZZA PER CHIEDERE AL GOVERNO ITALIANO

 
   
   L’applicazione Della Direttiva Ue. La Lav ha appreso con soddisfazione la decisione della Commissione Europea di confermare la Direttiva Europea di bando dell’allevamento delle gabbie di batteria per le galline ovaiole, dal 2012. Questa decisione segue l’adozione di un rapporto della Commissione Ue sulle gabbie di batteria per l’allevamento delle galline, ed è la logica conseguenza delle evidenze scientifiche che mostrano le sofferenze qui sono sottoposte le galline allevate in questo tipo di gabbie, e del rifiuto dei consumatori nei confronti di questo cruento sistema di produzione. “Esprimiamo grande apprezzamento per la posizione della Commissione Europea in merito alla conferma dell’abolizione delle gabbie di batteria al 2012, perché è la conferma che abolire le gabbie di batteria è doveroso sia per le galline ovaiole, sia per l’opinione dei consumatori che hanno più volte espresso la condanna di questo sistema di allevamento cruento e irrispettoso degli animali – dichiara Roberto Bennati, Vice Presidente Lav – E’ stato respinto al mittente il tentativo dell’industria avicola di cancellare il bando di tale sistema di allevamento ed ora sarà necessario che l’industria effettui la riconversione verso sistemi non in gabbia maggiormente apprezzati dai consumatori”. “Gli studi della Commissione europea hanno smentito le cifre catastrofiche diffuse dall’industria avicola sull’impatto economico di questa riconversione, – prosegue Bennati – e gli studi scientifici hanno chiaramente dimostrato che le galline non in gabbia si ammalano di meno fornendo anche uova migliori”. Le galline allevate nelle gabbie in batteria non hanno la possibilità di esprimere il loro comportamento naturale, come spiegare le ali, fare bagni di polvere, appollaiarsi o razzolare il terreno in cerca di cibo, perché le gabbie metalliche nelle quali sono poste hanno le dimensioni di un foglio A4 (21 x 29 cm ca. ). Studi scientifici hanno evidenziato che questo tipo di allevamento intensivo crea notevoli problemi alle galline, tra cui numerose gravi patologie. I consumatori europei stanno sostituendo l’acquisto di uova provenienti da allevamenti in gabbia, con quelle da allevamenti biologici o da galline allevate all’aperto o a terra, e in alcuni Paesi le uova provenienti da allevamenti in batteria stanno scomparendo dagli scaffali dei supermercati. Anche in Italia le uova prodotte da galline non in gabbia stanno progressivamente sostituendo le uova provenienti da galline allevate in gabbie di batteria. “Le istituzioni italiane facciano tesoro della pronuncia della Commissione Ue e sostengano attivamente la riconversione verso allevamenti non in gabbia, dando un concreto segnale politico ed economico verso un maggior benessere degli animali in allevamento, perseguendo da subito l’applicazione della direttiva e raccogliendo l’invito delle Commissione a promuovere l’informazione sui sistemi non in gabbia, al fine di rendere più trasparente e meno fuorviante il sistema di etichettatura che oggi permette di apporre sulle confezioni delle uova in gabbia immagini di galline libere in prati verdi, e relegare le diciture obbligatorie nella parte sottostante della confezione e a carattere quasi illeggibile per il consumatore, ingannando lo stesso sulla provenienza delle uova” conclude Bennati. L’8 e 9 marzo 2008 la Lav sarà in oltre 350 piazze in tutta Italia per chiedere che anche il Governo italiano applichi questa Direttiva entro il 2012, e si faccia promotore della riconversione verso allevamenti senza gabbie. Ai tavoli Lav sarà possibile firmare una petizione per sollecitare il rispetto di tale scadenza, e sarà disponibile materiale informativo specifico. Con questa campagna, inoltre, la Lav intende chiedere una più chiara indicazione sulle confezioni di uova. Maggiori informazioni su www. Lav. It. .  
   
 

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