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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Febbraio 2008
 
   
  VINO – ZAIA SU DENOMINAZIONE PROSECCO: EVITARE CANNIBALISMO TRA PRODUTTORI

 
   
  Conegliano (Treviso) - “Il Prosecco oggi è un vino importantissimo, per il Veneto e per l’intero Paese, un biglietto da visita enologico che fa concorrenza diretta allo Champagne negli Stati Uniti: dobbiamo evitare fenomeni di “cannibalismo” tra i nostri produttori e agire con grande criterio, evitando turbative di mercato con conseguenze potenzialmente nefaste”. E’ questo l’invito del vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia sulla ipotesi che venga prodotto Prosecco nell’area Doc Lison Pramaggiore. “La richiesta è di per sé legittima – ha affermato Zaia – ma va sentita tutta la base produttiva, soprattutto quella che ha storicamente affermato il Prosecco come vino cult delle Colline Trevigiane e che proprio in questo momento è impegnata per la richiesta di riserva del nome, con la modifica dei confini dell’area di produzione a Denominazione d’Origine. Ritengo che sarebbe stato più sensato proporre la questione dopo il formale avvio della procedura sulla riserva del nome Prosecco, rispetto alla quale siamo i primi ad attivarci in Italia”. “Non dimentichiamo – ha aggiunto – che, degli 8. 700 ettari di vigneti di uva prosecco coltivati in Italia, 8. 300 sono in provincia di Treviso e gli altri sono soprattutto in quelle di Vicenza, Padova, , Belluno, Udine, Pordenone e Trieste. Con il Prosecco noi vediamo le colline che lo producono, dove ci sono circa 3. 300 aziende che coltivano uva Doc, con agricoltori – artigiani che si sono rotti la schiena su un prodotto nel quale nessun altro credeva e che invece grazie a loro ha raggiunti vertici mondiali, con un incremento di prezzo che nel 2007 è stato del 108 per cento, mentre un quarto di secolo fa il veneziano rifiutò di inserire il Prosecco nell’elenco dei suoi vini. Oggi leggo sulla stampa di una riunione con la presenza di un dirigente ministeriale, che stimo, e di un aumento di “due o tre mila ettari” in una situazione di equilibrio delicato, rispetto ad una produzione che oggi è destinata per il 70 per cento al mercato interno e per il 30 per cento all’estero e che richiede programmazione: non vorrei – ha ribadito Zaia - che in un momento di difficoltà del settore enologico si istaurassero fenomeni di cannibalismo”. “Penso che l’on. Scarpa abbia voluto dare un servizio al suo territorio di riferimento – ha concluso Zaia – ma io ho l’obbligo di guardare più in là e sentirò formalmente tutte le parti al tavolo regionale”. .  
   
 

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