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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Febbraio 2008
 
   
  PRESENTATO IN PROVINCIA UNO STUDIO SUGLI OLIVETI DELLA VAL PETRONIO

 
   
  Genova - Godono di buona salute gli oliveti della Val Petronio e buona parte degli oliveti oggi abbandonati possono essere ancora recuperati. Sono queste le indicazioni emerse da uno studio promosso e finanziato, con 20 mila euro, dalla Provincia di Genova, dai comuni di Sestri Levante (capofila del progetto), Moneglia, Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese e dalla Comunità Montana Val Petronio. Le modalità e i risultati del progetto sono stati presentati oggi in Provincia durante il convegno sulle prospettive di sviluppo dell’olivicoltura nel Levante Genovese. Lo studio, durato otto mesi, è stato curato dagli agronomi Federica Ferretti e Stefano Castellana, con la collaborazione degli Cooperativa Olivicoltori Sestri, grazie ai suoi 1700 soci, mentre gli elaborati cartografici sono stati realizzati e curati dal Caar centro di Agrometeorologia Applicata Regionale di Sarzana. “E’ un progetto che vuole salvaguardare un patrimonio importante del nostro territorio- spiega Marina Dondero, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Genova-. C’è stata grande partecipazione da parte di tutti i soggetti coinvolti: non solo dei comuni, ma anche delle realtà del territorio e degli olivicoltori”. Lo studio, partito da una cartografia che indicava le aree olivicole sul territorio, ha fotografato con dati oggettivi la realtà della Val Petronio, individuando gli oliveti perfettamente coltivati, quelli che necessitano di manutenzione, gli oliveti quasi abbandonati ma ancora recuperabili e quelli invece in cui lo stato di abbandono non rende più possibile alcun intervento. I risultati sono positivi: sui 1023 ettari impegnati in oliveti nei quattro comuni della Val Petronio, solo 27 sono irrecuperabili, mentre 476 (il 46% del totale) sono perfettamente coltivati. La potenzialità produttive del comprensorio, però, se tutti gli oliveti fossero a pieno regime, potrebbe arrivare a quasi 40. 000 quintali di olive, che produrrebbero 8000 quintali di olio extra vergine. Il potenziale economico arriverebbe a 6. 335. 000 euro. Nello specifico, il comune di Sestri Levante ha 420 ettari di oliveti: 183 sono ben coltivati, 163 necessitano di manutenzione, 68 sono quasi abbandonati ma recuperabili, quasi 5 (l’1,14% del totale) sono irrecuperabili. Per estensione degli oliveti segue Moneglia, con 320 ettari: 180 sono ben coltivati, 77 necessitano di manutenzione, 52 sono quasi abbandonati ma recuperabili, 11 sono irrecuperabili. Il comune di Castiglione Chiavarese ha 143 ettari di oliveti: 50 sono ben coltivati, 47 necessitano di manutenzione, 38 sono quasi abbandonati ma recuperabili, 7 (il 5% del totale) sono irrecuperabili. Infine, il comune di Casarza Ligure ha una superficie di oliveti di 140 ettari: 62 sono ben coltivati, 54 hanno bisogno di manutenzione, 20 ettari sono quasi abbandonati ma recuperabili, 3 ettari non sono più recuperabili. La prossima fase del progetto sarà la valutazione dei costi del recupero degli oliveti: lo studio verrà finanziato dagli enti locali con altri 20 mila euro. “La giornata di oggi segna la prima tappa di un percorso partito nel 2003- ha spiegato Anna Monti, Vice coordinatore Regionale “Città dell’Olio” e Assessore alle Attività Produttive del Comune di Sestri Levante- Con questo studio abbiamo acquisito basi certe per poter intervenire per la salvaguardia del nostro patrimonio olivicolo, che può garantire sviluppo economico ed occupazionale al Tigullio e al suo entroterra”. Durante il convegno, concluso dall’intervento dell’assessore regionale all’agricoltura Giancarlo Cassini, il presidente dell’Associazione Nazionale “Città dell’Olio” Enrico Lupi ha insignito della bandiera dell’associazione la Provincia di Genova e i quattro comuni della Val Petronio. “La nostra associazione è nata nel 1994, ma sembrano passati cento anni luce da allora- spiega Enrico Lupi-. Da 24 città fondatrici siamo passati a 350 associati, ma l’obiettivo è rimasto invariato: valorizzare il prodotto in osmosi col territorio, con la coltura dell’albero dell’olivo, con l’olivicoltore”. .  
   
 

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