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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Febbraio 2008
 
   
  “DONNE E DOLORE: PARLIAMONE” - CONFERENZA DI O.N.D.A. OSSERVATORIO NAZIONALE SULLA SALUTE DELLA DONNA

 
   
   Milano, 21 febbraio 2008 – Il dolore al femminile è il tema affrontatoil 20 febbraio dal dottor Paolo Mariconti, Irccs Fondazione Policlinico Mangiagalli Regina Elena, durante la conferenza “Donne e dolore: parliamone” promossa da O. N. D. A. Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna che si è tenuta a Milano il prossimo a Palazzo Marino. Al tavolo dei relatori anche Cesare Bonezzi, Fondazione Salvatore Maugeri – Pavia, che affronterà l´argomento del dolore cronico e Giovanna Gatti, Assistente Divisione Senologia e Direzione Scientifica Istituto Europeo Oncologia -Milano, che toccherà il tema dei “dolori legati al bisogno di amare”, i dolori dell´anima declinati al femminile. Dalila Di Lazzaro porterà la sua testimonianza di vita sconvolta dal dolore cronico. In medicina, la differenza più ovvia e meglio indagata fra i due sessi si riferisce al sistema riproduttivo, mentre per quanto riguarda le differenze tra donna e uomo in altri sistemi, gli studi sono ancora molto pochi. Per quanto riguarda, poi, lo studio del dolore, si è sempre immaginato che i pazienti fossero solo maschi. Il lavoro di sensibilizzazione condotto da Karen Berkley (neurofisiologa della Florida State University) e da altri ricercatori ha consentito di prendere in considerazione questo nuovo aspetto del problema che a partire dai primi anni ´90 è stato introdotto negli studi sul dolore. Dagli studi clinici che sono stati avviati, quindi, è emersa una prima, importante differenza fra maschi e femmine e cioè la presenza di molte più donne sofferenti di dolore cronico che uomini. Da qui ha preso le mosse l´intervento di Paolo Mariconti che ha sottolineato quanto è stato evidenziato dalla ricerca negli ultimi 15 anni e dalla sua pratica professionale. “Dedicare maggiore attenzione alle differenze tra uomo e donna in campo sperimentale e clinico, ha permesso, tra l´altro, di acquisire nuove e importanti informazioni sia sull’influenza degli ormoni gonadici (sessuali), sia sulle strutture del sistema nervoso coinvolte nel dolore. Inoltre, gli studi hanno evidenziato un´altra differenza, tra donne uomini, nella risposta diversa alla terapia farmacologica che ha comportato una nuova attenzione nell´uso dei farmaci. ” -ha affermato Paolo Mariconti- “Alle differenze anatomo-fisiologiche, poi, occorre aggiungere l´incidenza dell´interazione reciproca tra fattori biologici, genetici e anatomo-fisiologici, e fattori sociali, cioè quelli socialmente appresi”. La differenza tra i due sessi nella risposta alla terapia farmacologica è un´acquisizione recente: infatti le donne, con gli anziani e, fino ad ora, con i bambini, sono gli individui su cui i farmaci sono stati poco sperimentati. Le ragioni di questa esclusione sono varie: la corretta valutazione delle molteplici variabili a carico del sesso femminile (età riproduttiva, rapidi cambiamenti ormonali, gravidanza) è indicata tra le prime “difficoltà” che limitano la ricerca, ma anche un certo credo generale secondo cui la risposta al trattamento di donne e uomini non differiva nella maggior parte delle situazioni. Proprio per sensibilizzare l´opinione pubblica, le strutture sanitarie, i governi e le agenzie preposte alla tutela dalla salute, lo Iasp (International Association for the Study of Pain ) ha indetto il “Global Year Against Pain in Woman 2007-2008” (Anno internazionale Contro il Dolore della Donna) e ha promosso la campagna “real woman – real pain” con cui intende sottolineare sia la scarsa attenzione dedicata al dolore delle donne che pure soffrono più frequentemente e più a lungo di dolore, sia la maggior prevalenza tra le donne di patologie e sindromi dolorose croniche quali la fibromialgia (l´80-90% di casi diagnosticati sono donne), la sindrome del colon irritabile, il dolore osteoarticolare, la sindrome dolorosa da disfunzione temporo-mandibolare, il dolore pelvico cronico, la cefalea. Quindi, influenza ormonale, diversa risposta alla terapia farmacologica, differente anatomia che favorisce l´accesso a vari agenti patogeni (attraverso utero e vagina), fattori sociali, fattori cognitivo-affettivi sono tra le principali cause alla base della diversa percezione del dolore delle donne, ma anche la maggior prevalenza di patologie e sindromi dolorose, le differenze presenti tra i due sessi nella memoria per eventi emotivamente significativi, la maggiore sensibilità al dolore e la maggiore attenzione al dolore presente nelle donne sono tra i principali argomenti su cui occorre focalizzare l´attenzione. “Maggiore sensibilità al dolore e maggiore attenzione al dolore -ha spiegato Paolo Mariconti- possono essere interpretati come meccanismi protettivi che contribuiscono al mantenimento della salute. Se è vero, infatti, che il primo passo verso la soluzione di un problema consiste nel riconoscerlo, la maggiore attenzione delle donne consente loro di riconoscerlo prima: maggiore sensibilità e maggiore attenzione, quindi, non sono da intendersi come segnali di debolezza, ma come forza adattativa. Il rovescio della medaglia sta nell´interazione con gli altri fattori presi in esame e soprattutto con fattori socio-culturali che rischiano di indurre nella donna un atteggiamento di accettazione del dolore come evento con cui imparare a convivere, inducendo così una sorta di “rassegnazione” che non solo è deleteria per la sua salute psico-fisica, ma contribuisce a mantenere bassa la soglia dell´attenzione della comunità medico-scientifica, dell´opinione pubblica in generale e, in particolare, di organismi e strutture preposti, a vario titolo, alla tutela della salute”. .  
   
 

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