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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Luglio 2006
 
   
  L’ “EUROPA DEI RISULTATI” PER SUPERARE LA CRISI E RILANCIARE IL PROGETTO

 
   
 

 Milano, 6 luglio 2006 - Nella prima metà dell’anno l’Unione europea, impegnata ad uscire dalla difficile crisi del processo comunitario aperta dalla bocciatura dei referendum sulla Costituzione in Francia e in Olanda nel 2005, ha operato per rinsaldare i legami con i suoi cittadini e i territori che la compongono. Si tratta di un percorso che si sviluppa su due piste parallele. Da una parte, l’Europa dei risultati, come la chiama il Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, basata cioè sulle azioni concrete intraprese dalle istituzioni europee. Dall’altra, la ripresa del processo di rafforzamento istituzionale attraverso la Costituzione europea, che ha prodotto importanti dichiarazioni d’intenti (e di calendario). In primo piano per l’Europa dei risultati c’è la priorità dichiarata della Commissione europea: la strategia per la crescita economica e l’occupazione. I dati sulla disoccupazione nella zona dell’euro (e anche in Italia) sono in costante diminuzione, mentre la ripresa della crescita economica è ormai in atto (anche in Italia, seppur più lentamente). Cosa ha fatto l’Europa di concreto negli ultimi sei mesi per accompagnare e se possibile rinforzare queste tendenze positive? La lista dei provvedimenti è piuttosto lunga e vale la pena segnalarne alcuni. Il semestre appena concluso è stato importante per determinare le risorse finanziarie a disposizione dei programmi europei per i prossimi sei anni, dal 2007 al 2013. Il compromesso raggiunto in dicembre tra i governi europei aveva ridotto le risorse rispetto alla richiesta della Commissione: il budget dell’Unione ammonta all’1,045% del prodotto interno lordo dell’Unione, rispetto all’1,24% proposto dalla Commissione. Ciò non ha impedito di definire – tra l’altro - la disponibilità dei fondi regionali (307 miliardi di cui 25 andranno alle regioni dell’Italia centro-settentrionale), o di programmi chiave nell’ambito della strategia di crescita economica come il nuovo Programma quadro per la ricerca (54 miliardi di euro per la maggior parte destinati a facilitare le relazioni tra le imprese e il mondo della ricerca), il programma europeo per l’innovazione e la competitività (3,6 miliardi) o i programmi a favore dell’istruzione e la formazione come Erasmus e Leonardo, che disporranno di circa 6 miliardi. Temi come lo sviluppo della banda larga (Adsl) nei territori montani e rurali sono stati inoltre considerati come prioritari per l’utilizzazione dei nuovi fondi a disposizione sul territorio. Il tentativo di liberalizzare il settore dei servizi è andato solo parzialmente a buon fine, dato che il compromesso raggiunto al Parlamento europeo ha respinto il criterio del paese d’origine per determinare le regole per i fornitori di servizi che si spostano all’interno dell’Unione, ma l’accordo ha comunque aperto la via per una maggiore concorrenza. Per favorire l’accesso ai mercati delle nostre imprese, molto si è lavorato in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio, dove la Commissione europea rappresenta tutti i settori produttivi del nostro continente. Il negoziato in corso per un accordo complessivo che riguarda tutti i settori, inclusi i servizi e l’agricoltura, è di fondamentale importanza per migliorare l’accesso ai mercati extra-europei alle nostre imprese, ovvero nei paesi emergenti dell’Asia e del Sudamerica, ma non solo. L’accordo si basa su una condizione necessaria: tagli reali nei sussidi agricoli, ma anche sulle tariffe industriali e agricole. Nel frattempo, la Commissione ha adottato misure difensive per contrastare comportamenti illeciti, come ad esempio nei confronti di Cina e Vietnam nel settore delle calzature. La lotta alla contraffazione ha fatto oggetto di importanti decisioni a livello europeo, di cui si è fatto promotore il Commissario italiano Franco Frattini. L’inasprimento delle pene giudiziarie e pecuniarie nei confronti di chi non rispetta le regole di proprietà intellettuale protegge i produttori europei che soffrono di tali comportamenti illeciti. Nel settore della chimica, una nuova regolamentazione dei prodotti è stata introdotta per rendere omogeneo il trattamento e l’uso delle sostanze. Tale normativa, che semplifica quella esistente e responsabilizza i produttori, entrerà in vigore a pieno regime nel 2008, e garantisce una maggior tutela sia dei consumatori che dell’ambiente. Fondamentale è stata inoltre l’azione in alcuni settori produttivi. Proprio a fine giugno è stata adottata la proposta per la riforma nel settore del vino, che tende ad aumentare la competitività dei produttori europei e l’accesso ai mercati. La fase di consultazione in corso terminerà attorno alla fine dell’anno quando si prenderanno le decisioni legislative definitive per il settore. Proposte per politiche analoghe sono state presentate nel settore della pesca e più in generale nella gestione delle risorse marine. Su altre politiche di grande rilevanza il dibattito tra i governi dell’Unione è continuato, per riuscire a definire un interesse comune, e quindi un’azione congiunta, a livello comunitario: il riferimento qui è a aree come la politica energetica, o a quello delle infrastrutture che vedono l’Italia al centro di progetti importanti come l’attraversamento del Corridoio Cinque che collega Lisbona e Kiev, sul quale l’Unione aspetta entro la fine dell’anno la decisione del governo italiano. In parallelo a queste azioni, che – insieme a molte altre non citate qui per ragioni di sintesi – costituiscono l’ “Europa dei risultati” del Presidente Barroso, è continuata la fase di riflessione sulle questioni istituzionali legate all’adozione del trattato costituzionale. Una dimensione di grande importanza non solo dal punto di vista politico, che consolida la creazione democratica e partecipata della cittadinanza europea, ma anche da quello pratico. Occorre definire regole appropriate, affinché l’Unione riesca ad affrontare in maniera più convincente le sfide attuali su questioni come la concorrenza economica, la crescita, il mantenimento del modello sociale, la protezione dell’ambiente, la sicurezza, l’immigrazione. Occorre rafforzare la dimensione comunitaria attraverso un processo decisionale più efficace dell’attuale. Occorre riprendere i temi proposti dalla Costituzione e riportarli al centro dell’agenda politica, secondo le richieste della società civile, dei territori e dei cittadini. Questo processo è stato rilanciato recentemente dai ministri al Consiglio europeo di giugno e dovrebbe compiersi nei prossimi mesi grazie all’impulso dei paesi e delle società civili più genuinamente europeiste, delle quali fa parte certamente l’Italia.
Matteo Fornara
Rappresentanza a Milano

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