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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Marzo 2008
 
   
  IL RISPARMIO GESTITO ONLINE NON DECOLLA UN ANNO A BASSO TASSO DI CRESCITA, AUMENTA L’OFFERTA NON PARTE LA DOMANDA, POCA TRASPARENZA E INNOVAZIONE.

 
   
  Milano, 4 marzo 2008 – Il mercato dei fondi online disattende le aspettative di crescita degli operatori. Tra il 2006 ed i 2007 si è registrato un incremento dell’offerta di fondi. I player che offrono prodotti multimarca sono gli stessi del 2006 ma registrano un aumento dell’offerta sia in termini di fondi che per numero di Società di Gestione. L’aumento dei prodotti offerti non ha avuto ricadute consistenti sul numero di clienti che si avvalgono dei servizi online. Rispetto alle rilevazioni del 2006, rimane stabile le percentuale dei clienti del comparto sul totale del banking online: su 5,3 milioni di clienti delle banche online, meno del 10% consulta la propria posizione sui fondi. L’offerta dei fondi online sarà in grado di sbloccare la crisi del settore del risparmio gestito? La crisi che, a partire dal 2006, ha colpito il mercato dei fondi riguarda anche i servizi online del comparto. Gli istituti bancari che offrono fondi multimarca rimangono 4 e aumentano considerevolmente l’offerta di prodotto, così come il numero di società di gestione del risparmio. Se nel 2006 i quattro player multimarca facevano riferimento a 84 società di gestione attualmente si rivolgono a 126 Sgr. In particolare Fineco fa registrare l’aumento percentuale maggiore, 85%, Iwbank, pur mantenendo il numero maggiore di società esterne, presenta un tasso di crescita inferiore, intorno al 20%. Aumenta anche il numero di fondi offerti. I quattro player multimarca, in particolare, propongono una serie di prodotti per diversificare il più possibile il mercato. Fineco rispetto al 2006 aumenta l’offerta di fondi del 140% passando da 1. 000 a 2. 400 mentre Iwbank incrementa del 35% circa, passando da 1. 400 fino a 2. 000. Banca Sella e Webank presentano una gamma di prodotti ben al di sotto dei primi due player. La logica del supermercato proposta dai player multimarca non sembra però avere sviluppato dinamiche virtuose sul bacino di utenza. Se guardiamo infatti ad altri rami del mercato del risparmio, come i conti deposito o l’investimento in titoli, vediamo che la percentuale di chi investe in fondi è inferiore. Su questo dato influisce di sicuro la poca trasparenza dell’offerta e la minore predisposizione all’informazione finanziaria da parte dell’utenza. Infatti solo il 28% di chi utilizza il banking online accede ad un’informazione finanziaria. Sul versante della trasparenza dell’offerta bisogna sottolineare la differenza esistente fra i player multimarca e gli altri. I primi infatti dispongono di siti web che rispondono alle esigenze di una clientela attiva. Sui siti di questi operatori è infatti possibile ottenere le informazioni necessarie per attivarsi e per gestire il proprio portafogli in autonomia. Gli altri player invece mantengono delle modalità di sito vetrina senza peraltro sfruttarne appieno le possibilità neanche sotto questo aspetto. Su molti dei siti in questione infatti risulta persino difficile ottenere informazioni inerenti i prodotti offerti. Tali informazioni stentano ad ottenersi anche chiamando i numeri verdi reperibili sulle pagine web. Questo stato di cose costringe ancora la clientela a recarsi in filiale per ottenere anche solo informazioni inerenti il prodotto. In generale, la percentuale di utenti che utilizzano i servizi online del risparmio gestito rappresentano ancora una quota inferiore al 10% del mercato del banking, rimanendo intorno ai 400 mila. Questo dato conferma che i servizi online del mercato del risparmio gestito non riescono a sfruttare le potenzialità del mezzo. La dinamica del mercato si sviluppa inoltre in maniera concentrata dal momento che solo i primi 5 player hanno quote superiori al 10%: Banca Intesa, Ing Direct, Fineco, San Paolo e Unicredit. La miglior performance è di Fineco che avanza di tre posizioni e che vede così premiata la politica di ampliamento dell’offerta di fondi e diversificazione delle Società di gestione. Intesa passa dal secondo posto al primo e Ing Direct dal terzo al secondo. Le modalità di acquisizione di clientela mantengono comunque delle differenza. Alcuni, come Intesa, usano l’online semplicemente come strumento di avvicinamento obbligando il cliente a recarsi in filiale per la conclusione vera e propria. Diversamente Ing Direct mira all’acquisizione di clientela tramite offerte molto convenienti su comparti diversi, come i depositi online. Acquisita la fiducia del cliente propone successivamente prodotti di risparmio gestito appetibili dal punto di vista delle performance. Appare interessante osservare che il liberarsi di risorse economiche derivanti dalla riforma della previdenza integrativa non abbia influito in alcun modo sul mercato del risparmio gestito. Sono 4,6 milioni gli utenti che si sono rivolti a forme alternative di gestione o pensionistica. In particolare, rispetto all’anno precedente, si è registrato un aumento percentuale del 41,8%. Il mercato del risparmio gestito non è stato in grado dunque di intercettare le risorse liberate dall’intervento del legislatore, contrariamente per esempio a quanto successo per il pagamento dei moduli F24 online che ha fatto registrare una immediata impennata del mercato del banking online. Il risparmio gestito online risente dunque sì della crisi generale che investe il settore tradizionale, ma i player online hanno anche delle evidenti responsabilità sul mancato sviluppo di questo settore. Poca trasparenza e fruibilità dello strumento aggiunti alla scarsa scolarità finanziaria, soprattutto italiana, confermata dalla bassa fruizione dei siti di news a tema, svolgono un ruolo determinante. Tuttavia il tasso di innovazione dei servizi dal punto di vista dell’offerta non permette di sfruttare i vantaggi della digitalizzazione del settore. In tal modo il mercato online rimane legato alle dinamiche del risparmio gestito tradizionale e non intercetta i flussi disponibili. .  
   
 

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