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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Febbraio 2008
 
   
  “CONCILIARE LAVORO E FAMIGLIA CONVIENE ALLE IMPRESE” AVVIATO IN TRENTINO IL PROCESSO AUDIT

 
   
   Trento, 19 febbraio 2008 – Per comprendere quanto importanti – anzi, strategici - siano, per un’azienda le politiche di conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli della vita familiare, basterebbe dire di ciò che ha fatto una importante banca del Vorarlberg, i cui dirigenti oggi affermano convinti di come non potrebbero più fare a meno del servizio di stireria messo a disposizione dei propri dipendenti. Per rimanere in Italia, sarebbe invece sufficiente sapere che se solo potessero lavorare centomila donne in più, ciò si tradurrebbe in un aumento del Pil dello 0,28 per cento e che questo potrebbe finanziare il 30 per cento in più di servizi per la prima infanzia. Esempi, ma se ne potrebbero fare molti altri, alcuni dei quali rintracciabili anche in aziende trentine, che sono stati richiamati stamane, nella sala stampa della Provincia, all’incontro che ha dato concreto avvio al processo Audit Famiglia e Lavoro con i 17 enti, organizzazioni ed imprese che vi hanno fino ad ora volontariamente aderito: tra essi il Servizio Personale della Provincia autonoma, la Federazione trentina della cooperazione, l’Autostrada del Brennero, l’Associazione artigiani, i Comuni di Trento (per il settore biblioteca) e quello di Riva del Garda, alcune scuole, una cassa rurale ed alcune imprese private che, forse con maggiore lungimiranza di altre, hanno compreso – come ha afferma Mariangela Franch, docente all’Università di Trento, che “alle imprese introdurre l’Audit conviene sul piano economico”. All’incontro, coordinato dal dirigente del Servizio Politiche sociali, Luciano Malfer, ed aperto dagli interventi degli assessori provinciali alle politiche sociali, Marta Dalmaso, e alle pari opportunità, Iva Berasi, sono intervenuti i responsabili dello studio Equalitas di Bolzano, che supporta la Provincia – ente promotore del progetto in Trentino ed ente licenziatario del marchio Audit Famiglia e Lavoro rilasciato dalla Fondazione tedesca Hertie - nel percorso di certificazione delle politiche del personale orientate alla conciliazione. In Italia vi è una sola Amministrazione pubblica che abbia già ottenuto (il riconoscimento ufficiale ci sarà a marzo) la certificazione Audit, ed è il Comune di Bolzano, la cui esperienza è stata illustrata stamane da Maria Luisa Obkircher, direttrice dell’Ufficio personale. Il percorso avviato oggi a Trento – sostenuto dai sindacati, dal Coordinamento Imprenditori, dall’Università e dal Forum Trentino delle Associazioni per la famiglia - si presenta però, per il numero e l’importanza dei soggetti coinvolti, come un’assoluta novità a livello nazionale, prefigurando il passaggio ad un “sistema territoriale” certificato orientato alla conciliazione tra famiglia e lavoro. Un notevole passo avanti nella traduzione concreta di quella che appare come una delle più qualificanti azioni messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento per fare del Trentino un “territorio amico della famiglia”. L’obiettivo sotteso alla decisione di avviare in Trentino il processo Audit – ha spiegato l’assessore Marta Dalmaso – nasce dall’intento di aumentare l’occupazione femminile in una realtà dove la disoccupazione è a livelli fisiologici ma che vede ancora quasi il 5 per cento di disoccupazione femminile a fronte dell’1,9 per cento di disoccupazione maschile. “Tale obiettivo – ha però puntualizzato l’assessore alle politiche sociali – è orientato alla valorizzazione di tutte le risorse umane, all’intento di garantire pari opportunità di realizzazione a uomini e donne, al consolidamento delle prospettive future dell’economia provinciale, in buona sostanza all’obiettivo di migliorare la qualità della vita per tutti, cosa che non possiamo pensare di raggiungere se troppo elevati sono i costi del lavoro in termini di relazioni familiari sacrificate o addirittura di rinuncia alla famiglia che si vorrebbe”. Per Iva Berasi “la conciliazione non è solo un problema delle donne ma di tutta la società”. L’assessore provinciale alle pari opportunità ha però detto con forza che il processo di certificazione Audit “deve accompagnarsi ad una certificazione di genere, che consideri dunque anche il tema delle pari opportunità tra uomini e donne, in termini di carriere professionali così come di reddito derivante dal lavoro. Se vogliamo esaudire il desiderio delle donne trentine di poter avere almeno due figli – ha poi aggiunto – occorre dare più servizi orientati all’infanzia, alla cura degli anziani ed all’espletamento della cura della casa”. Una dimensione dove diventa importante, appunto e per tornare all’esempio iniziale, anche offrire da parte di un’impresa ai propri dipendenti un servizio di stireria, accanto ad un asilo nido aziendale, al part time, alla flessibilizzazione degli orari di lavoro, alla mensa interna aperta ai familiari dei dipendenti, eccetera. I vantaggi di una politica del personale consapevole della famiglia? “Gli stessi – ha spiegato Luca Pandini dello Studio Equalitas - che già sono diventati patrimonio delle oltre 600 aziende tedesche che, a partire dal 1995, hanno aderito al processo Audit: maggiore produttività dei dipendenti, riduzione del turn over e delle assenze dal lavoro, miglioramento dell’immagine aziendale e maggiore concorrenzialità, riduzione dei costi di ricerca del personale, maggiore soddisfazione e motivazione dei dipendenti, arricchimento professionale, più tempo per le relazioni familiari e miglioramento della qualità della vita, riduzione dei costi sociali a fronte di un ruolo delle famiglie più attivo”. Ecco dunque che concorrenziale diventa l’azienda che più di altre “pensa” alle famiglie dei propri dipendenti ed al loro benessere. Perché, come ha affermato il dirigente di un‘importante gruppo imprenditoriale italiano, “non può esserci un imprenditore felice se non opera in un contesto sociale felice”. Considerazioni, queste, condivise stamane anche da Clara Pedrelli, rappresentante nel Consiglio dell’Audit del Coordinamento imprenditori (“L’audit è la strada giusta da perseguire, uno strumento da far conoscere e da diffondere anche nelle piccole e medie imprese, che devono comprenderne i vantaggi”), e da Giovanna Arcaini del Forum delle Associazioni per la famiglia (“La conciliazione è un nodo fondamentale non solo per la cura dei figli ma anche per quella degli anziani, ci fa piacere collaborare ad un progetto che mette al primo posto l’impegno per la famiglia e, al tempo stesso, che esalta la passione per il lavoro e che può contribuire a realizzare una maggiore opportunità di scelta ed una maggiore e più diffusa serenità”). Al processo Audit guarda con fiducia ma anche con attenzione alle modalità di implementazione del processo dentro le aziende anche il mondo sindacale. “E’ senz’altro positivo – afferma Claudia Loro, componente del Consiglio dell’Audit in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil - il fatto che la Provincia si faccia carico di sensibilizzare le imprese rispetto a tale tema, ma il successo del progetto dipenderà in grande misura da due fattori: la capacità degli auditori e valutatori, gli esperti che dovranno seguire le aziende nella definizione delle azioni volte alla conciliazione, di farsi carico dei problemi interni di un’azienda, di comprenderne le dinamiche e l’organizzazione del lavoro; d’altro lato ci dovrà essere il coinvolgimento del sindacato e, per le imprese dove il sindacato non è presente, dei lavoratori e delle lavoratrici. La conciliazione si potrà ottenere là dove diventerà il frutto di un percorso partecipato e condiviso e non semplicemente calato dall’alto”. .  
   
 

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