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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Luglio 2006
 
   
  MILANO, TUTELA DEL PARCO DELLE GROANE, DIRITTO DI CRONACA E TRASPARENZA DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI DEL CONSORZIO

 
   
   Milano, 3 luglio 2006 – Di seguito riportiamo il testo della la lettera della giornalista Ombretta Tiziana Rinieri inviata all’attenzione di numerosi indirizzi pubblici nonché associazioni ambientaliste in merito al Parco delle Groane, la nota oasi ambientale situata ai confini di Milano:
“ Agli Ill. Mi Sindaci del Consorzio Parco Groane; Al Presidente della Provincia di Milano Filippo Penati. Al Cda Consorzio Parco Groane; epc Alle Associazioni Wwf; Legambiente; Lipu; Fai; Amici Di Castellazzo. La sottoscritta Rinieri Ombretta Tiziana, giornalista professionista, porta a conoscenza i sindaci, il consiglio d´amministrazione e le associazioni ambientaliste interessate alla tutela del Parco delle Groane che dall´inverno 2004/2005, nell´ambito di un´inchiesta giornalistica sull´area verde protetta a livello regionale, che ha toccato e tocca gli aspetti naturalistici, ambientali, amministrativi e politici dell´area protetta, chiede agli organi di vigilanza e tecnici informazioni sulla regolarità o meno di alcune situazioni non chiare riscontrate nel Parco. Tali richieste, a oltre un anno di distanza, non sono ancora soddisfatte. Tre le situazioni su cui si è concentrata l´attenzione di questa cronista: a) l´abbattimento e sradicamento di alberi vicino alla recinzione esterna della Villa San Carlo Borromeo, a Senago, lungo il canale Villoresi, il successivo deposito di terra lungo tale recinzione in quantità tale da alterare in altezza e in larghezza il sentiero di immissione nel Parco, lo scavo e la costruzione di un box in un´area nascosta del Parco. Ho mostrato e inviato fotografie via internet al comandante della vigilanza del Parco chiedendo spiegazioni. L´unica risposta ricevuta è stata che aveva girato per competenza la segnalazione al tecnico (vedi allegato del giugno 2005) e l´invito alla mia persona di informare il comune di Senago (che non ho seguito, ritenendo che fosse un suo preciso dovere farlo, dato che è prerogativa della vigilanza collaborare con i comuni del territorio); b) l´arrivo durante l´inverno 2004-2005 e l´estate 2005 su un terreno tra Mascagni e il campo di baseball a Senago, di camion con tonnellate di terra; c) il controllo dei confini del Parco in via Groane, a Senago, dell´asfaltatura di quella che prima era una zona a verde con realizzazione di parcheggio a completamento di un complesso residenziale da parte della società La Contea - Aurnia. Passati mesi in paziente attesa di risposta, durante i quali avevo chiesto spiegazioni su Villa Borromeo perfino all´ex presidente William Ricchi (che mi parlò di un ipotetico locale pompe per pescare dal Villoresi l´acqua necessaria a innaffiare il giardino), interessavo a dicembre la consigliera del Parco Claudia Adreani, con delega all´agricoltura e col ruolo all´interno del Consorzio del controllo delle pratiche edilizie presentate dai privati. La consigliera Adreani, chiedeva immediate spiegazioni al funzionario tecnico e al responsabile della vigilanza del Parco (con cui faceva anche un sopralluogo), rispondendomi che secondo tali organi era tutto regolare. Invitavo allora a mia volta la consigliera Adreani a rivisitare con me le situazioni, mostrandole anche le fotografie scattate nel corso dei mesi e l´e. Mail girata alla Vigilanza. La consigliera, sorpresa dalle incongruenze e intenzionata a chiarire ogni cosa, nello stesso mese di dicembre 2005, organizzava un incontro a tre con il funzionario tecnico del Parco. In quell´occasione visionando la pratica della Villa Borromeo facevo notare alla dssa Adreani e al funzionario la difformità tra lo stato reale del locale realizzato ex novo fuori dalla recinzione e la richiesta dei lavori, presentati in oggetto come "restauro". Adreani chiedeva al tecnico le fotografie della situazione prima dell´ipotetico restauro, perché nella pratica non c´erano. Il tecnico non ha saputo rispondere. Inoltre i disegni dell´architetto della Villa mostravano un locale interrato con scaletta discendente, mentre invece l´opera è stata eseguita a livello del terreno e solo successivamente sotterrata con della terra importata. L´autorizzazione al restauro da parte della soprintendenza portava la data del 21 giugno 2005, in epoca successiva alla costruzione del box. In evidente difficoltà a rispondere alle obiezioni che gli ponevo, il funzionario disse che avrebbe provveduto a fare i controlli necessari (?!!!). Sulla questione della terra il tecnico affermava che vi erano state delle sanzioni con l´indicazione di ripristinare la situazione preesistente. Ma non mostrava alcun documento a riprova di tale affermazione. Alla richiesta sulla provenienza e la salubrità di tale terra, il tecnico non sapeva rispondere. Ricordavo allora che il precedente della terra inquinata sequestrata a Senago durante i lavori della Sp119 avrebbe dovuto suggerire un po´ di prudenza. Sul terzo caso, la consigliera Adreani spiegava che il Consorzio aveva dibattuto a lungo con la giunta Pogliani del comune di Senago sull´inopportunità di far costruire un nuovo complesso residenziale in via Groane per mancanza di parcheggi e la presenza in loco di un altro condominio con numerose famiglie, già in difficoltà per i posti auto. E menzionava una lettera con le osservazioni inviata dal Consorzio al Comune, che però non mi è mai stata mostrata, pur avendolo richiesto al funzionario. Sui confini del Parco in via Groane e sulla legittimità dell´asfaltatura e del parcheggio realizzati su quella che prima era un´area a verde, il funzionario tecnico affermava di non essere in grado di esprimersi. Concludendo che sarebbe uscito a fare le misurazioni. Nel febbraio scorso la dssa Adreani ha chiesto al responsabile della vigilanza come procedevano i controlli sulle questioni poste. Il funzionario le rispondeva di non poterla informare "perché lei non era titolare di un interesse legittimo" (intervista "La Prealpina" - 26 febbraio 2006"). Si deve concludere che a oggi le richieste su fatti di interesse pubblico quali le costruzioni nel parco o le violazioni di norme ambientali, sono ancora insoddisfatte. Mentre generiche e inconcludenti sono sempre state le risposte del responsabile della vigilanza su questi temi. Ecco alcuni esempi: Perché sono stati sradicati gli alberi e portata la terra? - "Ho girato la sua domanda al tecnico che sta verificando". Quel locale è regolare? - "Ci sono delle richieste per lavori già presentate da tempo. Il tecnico le sta tirando fuori tutte e ci vorrà del tempo per vagliarle" (ed è passato un anno). Avete ultimato i controlli? "I procedimenti amministrativi sono ancora in itinere"; Quando terminerà la procedura? - "Non si sa. La proprietà ha eccepito supporti di legge"; Quali? - "Stiamo aspettando un parere tecnico dagli organi competenti". Quali sono gli organi competenti? - "Non la riguarda" . Tali risposte generiche e il lungo lasso di tempo dalle segnalazioni a oggi non soddisfano il diritto di cronaca, che non può attendere sine die la burocrazia, mentre si ricorda che la sottoscritta è tenuta al dovere del controllo delle fonti al fine di scrivere e far pubblicare notizie vere e fondate. Incredibile aver dovuto assistere allo scavo, costruzione e sotterramento di un locale nel Parco pur avendo segnalato i lavori alla vigilanza fin dal loro inizio, senza aver mai ricevuto in questi mesi una spiegazione plausibile sulla loro regolarità o meno. Il 2 marzo 2006 mi risolvevo a chiedere visura e copia delle pratiche. Con raccomandata del 15 marzo il Consorzio mi ha negato l´accesso agli atti, perché la sottoscritta non avrebbe un "interesse legittimo alle carte" relative a "procedimenti amministrativi ancora in itinere", peraltro coperti dalla privacy. A nulla sono valse le mie proteste verbali con i funzionario amministrativo e con il segretario del Parco. Sicché si è ora proposto ricorso al Difensore Civico Provinciale, Avv. Maria Grazia Fiore. Da tutta questa vicenda si percepisce una preoccupante mancanza di trasparenza sull´attività di tutela del Parco delle Groane e una mancanza di chiarezza e di certezza sull´interpretazione delle norme giuridiche che regolano l´attività del Consorzio. Mancanza di chiarezza e certezza del resto emersa anche nelle ultime Assemblee consortili, di cui questa cronista è stata testimone. Chiedo quindi un intervento del consiglio d´amministrazione e dell´Assemblea consortile per migliorare tale percezione di trasparenza dell´attività del Parco delle Groane ed evitare che continui a essere ostacolata la libertà di cronaca e il mio diritto-dovere del controllo delle fonti previsto dalla legge 63/69 sull´esercizio della professione giornalistica. Si ritengono le carte relative a pratiche edilizie e sanzioni per abusi ambientali nel Parco di interesse pubblico, prive di informazioni sensibili tutelate dalla privacy e che dovrebbe essere interesse del Consorzio rendere pubblica la propria attività di perseguimento contro gli abusi nell´area protetta. Anche nei dettagli, qualora questi vengono richiesti da un giornalista che svolge seriamente la propria professione nel rispetto di tutte le competenze. Come è stato nel mio caso. Ringraziando anticipatamente, porgo Cordiali saluti.
Ombretta Tiziana Rinieri
Senago, 12 aprile 2006" . .
 
   
 

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