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Notiziario Marketpress di Martedì 05 Febbraio 2008
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO, CLIMA: VIA LIBERA AL PIANO D´AZIONE DI BALI, MA RIVEDERE LA POLITICA SUI BIOCARBURANTI

 
   
  Bruxelles, 5 febbraio 2008 - Il Parlamento europeo sostiene l´avvio di negoziati in materia di lotta al cambiamento climatico e, sottolineando le responsabilità dei paesi industrializzati, chiede all´Ue di ridurre le emissioni di almeno il 30% entro il 2020. Sollecita anche più fondi per la ricerca, l´inclusione dei settori aereo e marittimo negli impegni di riduzione e la revisione della politica Ue sui biocarburanti. Occorre poi aiutare i Pvs, incoraggiare un´attività forestale sostenibile e sensibilizzare i cittadini. Approvando con 605 voti favorevoli, 45 contrari e 19 astensioni una risoluzione proposta dal presidente della commissione temporanea sui cambiamenti climatici Guido Sacconi (Pse, It), il Parlamento ricorda innanzitutto come il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) affermi che il surriscaldamento globale «è inequivocabile» e che il ritmo sempre più rapido dei cambiamenti climatici «è dovuto all´attività umana e sta già avendo gravi ripercussioni a livello globale». Secondo i deputati, peraltro, «i paesi industrializzati hanno una grossa responsabilità nell´accumulo delle emissioni di gas a effetto serra nell´atmosfera», mentre i paesi e le popolazioni più poveri saranno invece «i più gravemente colpiti da un aumento dell´instabilità del clima». Il Parlamento plaude quindi alla decisione adottata alla Conferenza di Bali (3-15 dicembre 2007) di lanciare negoziati su un accordo internazionale sul clima per il periodo successivo al 2012. Si compiace inoltre che il piano d´azione di Bali contenga un calendario chiaro, la scadenza del 2009 per la conclusione dell´accordo e l´indicazione delle questioni chiave da affrontare nei negoziati. Sottolineando il ruolo guida e costruttivo svolto dall´Ue, il Parlamento deplora tuttavia che nel piano di azione «non sia stato possibile fare riferimenti espliciti alla scienza per quanto riguarda le necessarie riduzioni delle emissioni a effetto serra». D´altro canto, accogliendo con favore il riconoscimento della necessità che i paesi industrializzati realizzino, entro il 2020, riduzioni dell´ordine del 25-40% rispetto ai livelli del 1990, i deputati chiedono politiche e misure «a tutti i livelli», locale, nazionale ed europeo. Queste dovranno garantire all´Ue di conseguire, entro il 2020, riduzioni interne di almeno il 30%, «purché altri paesi sviluppati si impegnino a favore di analoghe riduzioni delle emissioni e i paesi in via di sviluppo economicamente più avanzati forniscano un contributo commisurato alle loro responsabilità e rispettive capacità». Più in particolare, i deputati sollecitano politiche e misure che permettano di impiegare più fondi per la ricerca, lo sviluppo e l´innovazione nell´ambito delle riduzioni delle emissioni dei gas a effetto serra. Ritengono infatti che la promozione di tecnologie più efficaci e meno costose in materia energetica «dovrebbe rivestire elevata priorità». Chiedono quindi «una stretta collaborazione fra governi, imprese, comunità di ricerca e società civile». Inoltre, deplorando che nel mandato di Bali non vi sia un chiaro riferimento alla necessità di adottare riduzioni vincolanti delle emissioni nei settori aereo e marittimo, ribadiscono l´invito ad inserire tali emissioni negli impegni di riduzione dei gas ad effetto serra per il dopo-2012. Anche perché rilevano che il mandato «non esclude misure vincolanti» in tali settori. Il Parlamento chiede poi «un´urgente revisione della politica Ue in materia di biocarburanti» e, in tale contesto, l´accento andrebbe posto sulla sostenibilità del ciclo di vita di ogni biocarburante in termini di riduzioni dei gas ad effetto serra. Nel sottolineare inoltre che lo sviluppo e l´applicazione di strategie nel campo dei biocarburanti come opzione energetica «dovrebbe obbedire pienamente e salvaguardare qualsiasi impatto negativo in materia ambientale, sociale ed economica», invita la Commissione «a proporre standard rigorosi e criteri chiari per la produzione di biocarburanti». Nell´insistere affinché la politica sul clima diventi una priorità in tutte le relazioni esterne dell´Ue, il Parlamento sottolinea che lo sviluppo economico sostenibile «è un diritto per tutti i paesi in via di sviluppo» (Pvs). L´unione europea ed altri paesi industrializzati debbono pertanto aiutarli nella messa a punto di tecnologie sostenibili. Per i deputati, peraltro, «la diversità delle situazioni dei paesi in via di sviluppo dovrebbe riflettersi negli impegni assunti». In proposito, si compiacciono dell´approccio costruttivo ai negoziati adottato dalla maggioranza dei Pvs, nonché del loro impegno ad avviare interventi di mitigazione appropriati a livello nazionale, «promossi e consentiti dalla tecnologia, dal finanziamento e dallo sviluppo di capacità in maniera misurabile, notificabile e verificabile». Nel compiacersi della decisione di avviare un programma di lavoro sugli approcci strategici e sugli incentivi - compresi strumenti basati sul mercato - volti a ridurre le emissioni provenienti dalla deforestazione e dal degrado delle foreste nei Pvs, il Parlamento insiste affinché siano compiuti seri sforzi per incoraggiare l´attività forestale sostenibile, finanziandola adeguatamente e migliorando il trasferimento e l´applicazione di tecnologie pulite. Più in generale, chiede che, nel quadro delle politiche Ue, siano sviluppati strumenti finanziari significativi per aiutare i Pvs a adeguarsi agli impatti del cambiamento climatico e a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra. Per i deputati, inoltre, anche i paesi emergenti dovrebbero accettare limiti sulle loro emissioni, conformi al loro stadio di sviluppo, alle loro economie, al loro potenziale di riduzione delle emissioni e alle loro capacità tecniche e finanziarie. Sottolineano poi che, al fine di mantenere la credibilità del Piano d´azione di Bali, i paesi avanzati dovrebbero concludere partenariati climatici con le grandi economie emergenti come la Cina e l´India, per promuovere una stretta cooperazione sulla riforma della politica energetica e sullo sviluppo di capacità, e sostenere gli investimenti nell´efficienza energetica e nella tecnologia a basse emissioni di carbonio. Nel prendere poi atto dell´iniziativa Usa di convocare altri cinque incontri dei principali produttori di emissioni del mondo, il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri interessati a subordinare la loro partecipazione «alla presentazione di proposte complete da parte degli ospiti in materia di obiettivi di riduzione delle emissioni a breve termine che siano coerenti con gli obiettivi e le finalità dell´Unfccc». Infine, il Parlamento si dice convinto che, per raggiungere questi obiettivi, sarà necessario coinvolgere i mezzi di informazione, «il cui ruolo sarà indispensabile per creare la necessaria sensibilizzazione di massa in merito ai cambiamenti climatici che avverranno a breve e medio termine». .  
   
 

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