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Notiziario Marketpress di Venerdì 07 Luglio 2006
 
   
  PROMOZIONE TURISTICA: IL VIGNETO FRIULI PUNTA SULLE STRADE DEL VINO. PRESENTATO A VILLA MANIN LO STUDIO DI FATTIBILITÀ VOLUTO DA FEDERDOC. IL PRESIDENTE TRINCO SODDISFATTO PER IL PARERE FAVOREVOLE SUL FRIULANO

 
   
  “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto, adesso però bisogna iniziare a lavorare insieme per promuovere il nuovo nome Friulano. Avevamo dato fiducia alla Regione e le attese non sono andate deluse”. Così il presidente di Federdoc Fvg Stefano Trinco ha accolto con soddisfazione l’annuncio dato dall’assessore Marsilio sul parere favorevole del Comitato Vite al nuovo nome del Tocai, intervenendo a Villa Manin di Passariano al convegno sulle Strade del vino in Friuli Venezia Giulia, organizzato da Federdoc per presentare i risultati dello studio di fattibilità promosso dall’assessorato regionale all’Agricoltura e avviato due anni fa. “Il progetto delle strade del vino –ha evidenziato Marsilio– dovrà coinvolgere non solo i rappresentanti del settore vitivinicolo, ma anche gli Enti Locali e gli altri soggetti che rendono qualitativamente appetibile il territorio. Solo se il sistema territoriale riuscirà a mettere insieme le qualità che sa esprimere, otterremo risultati positivi”. La realizzazione delle Strade del Vino in Friuli Venezia Giulia potrebbe offrire una valida occasione, per una regione in cui il turismo non raggiunge elevati numeri in termini di presenze, di promozione e valorizzazione del territorio, a patto che vi siano adeguati investimenti per migliorare la qualità dei servizi offerti. Per attuare un progetto di Strade del Vino sarà necessario partire dall’elemento centrale sul quale esse si basano, i produttori, coinvolgendoli direttamente e rendendoli protagonisti attivi di un progetto finalizzato a portare, attraverso l’enoturismo, ricadute positive sull’economia locale. Istituite nel 1999 da una legge nazionale (la 268), le Strade del Vino rappresentano un sistema di offerta turistica che abbraccia un intero territorio, lungo il quale si collocano cantine, vigneti, borghi, strutture ricettive, ristoranti tipici, attrattive ambientali e naturalistiche. “Nelle 85 Strade finora riconosciute in Italia – ha spiegato il direttore di Federdoc Michele Bertolami– molti percorsi sono stati disegnati in modo approssimativo, i finanziamenti pubblici incassati, ma poi non vi è stata la capacità di gestire in modo attivo e dinamico le attività utili a rendere viva la proposta enoturistica”. Per non commettere gli stessi errori e soprattutto per evitare che in Friuli Venezia Giulia si vengano a creare tante piccole iniziative di basso profilo, prive di un coordinamento a livello regionale, Federdoc ha voluto realizzare uno studio per reperire informazioni utili alla progettazione delle Strade del vino, riunendo in forma organica i dati già a disposizione e valutando le esperienze delle altre regioni d’Italia. Condotto da un gruppo di esperti (il prof. Francesco Marangon e Francesca Visintin dell’Università di Udine per la ricerca e l’elaborazione dati, lo Studio Montanari per marchio e cartellonistica, l’Istituto Prospecta per le interviste sul territorio), lo studio ha portato all’individuazione di un ‘disciplinare tipo’, di un marchio e della segnaletica che i Comitati promotori delle Strade del Vino potrebbero adottare, realizzando una regolamentazione uniforme sul territorio regionale. Sono stati proposti una serie di questionari ad aziende vitivinicole, agrituristiche, specializzate in produzioni tipiche agroalimentari, imprese artigiane, enoteche, ristoranti, alberghi e musei, dai quali sono emersi 102 soggetti complessivamente conformi ai requisiti di legge. Stimolando le aziende a intraprendere iniziative di adeguamento realizzabili nel breve e medio termine, sarebbe possibile estendere la partecipazione al progetto a 217 soggetti. Ma dove potrebbero sorgere nuove Strade del vino in regione, per le quali gli Enti locali, i Consorzi di Tutela vini Doc e il Movimento Turismo del vino potrebbero candidarsi come ‘soggetti promotori’? La zona con maggiori prospettive di insediamento è quella della fascia collinare compresa tra Gorizia e Tarcento, dove si è registrata la maggior densità di soggetti conformi ai parametri richiesti o disposti a conformarsi. In regione finora una Strada è già stata realmente realizzata, quella di “Aquileia”, che potrebbe accogliere nel proprio distretto i territori Doc costieri delle zone Latisana e Annia. “Il lavoro da fare per rendere le Strade un soggetto funzionante è impegnativo –ha ribadito Bertolami–, non solo a livello normativo nella stesura del disciplinare, ma anche a livello informativo e formativo. È importante far capire agli operatori quali chance di sviluppo porterebbero le Strade in Friuli, nell’ottica di offrire un prodotto turistico di cui il vino è solamente il collante e non l’unica attrazione”. Lo studio ha inoltre evidenziato alcune problematiche relative alla normativa e agli aspetti fiscali. Tra i primi obiettivi, Federdoc propone di migliorare la Legge regionale 21/00 che disciplina le Strade a livello locale, concentrandosi in particolare sulla definizione degli standard minimi di qualità e del disciplinare e sulle modalità di finanziamento. Il convegno, moderato dal giornalista Carlo Cambi, ha visto alternarsi ai microfoni numerosi relatori: Vanni Tavagnacco in rappresentanza della Regione, Francesco Marangon dell’Università di Udine, Giovanni Foffani della Strada del Vino Doc Aquileia, Massimo Bassani per il Movimento Turismo del Vino Fvg, il consulente fiscale Edo Zorzenon. Infine Valentino Bega ha presentato l’esperienza della Strada del Vino e dei Sapori dell’Emilia Romagna, mentre Gabriella Campese ha illustrato la Strada della Franciacorta. .  
   
 

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