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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Gennaio 2008
 
   
  LELLA COSTA PRESENTA IL SUO ULTIMO MONOLOGO AMLETO

 
   
  Milano, 21 gennaio 2008 - Teatridithalia e Teatro Carcano (rinnovando la collaborazione già sperimentata per gli spettacoli di Paolo Poli) presentano a Milano Amleto, l’ultimo monologo che l’attrice Lella Costa ha allestito con la complicità del regista Giorgio Gallione; prodotto da Irma Spettacoli, lo spettacolo è in tournée nelle piazze italiane fino a marzo 2008. Si tratta di un percorso costruito con rigore e passione nei meandri del capolavoro shakespeariano, per raccontarlo, analizzarlo, fermarsi a riflettere e stupirci con le innumerevoli suggestioni che ne scaturiscono. Una rilettura fedele che parte da lontano, dalle antiche leggende cui s’ispirò Shakespeare per arrivare a Italo Calvino, Emily Dickinson, Sylvia Plath e Petrolini. Con ironia e passione Lella Costa entra nei panni e nelle parole di Amleto, di Ofelia e degli altri personaggi, senza smettere mai di essere intensamente se stessa. «Amleto è una spugna – spiega Gallione - contiene politica e tragedia d’amore, studio psicologico e dramma familiare, violenza e morale, follia e metodo, eccentricità e malattia, pace e guerra. Le antiche leggende raccontano l’esistenza di un Amleto addirittura in epoca anteriore a quella di Cristo. Così Amleth o Amlodi o Amlaghe, l’idiota, il matto è presente nelle saghe degli inizi del mondo (esplodere o implodere, questo è il problema, scrive Italo Calvino) e in ogni tradizione arcaica: dalla Persia all’Islanda, dalla Grecia alla Danimarca. Perché la vicenda di Amleto fa parte di quella grande enciclopedia del narrabile, di quel “Padre dei racconti” che contiene la radice di tutte le storie umane. E sempre, dall’antichità fino a Shakespeare e in ogni riscrittura contemporanea, Amleto è rappresentato come il primo degli intellettuali infelici, cerniera tra mondo arcaico e nuovo sapere, tra Medioevo e modernità; un giovane colto e melanconico che, astutamente armato di simulata follia, lavora alla ricerca della verità o della vendetta. Da qui parte il nostro Amleto, dal contratto di finzione tipico di ogni racconto, dalla semplice e pura magia del narrare che è ancor oggi l’essenza del teatro, da una vicenda che nasce dall’ombelico del mondo e che viaggiando nel tempo e nello spazio ancora ci riguarda e ci emoziona, da un palcoscenico nudo che, come ai tempi di Shakespeare, tutto può evocare». Oltre a Giorgio Gallione – che già aveva diretto l’attrice nel 2005 in Alice, una meraviglia di paese - questo Amleto conta altre collaborazioni insostituibili: Massimo Cirri, autore che lavora al fianco di Lella da ormai vent’anni, il pianista Stefano Bollani, autore delle musiche originali, lo stilista Antonio Marras per i costumi e Guido Fiorato per le scene. Dalla rassegna stampa: L’attrice, diretta da Giorgio Gallione, chiama in causa le antiche fonti medievali di Shakespeare, Amleto come fool e come simulatore che vuole portare alla luce trame oscure, la depressione il prozac, il “pallido prence” di Petrolini. Ma questa volta rispetto ai precedenti viaggi di narrazione dedicati alla Traviata, a Otello, ad Alice, c’è qualcosa di più della capacità di intrattenere facendo pensare. C’è un identificazione forte col protagonista, più ancora che con le donne della tragedia. È con Amleto, con le sue domande, essere o non essere, fingere la follia o affrontare una realtà stridete, che l’attrice ci regala momenti di fiato sospeso. Tronca la sua svelta e accattivante parlantina e ci trasporta in atmosfere intense, piene di risonanze, risucchiata dal fascino e dalla malia del personaggio e delle parole di Shakespeare. Le domande rimbalzano su quel palcoscenico squassato, antiche e sempre urgenti. Massimo Marino, Hystrio .  
   
 

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