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Notiziario Marketpress di Mercoledì 30 Gennaio 2008
 
   
  SANITA’. MARTINI: “SERVONO PROCEDURE CHE CONTRASTINO LA MOLTIPLICAZIONE E LA DIFFUSIONE DELLA LEGIONELLOSI”

 
   
  Venezia, 30 gennaio 2008 - Migliorare la gestione del rischio biologico da legionellosi in base a evidenze tecnico scientifiche, alle normative internazionali, ai protocolli europei e alle linee guida regionali e soprattutto definire ruoli, competenze e modelli di intervento omogenei all’interno dell’organizzazione delle Aziende Ulss in ambito di prevenzione e di controllo. Sono questi gli obiettivi del convegno dedicato alla “Prevenzione ed al controllo della legionellosi nelle strutture sanitarie e alberghiere regionali” promosso stamane dall’assessorato alle Politiche sanitarie e dal Sistema epidemiologico regionale presso la scuola di San Giovanni Evangelista a Venezia. “L’argomento - ha spiegato nella sua introduzione Francesca Martini, assessore alle Politiche sanitarie - desta molto interesse sia per i risvolti di carattere sanitario sia per le conseguenze legate al turismo. La legionellosi, per quanto non sia frequentissima, ha una elevata letalità e purtroppo ogni anno dobbiamo fare i conti con qualche caso mortale nelle nostre zone. E’una malattia batterica acuta che presenta due manifestazioni cliniche diverse: una forma polmonare (la malattia del legionario) e una forma febbrile senza interessamento polmonare (febbre di Pontiac). Sono state identificate diverse specie di legionella, ma è la legionella pneumophila la più frequente. Il battere sopravvive per mesi nell’acqua distillata o di rubinetto, la trasmissione avviene per via aerea, tramite aerosol infetto, mentre non è stata finora documentata la trasmissione interumana. ” Prosegue Martini: “Fattori a rischio sono l’età avanzata, il fumo di sigaretta, l’etilismo, la presenza di patologie croniche come il diabete mellito, le gravi situazioni di immunodeficienza come nei casi di chi ha subìto un trapianto d’organo. Un’attenta disamina dei dati epidemiologici mondiali, europei e nazionali evidenzia che la malattia è ora in espansione. Nel nostro Paese nel 2007 sono stati notificati oltre 800 casi di legionellosi, la maggior parte in Regioni del nord e del centro. I casi nosocomiali sono stati 78, pari al 9 per cento dei casi totali notificati. Il tasso di letalità dei casi ospedalieri è stato del 33,3 per cento, molto più elevato rispetto al tasso dei casi domiciliari che è stato del 5,8 per cento. Il rischio di epidemie, inoltre, per gli ospiti in strutture assistenziali residenziali è tuttora elevato. Nella Regione del Veneto sono registrati 60/80 casi l’anno. ” Emerge, pertanto, la necessità che siano adottate procedure che contrastino la moltiplicazione e la diffusione del batterio nelle fasi di progettazione, istallazione, funzionamento e manutenzione degli impianti idrici e di condizionamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie. “C’è insomma l’urgenza – conclude l’assessore Francesca Martini - che i luoghi che accolgono a vario titolo delle persone adottino le opportune misure di prevenzione e di controllo della malattia: ritengo, pertanto, che sia di particolare aiuto coordinare le attività degli operatori delle strutture pubbliche sanitarie, socio sanitarie e turistico ricreative del territorio regionale per la sicurezza della salute pubblica. ” .  
   
 

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