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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Febbraio 2008
 
   
  NOVARA: LA NATIMORTALITÀ DELLE IMPRESE NEL 2007

 
   
   Novara, 12 febbraio 2008 - Si accentua la crisi delle manifatture novaresi: secondo la rilevazione Movimprese – Infocamere, diffusa dall’ufficio Studi della Camera di Commercio di Novara, il 2007 si è chiuso con un bilancio negativo per l’industria locale, che ha perso 101 sedi d’impresa, con un saggio di variazione del -2%, che ne ha fatto scendere la consistenza a 4. 733 unità. A registrare le maggiori difficoltà sono stati il sistema moda e il metalmeccanico, entrambi interessati da una notevole riduzione della propria base imprenditoriale. Il tessile-abbigliamento, in particolare, perde 21 aziende (-2,8%), mitigando, senza riuscire tuttavia ad arrestare, la moria di imprese che nel 2006 aveva assottigliato la consistenza del settore di 46 unità. Un saggio di variazione inferiore alla media del comparto (-2,6%) viene evidenziato anche dal metalmeccanico, con una diminuzione, in termini assoluti, di 64 unità produttive. Tale risultato è in gran parte riconducile al saldo demografico negativo della fabbricazione di prodotti in metallo (-36 sedi d’impresa) e a quello della fabbricazione di macchine e apparecchiature meccaniche (-20 unità). In complesso, il peso dell’industria in senso stretto (che comprende, oltre al manifatturiero, anche l’estrattivo e l’energetico) è sceso, in termini di numero di imprese attive, dal 18,8% del 1998 all’attuale 14,9%, quota ormai ampiamente inferiore a quella del comparto edile ed impiantistico, arrivato a incidere per il 20%. A fine 2007, si contavano nel Novarese 5. 992 imprese edili, in aumento del +4,7% su base annua. I servizi hanno espresso un saggio di incremento di +1,6%, manifestando una battuta d’arresto relativamente al settore commerciale (+0,1%, a fronte del +1,6% del 2006) e registrando, invece, una buona performance nei rimanenti comparti, ad eccezione dei trasporti. È continuata, seppur in misura più moderata rispetto all’anno precedente, l’espansione dei servizi alle imprese (+4,4%), che hanno incrementato la propria consistenza di circa 180 unità; a questo sviluppo si affianca la crescita degli alberghi e ristoranti, che supera i due punti percentuale, e il buon recupero messo a segno dal comparto dell’intermediazione monetaria e finanziaria (+4,7%). In complesso il terziario ha portato la propria incidenza al 56,2%, contro il 54,7% del ’98. Cala, infine, di quasi due punti percentuale, pari a una perdita di 49 imprese, la consistenza delle imprese agricole che, con 2. 503 unità, rappresentano l’8,7% delle sedi attive nel Novarese (erano 11,1% a fine ’98). Sintetizzando le tendenze dei vari settori di attività, si evince un ritratto del tessuto imprenditoriale novarese caratterizzato da un indice di sviluppo positivo, ma più contenuto rispetto a quelli registrati nell’ultimo triennio. Dal confronto con l’anno precedente, in particolare, si rileva una contrazione del tasso di natalità, la cui incidenza viene accentuata dal corrispondente innalzamento del numero di cessazioni. Quasi tutti i settori, pur in misura differente, hanno risentito della diminuzione delle sedi d’impresa: il terziario ha visto scendere il proprio saggio di sviluppo dal +2,7% del 2006 all’attuale +1,6%; l’industria è precipitata da quota -0,3% a -2%, mentre le costruzioni, in controtendenza rispetto agli altri comparti, hanno conservato una situazione di sostanziale stabilità. Alla data del 31 dicembre 2007, dunque, le imprese registrate all’anagrafe camerale erano 31. 930, con un saldo positivo di +365 unità e un saggio di sviluppo del +1,1% (contro il 2,1% del 2006). “I dati relativi alla natimortalità delle imprese nel 2007” – ha commentato Gianfredo Comazzi, presidente della Camera di Commercio di Novara – “evidenziano un rallentamento del tasso di espansione del nostro tessuto imprenditoriale, che risente della contrazione dei consumi, nonché di una maggiore incertezza determinata dall’instabilità politica. L’aumento del numero di cessazioni” – ha aggiunto Comazzi – “si spiega, dunque, con l’acuirsi dei processi di selezione in atto tra le aziende, spesso a discapito delle realtà più piccole. L’ente camerale, consapevole di tali criticità, ha predisposto una serie di interventi per l’anno in corso volti a supportare, anche economicamente le imprese novaresi sotto il profilo dell’innovazione, dell’internazionalizzazione, del risparmio energetico e delle agevolazioni creditizie”. Le imprese artigiane, in linea con il risultato espresso dal sistema imprenditoriale locale, rallentano la crescita, evidenziando un tasso di sviluppo pari a +0,3%, inferiore rispetto a quello messo a segno l’anno precedente (+1,3%) e al di sotto della media del tessuto produttivo complessivo. Il peso dell’artigianato nel sistema economico novarese si attesta al 34% del totale delle imprese registrate in provincia (38% se si considerano le sedi attive), con punte di incidenza particolarmente elevate nelle costruzioni (83%), nei servizi sociali e personali (66%), nelle manifatture (64%) e nei trasporti (58%). Sotto il profilo settoriale le dinamiche dell’artigianato non si discostano in misura significativa da quelle generali del sistema imprenditoriale locale, salvo che per il terziario. L’incidenza più significativa, in termini di accrescimento della base imprenditoriale, va ricondotta al settore delle costruzioni che, con un saggio di sviluppo del +3,6%, corrispondente a un saldo positivo di ben 233 unità, ha raggiunto quota 4. 971 aziende (di cui 4. 956 attive), il 45% delle realtà artigiane attive della provincia. Negative o tendenzialmente stabili sono risultate invece le performance del terziario che, escludendo il commercio, ha perso complessivamente 49 unità, con l’unica eccezione significativa dei servizi alle imprese, che guadagnano 19 unità produttive (+5,1%). Il commercio ha visto invece assottigliarsi la propria consistenza di 18 unità, di cui 12 nel dettaglio, e le attività manifatturiere di 62, con perdite più accentuate nel metalmeccanico (-36 unità) e nel sistema moda (-16). Sotto il profilo della forma giuridica adottata dalle imprese, le società di capitali esprimono un tasso di sviluppo del +3,6%, mantenendo la più alta crescita, a fronte della flessione delle società di persone (-0,3%) e di quella, leggermente inferiore al -1%, delle imprese individuali, che rappresentano ben il 72% delle nuove iscrizioni. D’altra parte sono proprio le forme individuali a evidenziare la maggiore fragilità, tanto che il 44% delle cessazioni di imprese individuali verificatesi nel corso del 2007 ha riguardato imprese sorte nell’ultimo quinquennio, contro un dato medio provinciale del 41%, dato sintomatico della debolezza delle aziende nei primi anni di vita. .  
   
 

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