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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Febbraio 2008
 
   
  CURE PRIMARIE: UNA RISPOSTA AI NUOVI BISOGNI DI SALUTE. PRIMA CONFERENZA NAZIONALE IERI OGGI A BOLOGNA CON IL MINISTRO LIVIA TURCO. LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO E DELL´ASSESSORE REGIONALE GIOVANNI BISSONI

 
   
  Bologna, 25 febbraio 2008 - Si è aperta ieri a Bologna la prima Conferenza nazionale sulle Cure primarie. Rappresentanti delle Regioni, degli Enti Locali, operatori della sanità, del sociale e del volontariato vi affrontano, fino a domani nella sede del Palazzo dei Congressi di piazza Costituzione, i temi relativi ai nuovi bisogni di assistenza e cura emergenti nel Paese. Più di mille i partecipanti. Nel corso dell’ultimo decennio, una parte significativa dei servizi sanitari pubblici dei Paesi occidentali più avanzati ha riconosciuto la strategicità dei sistemi di assistenza primaria per garantire una più efficace presa in carico dei nuovi bisogni di salute e di assistenza. Questa scelta ha ispirato le principali politiche finora messe in campo e, non a caso, una delle parti più significative del Disegno di Legge per la qualità e la sicurezza del sistema sanitario nazionale, approvato lo scorso novembre come collegato alla manovra Finanziaria, è rappresentata proprio dalle norme che intervengono su questo terreno, a partire dal riordino dell’area della medicina generale passando per una rinnovata attenzione per la prevenzione e la considerazione della salute come obiettivo da perseguire attraverso politiche e interventi intersettoriali. “Era necessaria – ha affermato nel suo intervento il ministro Livia Turco – una grande Conferenza nazionale che testimoniasse la svolta, definitiva, verso la realizzazione del secondo pilastro della sanità italiana. La svolta c’è stata, in tutto il Paese, anche in quelle realtà che presentavano più difficoltà nell’abbandonare la logica ospedalocentrica che ha caratterizzato per decenni le politiche di assistenza sanitaria in Italia. E la svolta è stata possibile perché ha prevalso la volontà di garantire finalmente quelle risposte e quei servizi che i cittadini chiedono da tempo, per un’assistenza che sia relmente su misura dei bisogni di salute”. La Prima Conferenza nazionale sulle Cure primarie ha l’obiettivo di misurarsi con lo stato dell’arte, con un quadro di insieme di ciò che è stato già sperimentato, con maggiore e minore successo, nelle diverse Regioni, avendo cura di guardare a quanto si sta facendo a livello europeo. La Conferenza chiama al confronto le Regioni, gli Enti locali, le associazioni, gli operatori, il mondo del volontariato e sancisce la nascita del secondo pilastro del Servizio sanitario nazionale. “Ormai è evidente a tutti coloro che si occupano di sanità – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la salute dell’Emilia-romagna, Giovanni Bissoni - che la riorganizzazione dei servizi territoriali ha bisogno della stessa intensità e attenzione che abbiamo dedicato alla riorganizzazione dei servizi ospedalieri. Più del 50% delle risorse finanziarie del fondo sanitario nazionale si spende nelle cure primarie. Trovare un momento in cui le varie esperienze d’Italia che si sono differenziate in questi anni di federalismo sanitario, soprattutto nei modelli organizzativi dei servizi territoriali, è un modo per affermare che il federalismo solidale è tale non solo perché ha un fondo comune, ma perché sappiamo riflettere assieme. Dunque al di là dei modelli organizzativi stiamo cercando risposte agli stessi problemi, stiamo valutando come per tutto il servizio sanitario nazionale il tema dell’integrazione sociale e sanitaria sia un obiettivo condiviso. E su questo punto, in Emilia-romagna abbiamo maturato un’esperienza utile su cui riflettere”. Le cure primarie Oggi siamo di fronte a cambiamenti che impongono alla sanità pubblica scenari di assistenza assai diversi rispetto al passato: la migliore aspettativa di vita, l´invecchiamento della popolazione, il conseguente incremento della incidenza delle malattie croniche e degenerative pongono, infatti, la necessità di riorganizzare il sistema per garantire una efficace presa in carico anche di cronicità e disabilità e portano con sé l’esigenza di rafforzare i sistemi di cure primarie per offrire adeguati livelli di assistenza alternativi e più efficaci. In questo contesto sono fondamentali: la programmazione e la valutazione dei bisogni dei cittadini, anche ai fini della definizione delle priorità; l’appropriatezza, l’uso razionale delle risorse e il filtro (e anche la committenza) verso le cure secondarie e terziarie; il coordinamento, la continuità delle cure e la gestione complessiva dei percorsi assistenziali, a partire dal primo contatto con il paziente. Le Cure Primarie devono rispondere a queste nuove esigenze e in questo senso possono essere individuate come “l’area sistema” nella quale si realizza l’approccio primario alla promozione e tutela della salute della popolazione. Esse rappresentano l’organizzazione che garantisce e rafforza il raccordo con e tra i Medici di Medicina Generale e i Medici di Continuità Assistenziale, con i Pediatri di Libera Scelta, ma anche tra e con gli Specialisti Convenzionati e quelli Ospedalieri, gli Infermieri e i Tecnici della Riabilitazione, gli Assistenti Sociali e gli Addetti all’Assistenza, allo scopo di garantire, riqualificare e razionalizzare la continuità assistenziale con il supporto specialistico e di un eventuale ricovero ospedaliero in un’ottica di appropriatezza clinica e di comunità. Molti sono i compiti in carico all’area delle cure primarie tra i quali l´organizzazione dell´attività di valutazione multidimensionale per tutte le tipologie di bisogno; la definizione ed il presidio (in collaborazione con la struttura ospedaliera) dei percorsi assistenziali dei pazienti affetti da malattie cronico-degenerative a maggiore prevalenza, utilizzando al meglio tutte le strutture intermedie; la vigilanza sul servizio di continuità assistenziale e sul suo coinvolgimento nei progetti di tutela della salute territoriali. In raccordo con il Servizio farmaceutico e gli altri Servizi Aziendali competenti l’area delle cure primarie assicura, inoltre, le seguenti funzioni: vigilanza sulle attività delle farmacie presenti sul territorio; cura dei rapporti con le farmacie territoriali ai fini della promozione di una collaborazione a specifici obiettivi aziendali; organizzazione dell´assistenza farmaceutica per i casi previsti in assistenza domiciliare; collaborazione con le unità operativa che si occupano di residenzialità territoriale nell’erogazione dell´assistenza farmaceutica e nell´analisi e monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche nelle residenze protette; valutazione tecnica di eventuali presidi o di innovazioni tecnologiche proposti come potenziali strumenti per l´ottimizzazione dell´assistenza domiciliare; aggiornamento sistematico dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta rispetto alla normativa riguardante gli atti prescrittivi; elaborazione dei dati relativi alla spesa farmaceutica territoriale per l´analisi e il monitoraggio delle prescrizioni farmaceutiche dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, allo scopo di consentire l´individuazione di azioni utili al miglioramento della qualità ed appropriatezza prescrittiva, con riferimento anche al governo della spesa farmaceutica, e della qualità dell´assistenza. .  
   
 

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