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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Febbraio 2008
 
   
  IL MUSEO DEL CAPPELLO BORSALINO DAL 23 FEBBRAIO AL 4 MAGGIO OSPITA LA MOSTRA PERDERE LA TESTA. IL CAPPELLO TRA ARTE MODA E FOLLIA, DEDICATA ALL’ICONOGRAFIA DEL CAPPELLO E DELLA MODA NELLA COLLEZIONE DI ARTE OUTSIDER DELL’ATELIER DI PITTURA ADRIANO E MICHELE DI SAN COLOMBANO AL LAMBRO

 
   
  Nell’esposizione, promossa dal Comune di Alessandria e dalla Fondazione Borsalino, la moda e i suoi possibili sconfinamenti nella patologia saranno oggetto di un indagine che dalla psicanalisi, alla storia dell’arte approda alla sociologia. Una quarantina di disegni e produzioni pittoriche, realizzate dagli autori operanti all’interno dell’ospedale psichiatrico Fatebeneftratelli, raccontano il ruolo svolto dal copricapo e dagli abiti nella nostra società: un sintomo in grado di svelare la difficile costruzione del sé che oscilla tra desiderio di distinguersi e necessità di omologarsi. La stessa parola abbigliamento deriva etimologicamente da abitare: il vestito altro non è che un luogo in cui il soggetto è accolto e trova un suo posto. Le immagini, ispirate da una originale rilettura dei modelli proposti dalle riviste di moda, evidenziano come non sia casuale che i cosiddetti folli siano attenti al costume e ai cambiamenti, come se l’essere fuori dal mondo passasse anche dalla volontà di rincorrerne le mode e le tendenze per cercare di stare in linea, a passo con i tempi. Le follie della moda, ancora una volta. La mostra ricostruisce il legame sottile che da sempre intercorre tra cappello e follia, evidenziando la relazione tra copricapo e testa, tra contenitore e contenuto (il pensiero). Il cappello ricorre sia nell’Interpretazione dei Sogni di Freud, come oggetto simbolico che accoglie desideri e patologie che nel Il Berretto a sonagli di Luigi Pirandello, come testimonianza di quanto sia sufficiente calzare un berretto per raccontare la verità simulando la follia. Ed ancora gli artisti, i dandy, i rivoluzionari hanno spesso scelto questo accessorio per lanciare il loro messaggio: di rottura, di umorismo, di rivolta. Il cappello inoltre da sempre segnala potere, stato sociale, colore politico, ma anche libertà e volontà di distinguersi. Più di altri accessori rivela gli umori della moda, i suoi eccessi o piuttosto il ritorno all’ordine, i cambi nel costume e nei consumi. La mostra è accompagnata da un catalogo edito dalle edizioni di passaggio che ospiterà testi di Elisa Fulco, Giovani Foresti, Teresa Maranzano e Marco Pedroni. .  
   
 

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