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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Febbraio 2008 |
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PARLAMENTO EUROPEO, POSTE: FINE DEI MONOPOLI, MA NON DEL SERVIZIO UNIVERSALE
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Bruxelles, 5 febbraio 2008 - Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva che completa la liberalizzazione dei servizi postali a partire dal 1° gennaio 2011, aprendo alla concorrenza gli invii di plichi di peso inferiore a 50 grammi. Intende poi garantire un servizio universale a prezzi ragionevoli, per cinque giorni la settimana e norme di qualità ben definite, anche nei tempi di consegna. Esige inoltre un´adeguata gestione dei reclami per smarrimento o perdita e stabilisce norme dettagliate per l´assegnazione dei servizi. Approvando la relazione di Markus Ferber (Ppe/de, De), il Parlamento ha adottato definitivamente la direttiva sui servizi postali. Ha infatti sottoscritto la posizione comune definita dal Consiglio che riprende, in tutto o in parte, la maggioranza degli emendamenti proposti dai deputati in prima lettura. La direttiva - che segna l´ultima fase del graduale processo di apertura del mercato postale avviato nel 1997 - potrà quindi essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entrare presto in vigore. La proposta avanzata dalla Gue/ngl di respingere in blocco la direttiva - ritenuta il risultato della «volontà ideologica di procedere a tappe forzate verso la liberalizzazione totale del settore» senza nessuna seria analisi d´impatto - è stata respinta dall´Aula con 86 voti favorevoli, 549 contrari e 18 astensioni. Liberalizzazione dal 1° gennaio 2011 - Con la liberalizzazione degli invii di plichi di peso inferiore a 50 grammi, gli Stati membri non potranno concedere né mantenere in vigore «diritti esclusivi o speciali per l´instaurazione e la fornitura di servizi postali» (raccolta, smistamento, trasporto e distribuzione degli invii postali). Si tratta, in sostanza, del tramonto dei monopoli statali, sottolineato anche dal fatto che la definizione di "rete postale pubblica" è stata sostituita da quella di "rete postale", tout court. L´apertura del mercato, come richiesto dal Parlamento europeo, avrà luogo a partire dal 1° gennaio 2011, due anni più tardi di quanto proposto in origine dalla Commissione. In ragione dell´adesione in fase avanzata al processo di riforma dei servizi postali, i nuovi Stati membri (eccetto Bulgaria, Estonia e Slovenia) avranno però la possibilità di prorogare tale data di ulteriori due anni (1° gennaio 2013) se lo ritengono opportuno. Lo stesso vale per Grecia e Lussemburgo, per tenere conto del fatto che si tratta di Stati «scarsamente popolati e di limitata superficie geografica che hanno caratteristiche specifiche tali da condizionare i servizi postali, o con una topografia particolarmente difficile, con un elevato numero di isole». D´altra parte, in considerazione della «natura eccezionale» di tale deroga, la direttiva prevede la possibilità di ricorrere a una clausola di reciprocità in forza alla quale, per un periodo limitato di tempo e per un numero limitato di servizi, sarà consentito agli Stati membri che hanno completato l´apertura dei loro mercati «di non concedere ai monopoli che operano in un altro Stato membro l´autorizzazione di operare sul loro territorio». Servizio universale di qualità, con prezzi ragionevoli e per cinque giorni la settimana La direttiva impone agli Stati membri di garantire la fornitura del servizio universale. Questo dovrà comprendere almeno la raccolta, lo smistamento, il trasporto e la distribuzione degli invii postali fino a 2 kg e dei pacchi postali fino a 10 kg (innalzabile fino a 20 kg), nonché i servizi relativi agli invii raccomandati e agli invii con valore dichiarato. Il servizio universale dovrà essere garantito come minimo per cinque giorni lavorativi a settimana. Fatte salve, tuttavia, le circostanze o le condizioni geografiche «eccezionali». D´altra parte gli Stati membri dovranno garantire che le tariffe di ciascuno dei servizi che fanno parte del servizio universale siano «ragionevoli» e, come richiesto dal Parlamento, permettano di fornire servizi accessibili «all´insieme degli utenti, a prescindere dalla situazione geografica e tenendo conto delle condizioni nazionali specifiche». Gli Stati membri potranno mantenere o introdurre un servizio postale gratuito per gli utenti non vedenti e ipovedenti. I prezzi, inoltre, dovranno «essere correlati ai costi», ma gli Stati membri potranno decidere di fissare una tariffa unica per tutto il territorio per motivi di interesse pubblico. Ciò, tuttavia, non esclude il diritto del fornitore o dei fornitori del servizio universale di concludere con gli utenti accordi individuali in materia di prezzi. Le tariffe, comprese eventuali tariffe speciali, dovranno però essere trasparenti e non discriminatorie. In relazione al servizio universale, gli Stati membri saranno tenuti a garantire la fissazione e la pubblicazione di obiettivi in materia di qualità, in particolare per quanto riguarda «i tempi di instradamento, la regolarità e l´affidabilità dei servizi». Tale compito spetta agli Stati membri per i servizi nazionali ed al Parlamento e al Consiglio per quelli transfrontalieri intracomunitari. Per questi ultimi, peraltro, la direttiva conferma gli attuali obiettivi che prevedono la consegna dell´85% degli invii entro tre giorni lavorativi dalla data di deposito ed entro cinque giorni per il 97% degli invii. Ma «specifiche situazioni infrastrutturali e geografiche» consentono di derogare a tale criteri. Il controllo delle prestazioni dovrà essere effettuato «almeno una volta l´anno» in modo indipendente da organismi esterni ai fornitori del servizio universale e alle condizioni normalizzate che saranno fissate a livello europeo. I risultati di questa valutazione dovranno essere resi pubblici. Agli Stati membri è chiesto di assicurare che tutti i fornitori di servizi postali stabiliscano procedure trasparenti, semplici e poco onerose per la gestione dei reclami degli utenti, «in particolare in caso di smarrimento, furto, danneggiamento o mancato rispetto delle norme di qualità del servizio. Dovranno inoltre garantire che le procedure di reclamo consentano di risolvere le controversie «in maniera equa e celere», prevedendo, nei casi giustificati, «un sistema di rimborso e/o compensazione». Gli Stati membri sono anche chiamati a incoraggiare lo sviluppo di sistemi extragiudiziali indipendenti per la soluzione delle controversie fra fornitori di servizi postali e utenti. Dovranno poi garantire agli utenti, individualmente o collegialmente, di presentare alle autorità competenti i casi in cui i ricorsi non abbiano ottenuto risultati soddisfacenti. In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno provvedere affinché gli utenti e i fornitori di servizi postali ricevano regolarmente dal fornitore o dai fornitori del servizio universale informazioni sufficientemente precise e aggiornate sulle caratteristiche del servizio universale offerto, in particolare per quanto riguarda le condizioni generali di accesso ai servizi, i prezzi e il livello di qualità. Le informazioni dovranno essere pubblicate nel modo appropriato. Al fine di assicurare il servizio universale, gli Stati membri potranno designare una o più imprese che coprano tutto il territorio nazionale. Potranno anche designare più imprese per fornire i diversi elementi del servizio universale e/o coprire differenti parti del loro territorio. Ma dovranno garantire che le condizioni a cui viene affidato il servizio universale «si basino su principi di trasparenza, non discriminazione e proporzionalità, garantendo in tal modo la continuità della fornitura del servizio universale e tenendo conto del ruolo importante che questo svolge nella coesione sociale e territoriale». In merito al finanziamento del servizio universale la direttiva fissa le condizioni cui devono soggiacere gli Stati membri. Questi ultimi potranno anzitutto appaltare tali servizi in conformità alle norme e ai regolamenti applicabili in materia di appalti pubblici. Se però stabiliscono che gli obblighi del servizio universale comportano un costo netto (calcolato in base alla direttiva) e che «rappresentano un onere finanziario eccessivo per il fornitore o i fornitori», potranno introdurre un meccanismo volto a compensare l´impresa interessata a partire da fondi pubblici oppure volto a ripartire il costo netto degli obblighi del servizio universale fra i fornitori di servizi e/o gli utenti. In quest´ultimo caso, potranno anche istituire un fondo di compensazione che può essere finanziato mediante diritti a carico dei fornitori dei servizi e/o degli utenti e amministrato da un organismo indipendente dal beneficiario o dai beneficiari. Le autorizzazioni, peraltro, potranno essere vincolate all´obbligo per i fornitori di servizi postali non universali di contribuire finanziariamente al fondo o di adempiere gli obblighi del servizio universale. Servizi postali non universali - Per i servizi che esulano dall´ambito di applicazione del servizio universale, gli Stati membri potranno introdurre autorizzazioni generali «nella misura necessaria per garantire la conformità alle esigenze essenziali». Queste ultime, riprendendo la proposta del Parlamento in prima lettura, sono definite come «i motivi di interesse generale e di natura non economica che possono portare uno Stato membro ad imporre condizioni in materia di fornitura di servizi postali». Tali motivi, è precisato, «sono la riservatezza della corrispondenza, la sicurezza del funzionamento della rete in materia di trasporto di sostanze pericolose, il rispetto delle condizioni di lavoro e dei sistemi di sicurezza sociale . E, nei casi in cui sia giustificato, la protezione dei dati, la tutela dell´ambiente e l´assetto territoriale». Più in particolare, la concessione di autorizzazioni può, se necessario e giustificato, prevedere l´imposizione di obblighi in merito alla qualità, alla disponibilità e all´esecuzione dei servizi in questione. Può anche essere subordinata all´obbligo di contribuire finanziariamente ai meccanismi di condivisione dei costi o ai costi operativi delle autorità nazionali di regolamentazione e ad un obbligo di rispettare le condizioni di lavoro previste dalla legislazione nazionale. Background - il servizio postale in Italia - Per effetto della normativa di liberalizzazione comunitaria, il mercato si è aperto alla concorrenza di nuovi operatori, attraverso la graduale riduzione nel tempo dell’area di monopolio della società concessionaria Poste Italiane. Attualmente il consumatore può rivolgersi solo a Poste Italiane per inviare lettere che abbiano un peso fino a 50 grammi e che non siano connotati da servizi accessori (come il corriere espresso, che oltre alla maggiore rapidità, offre al cliente il ritiro a domicilio, il recapito nelle mani del cliente, la possibilità di cambiare destinazione o altri servizi personalizzati). In qualità di “Fornitore del Servizio Universale”, Poste italiane è obbligata ad erogare su tutto il territorio nazionale il servizio postale base (universale): raccolta, trasporto, smistamento e distribuzione di invii postali fino a 2 Kg, raccolta, trasporto, smistamento e distribuzione di pacchi postali fino a 20 Kg, i servizi relativi agli invii raccomandati e agli invii assicurati. Poste italiane, società per azioni dal 1998, è partecipata dal Ministero dell´Economia e delle Finanze (Mef) per il 65% e per il restante 35% dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa (a sua volta controllata al 70% dal Mef). Nel 2006 ha avuto una media annuale di 151. 470 addetti (60 mila addetti allo sportello, 43 mila addetti al recapito e 1. 400 operatori del call center) dislocati in 140 filiali e 13. 893 Uffici postali. Per effetto delle direttive di liberalizzazione postale, accanto a Poste Italiane, anche altri operatori possono fornire servizi postali, sia nell’ambito del servizio universale, sia al di fuori dello stesso. Attualmente risultano in attività circa 250 operatori nell’ambito del servizio universale e 1. 300 operatori al di fuori dello stesso (Fonte: sito web del Ministero delle Comunicazioni). . |
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