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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Gennaio 2008
 
   
  DIRETTIVA NITRATI VERSO UN ACCOGLIMENTO LE RICHIESTE DEL VENETO

 
   
  Campodarsego (Pd) - Sembrerebbe avviarsi verso una soluzione positiva la questione legata alla Direttiva Nitrati. La Commissione Europea, infatti, pare intenzionata ad accogliere le richieste della Regione del Veneto per quanto riguarda una sospensione al procedimento di infrazione aperto nei suoi confronti e di concedere una proroga della scadenza dei termini per la presentazione degli adempimenti previsti dalla Direttiva che riguardano sostanzialmente la riduzione del potenziale inquinante. Lo ha annunciato il 20 gennaio a Campodarsego Michael Hamell,capo dell’Unità Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea intervenuto al convegno “ Direttiva Nitrati. Filo diretto Veneto Bruxelles”. L’incontro, organizzato dalla Commissione agricoltura del Consiglio Regionale del Veneto presieduta da Clodovaldo Ruffato, ha avuto proprio come obiettivo quello di dimostrare ai rappresentanti europei la validità di quanto fatto dalla regione sia per quanto riguarda la delimitazione delle aree vulnerabili sia per le misure di applicazione della direttiva. Quest’ultima risale al 1991 ed è stata presa “sottogamba” nel nostro Paese al momento della sua approvazione; essa stabilisce che debba essere garantita una equilibrata fertilizzazione azotata dei terreni, non facendo distinzione tra apporti dovuti al liquame zootecnico e quelli dovuti al letame, comprendendo nelle zone definite vulnerabili (e il Veneto è considerato dalla Commissione tutto vulnerabile) anche i concimi di sintesi nel bilancio della fertilizzazione totale. Si tratta di un obbligo divenuto oggi stringente, il cui mancato rispetto comporta il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea, con avvio formale della procedura di infrazione, e la sospensione dei pagamenti per tutti i principali interventi comunitari in agricoltura. L’italia è quindi impegnata a rispettare le scadenze degli adempimenti, sotto il profilo formale e sostanziale, ma gli obblighi che essa comporta possono avere conseguenze pesantissime sul sistema allevatoriale del Veneto, il più evoluto del Paese. Per far fronte ai vincoli della normativa , è stato calcolato che servirebbe un investimento di risorse complessivo di circa 500 milioni di euro, tra finanziamenti pubblici e privati, per attivare azioni e processi di vario tipo che consentano di equilibrare apporto azotato e superficie, anche trasformando parte del problema dei reflui in risorsa energetica. Per quanto riguarda la delimitazione delle “zone vulnerabili” il Veneto ha ricompreso oltre il 61% di tutto il territorio di pianura e delineando anche alcune zone della montagna veronese, in accoglimento delle richieste della commissione europea. Concludendo il dibattito l’assessore all’ambiente della Regione del Veneto Giancarlo Conta ha ribadito che la Regione è fortemente impegnata in un dialogo stretto con la commissione europea per cercare di recuperare il troppo tempo perduto e dare risposte concrete ad una situazione che potrebbe avere conseguenze dirompenti per la nostra agricoltura. Una realtà questa- ha sottolineato- che vede il Veneto al primo posto in Italia per quanto riguarda l’allevamento bovino da carne, nell’avicola, nella cunicoltura e ai vertici nella zootecnia di latte. Purtroppo –ha precisato Conta- ha pesato il fatto che per molto tempo siamo stati al traino di decisioni nazionali che ci hanno di fatto penalizzato. Oggi è quanto mai importante l’impegno di tutti in una logica di cooperazione e collaborazione, sapendo che comunque la direttiva nitrati deve essere applicata e quindi gli interventi conseguenti essere realizzati. Come Regione – ha concluso conta- ribadisco l’impegno e il sostegno per risolvere al più presto questa situazione per la quale ricordo sono a disposizione, per quanto riguarda le risorse, i fondi del Programma di Sviluppo Rurale e altre normative come quella per il disinquinamento della laguna. .  
   
 

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