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Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Luglio 2006
 
   
  IL ROCK DAL VIVO SPACCA, ANCHE NELLE CIFRE 325 MILIONI DI EURO: TANTO VALE IL MERCATO DEGLI EVENTI LIVE IN ITALIA. UN SETTORE IN CRESCITA, DIETRO AL QUALE SI NASCONDONO MANAGER E PROFESSIONISTI. PERCHÉ ORGANIZZARE UN CONCERTO È COME GESTIRE UN´AZIENDA. SOPRATTUTTO SE SUL PALCO CI SONO I ROLLING STONES

 
   
  Milano, 6 luglio 2006 - Il primo riff di chitarra è quello che segna l’inizio, fende l’aria come una lama, mentre esplodono le luci sul palco: la band appare, il pubblico è in delirio. Schiacciate contro le transenne, frotte di ragazzini piangono, urlano il nome del loro idolo, felici di aver fatto carte false pur di esserci. E dietro di loro, in disparte, organizzatori e discografici si sfregano le mani. Se per i ragazzi quel concerto è un evento che segnerà la loro giovinezza, per chi lo ha messo in piedi è una fonte di guadagno che dà ottimi risultati: il fatturato degli eventi live di musica leggera in Italia ha raggiunto nel 2004 quota 145 milioni di euro, con quasi il 54% di incremento rispetto all’anno precedente. Non solo, i concerti rock, pop e affini, i più amati dai teenager, valgono oltre il 45% di un mercato, quello degli eventi musicali live, che nello stesso anno si è attestato su quasi 325 milioni di euro, diritti d’autore esclusi. Dati alla mano, portare sul palco grandi band internazionali o idoli nostrani in vetta alle classifiche, è dunque un investimento che paga. A disegnare un tale quadro positivo, è il Rapporto sull’economia della musica 2005, coordinato da Andrea Ordanini del Centro Ask Bocconi, che ha incrociato i dati del rapporto Istat 2003 sulle statistiche culturali e quelli forniti da Assomusica per il 2004. “Ciò che appare evidente dai risultati dell’analisi”, spiega Ordanini, “è innanzitutto l’exploit della musica leggera rispetto al 2003: da 94,1 milioni di euro, il fatturato dei concerti è balzato a 144,9 milioni, con una divisione per aree geografiche degli incassi che vede una netta prevalenza del Nord (78,2 milioni di euro, il 53,96% dei biglietti staccati), sul Centro e sul Sud (rispettivamente 44,3 e 22,4 milioni, ovvero il 30,60% e il 15,45%)”. Inoltre, a fronte dei 2,2 miliardi di euro dell’intero sistema musica nel 2004 (+4,36% dal 2003), la musica leggera live e il digital delivery, ovvero la vendita di musica online e per i telefonini, rappresentano i due soli comparti ad aver fatto registrare crescite nell’ordine del cinquanta per cento in un anno. Nello stesso periodo 2003-2004, il resto del settore live non ha marcato un trend altrettanto netto: la stima prudenziale dei ricercatori Bocconi ha evidenziato che classica, jazz, lirica o balletto sono rimasti relativamente al palo, passando da 177,8 a 180 milioni di euro. Ma cosa c’è dietro l’aumento della spesa degli italiani per gli spettacoli di musica leggera? Non solo il rincaro dei biglietti, il cui prezzo medio si attesta ormai sui 25 euro (+13%): a dare un imput positivo è proprio l’aumento degli spettatori, che hanno superato quota 5,7 milioni, con una crescita, tra il 2003 e il 2004, del 36%. Alla buona salute del settore fa da riscontro infine anche il numero delle imprese che operano nel mondo dello spettacolo italiano, le quali, secondo i dati elaborati dalla Bocconi su fonte Camera di Commercio di Milano, hanno mostrato un incremento del 7,9% tra il secondo semestre del 2005 e lo stesso periodo dell’anno precedente. .  
   
 

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