Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Marzo 2008
 
   
  A PISA UN CONVEGNO PER PRESENTARE IL "MAC" - MERCATO ALTERNATIVO DEL CAPITALE

 
   
  Pisa, 6 marzo 2008 - Lo scorso 26 febbraio si è tenuto presso la Camera di Commercio di Pisa il convegno "Il Mercato Alternativo del Capitale: un´opportunità per le piccole e medie imprese". Dopo l´apertura dei lavori del Presidente Pacini che ha approfondito il tema delle Pmi, delle loro opportunità di crescita e delle soluzioni finanziarie a supporto, è intervenuto il Prof. Manghetti - Presidente della Cassa di Risparmio di Volterra - che ha illustrato il ruolo dello sponsor nel Mac con particolare riferimento al rapporto tra banca e territorio. Dopo gli interventi tecnici del Dr. Talpo - Pro Mac - e del referente di Akros, sono state riportate le importanti testimonianze del Dr. Caruso, imprenditore del settore moda, e del Dr. Vanni, partner della società di revisione Mazars & Guerard. Il Presidente Mantellassi ha concluso il pomeriggio di lavoro lasciando poi spazio ad un breve dibattito di approfondimento. "Il pomeriggio odierno rappresenta un´importante occasione di confronto rispetto ad un tema che tocca da vicino le nostre imprese ed il tessuto economico produttivo, a tutti i livelli territoriali: la raccolta di finanziamenti per rafforzare le possibilità delle aziende di effettuare investimenti, per mantenere elevato il livello di competitività senza dover necessariamente ricorrere alle più tradizionali forme di indebitamento bancario - Così ha esordito il Presidente Pacini nella sua introduzione - In questo senso i recenti cambiamenti introdotti dagli adeguamenti alla normativa di Basilea 2 ed il contemporaneo succedersi di trasformazioni che hanno portato il sistema bancario ad una maggiore concentrazione e strutturazione dei gruppi presenti sul mercato hanno posto questioni delicate nel rapporto tra imprese e banche, in particolare laddove si è corso il rischio, dal lato della domanda e dell´offerta, di perdere quella sorta di fidelizzazione che ha legato generazioni di imprenditori agli istituti di credito locali e viceversa. Il ricorso al credito bancario per le imprese toscane ha avuto negli ultimi anni una dinamica di espansione (+50% in valore tra il 1999 ed il 2005) superiore a quella media nazionale (+42%), anche se assai più contenuta del corrispondente valore calcolato in Toscana sulle famiglie (+80%). Secondo la Banca d´Italia, nel 2006 si è comunque verificata un´accelerazione nei prestiti alle imprese, con un balzo del 10% sul 2005 che ha migliorato decisamente i corrispondenti dati dei due anni precedenti (+5% 2005/04, +7% 2004/03). In funzione del tema di oggi, e della centralità che in questo hanno le piccole e medie imprese, è da evidenziare come in un quadro pur positivo di crescita del credito per le imprese, gli elementi meno confortanti siano stati evidenziati, anche per maggiori difficoltà di carattere congiunturale, proprio dalle aziende meno strutturate, mi riferisco, in particolare, alle società di persone con meno di 20 addetti (+5% l´espansione del credito 2006/05) ed a quelle artigiane (+4%). Rispetto al complesso dei debiti bancari, secondo dati della Banca d´Italia aggiornati al 2005, nelle Pmi prosegue comunque l´espansione di quelli a medio e a lungo termine, che costituiscono il 37% del debito complessivo delle imprese da 1 a 49 addetti (erano al 34% nel 2004) ed il 39% in quelle tra 50 e 199 addetti (37% nel 2004), mentre sono diminuiti dal 42% al 40% nelle restanti. Per quanto concerne la destinazione degli investimenti produttivi a media ed a lunga scadenza, nel 2006 si è arrestato (+0,7% sul 2005) il calo di quelli destinati a macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (-0,6% nel 2004, -7,5% nel 2005); sull´onda di una dinamica congiunturale che si è mantenuta favorevole sono inoltre cresciuti ancora i finanziamenti per gli investimenti in costruzioni (+21,0% 2006/05) e per l´acquisto di immobili non residenziali (+15,6%). Per quanto riguarda il costo del credito a breve termine, la Toscana si colloca nella fascia medio-bassa rispetto alle altre regioni dell´Italia. Semmai il problema è per le piccole e medie imprese toscane, visto che, secondo quanto evidenziato dall´ultimo Rapporto Irpet in materia, nella nostra regione i tassi di interesse sulle operazioni a revoca sono più elevati rispetto alla media italiana per importi sotto i 25 milioni di euro, mentre soltanto sopra questa considerevole soglia le imprese toscane spuntano un tasso di interesse sul credito migliore rispetto alla media nazionale. Al di là di queste osservazioni sul sistema del credito tradizionale, è però importante andare a monte, agli aspetti più strutturali, e sottolineare in questa importante occasione, soprattutto per le imprese piccole e medie, quali siano le possibilità per arrivare ad una maggiore capitalizzazione, per ottenere un rating migliore secondo le prospettive introdotte da Basilea 2 ed un conseguente accesso al credito a condizioni più favorevoli. Un elemento comune a tutte le imprese italiane è quello della significativa sottocapitalizzazione. Tra gli altri, un recente studio dei Professori Paci e Romiti ha posto in evidenza come nel 2000 il rapporto tra patrimonio netto e totale attivo fosse pari al 29% nelle piccole e medie imprese italiane, mentre gli stessi valori erano rispettivamente del 42% (piccole imprese) e 43% (medie imprese) in Spagna, e del 33% e 34% in Francia. In Germania, invece, il livello di capitalizzazione è risultato più basso per le piccole imprese (17%), mentre le medie erano allo stesso livello di quelle italiane. I dati dell´Osservatorio Bilanci, realizzato per la nostra regione da Unioncamere Toscana in collaborazione con l´Università di Firenze, hanno comunque evidenziato una modesta crescita della capitalizzazione delle imprese toscane, con un aumento dell´incidenza del patrimonio netto sul totale delle fonti finanziarie utilizzate: nel 2002 era del 12,8%, nel 2005 del 15,3%. Sebbene i livelli di capitalizzazione restino ancora estremamente contenuti, quanto osservato è inoltre da mettere in relazione con un leggero calo degli oneri finanziari, la cui incidenza sul fatturato è passata dall´1,4% del 2002 all´1,2% del 2005, migliorando la redditività delle imprese. Una delle strade possibili per le imprese interessate a migliorare la propria struttura finanziaria tramite strumenti più innovativi è quella del private equity, ma la diffusione di questo strumento è tuttora modesta, non soltanto a livello regionale, ma anche nazionale: nel 2006, secondo i dati Aifi (Associazione Investitori Istituzionale Capitali di Rischio) ripresi nel rapporto della Banca d´Italia presentato nello scorso luglio, sono state effettuate in Toscana soltanto 17 operazioni, per una quota del 5,8% sul dato complessivo nazionale. All´interno dei private equity, per il finanziamento dei progetti nella loro fase di avvio, si è parlato, soprattutto per le imprese ad alto valore tecnologico, di venture capital. Anche in questo caso il volume dei finanziamenti è estremamente ridotto: il valore degli investimenti in venture capital al 2005 era infatti pari al 5% rispetto al complesso dei private equity in Europa, mentre nel nostro Paese la percentuale scendeva all´1,4%. Il Mercato alternativo del capitale offre in questo senso una nuova opportunità per le piccole e medie imprese che intendono condividere la crescita ed il rischio d´impresa con un numero circoscritto di investitori, mantenendo comunque il rapporto con gli abituali referenti sul territorio, tra cui, appunto, le banche. Al di là delle dinamiche operative che regolano l´accesso al mercato ed il suo funzionamento, che saranno approfondite dai relatori che seguiranno questo mio saluto, è importante sottolineare come lo strumento consenta un accesso semplificato al capitale di rischio, senza limitare, però, l´autonomia decisionale nella gestione dell´impresa. E´ questo un nodo importante! Il vero vincolo che sussiste per taluni imprenditori, al di là dei costi, degli interlocutori, delle garanzie ed altro, è infatti il mantenimento della propria autonomia nella gestione dell´impresa. Con il mercato alternativo dei capitali si potrebbe raggiungere quel giusto equilibrio per cui la banca, o chi per essa, si fa vero e proprio partner nella gestione delle attività a più alto valore aggiunto, arricchendo la struttura delle competenze e delle relazioni necessarie per far crescere il complesso dell´azienda verso modelli organizzativi più evoluti e competitivi. Inoltre, aspetto non secondario, rinforzando gli aspetti gestionali si avvierebbe un percorso per la determinazione del valore dell´impresa utilizzabile in operazioni straordinarie sul capitale. Al di là del preziosissimo ruolo delle banche sul territorio, anche le istituzioni possono svolgere un compito importante per supportare la crescita delle imprese sul territorio! In questo senso, mi preme evidenziare l´esperienza del Fondo Rotativo per le Imprese Innovative, uno strumento finanziario creato dalla Camera di Commercio di Pisa nel 2003 per garantire un contributo iniziale agli imprenditori che si muovono in ambiti competitivi a forte contenuto di ricerca (privata e pubblica), favorendo in questo modo lo start up di imprese che altrimenti faticherebbero a trovare finanziatori privati disposti a versare capitali di rischio. In sostanza, la Camera di Commercio di Pisa partecipa al capitale di rischio di imprese innovative ad alto potenziale di crescita attraverso la sottoscrizione di quote di capitale per importi non superiori a 200. 000 euro, da restituire a scadenze concordate. In questo modo la Camera diventa socia dell´impresa per un periodo di tempo limitato (massimo 5 anni), al fine di favorire il superamento della fase iniziale di avvio del progetto innovativo. Dal 2003 al 2007 per finanziarie lo strumento sono stati messi a disposizione € 3. 150. 000 di euro dalla Cciaa e € 225. 000 dalla Provincia di Pisa; per il 2008 sono previsti ulteriori € 625. 000. Al 2007 erano 8 le imprese partecipate dalla Cciaa, 1 impresa in corso di partecipazione; L´elemento importante per le imprese, e comune tra il Fondo Rotativo ed il Mac, è dato dal fatto che con i due strumenti si dà un sostegno circoscritto nel tempo, limitato ad un periodo in cui si accompagna la crescita ed il rafforzamento dell´impresa con professionalità specificamente dedicate, nell´auspicio di un reciproco ritorno per i partner coinvolti, senza che per questo risulti eccessivamente limitata l´autonomia imprenditoriale. Inoltre, l´esistenza di un Mercato Alternativo dei Capitali potrà rendere più agevole lo smobilizzo delle somme investite attraverso il Fondo Rotativo, creando importanti sinergie fra i due strumenti e rafforzandone potenzialmente l´utilizzo e la diffusione di entrambi. In questo senso, mi preme sottolineare la temporaneità del supporto, a partire dalla sua attivazione due delle società coinvolte società hanno già riacquistato completamente la partecipazione della Camera grazie all´ingresso di soci industriali e/o venture capitalist prima della scadenza del triennio". .  
   
 

<<BACK