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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Luglio 2006
 
   
  PER L’EUROPARLAMENTO, IN TALUNI CASI, LA CIA È STATA «DIRETTAMENTE RESPONSABILE» DI ATTIVITÀ ILLEGALI IN EUROPA

 
   
  Bruxelles, 10 luglio 2006 - La Cia, in taluni casi, è stata direttamente responsabile «dell´arresto, dell´espulsione, del rapimento e della detenzione illegali di persone sospettate di terrorismo» in Europa. E´ quanto sostiene una relazione intermedia approvata dal Parlamento che critica anche il coinvolgimento e la complicità di alcuni Stati membri. I deputati hanno dato il via libera al prolungamento di sei mesi dei lavori della commissione. La relazione ha ottenuto 389 voti favorevoli, 137 contrari e 55 astensioni. La lotta contro il terrorismo non potrà essere vinta «sacrificando gli stessi principi che il terrorismo tenta di distruggere» e «la tutela dei diritti fondamentali non deve mai essere compromessa». E´ quanto afferma il Parlamento europeo nella relazione intermedia di Claudio Fava (Pse, It) sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della Cia per il trasporto e la detenzione illegali di persone. I deputati sostengono inoltre che «il terrorismo va combattuto con mezzi legali e deve essere sconfitto nel rispetto del diritto internazionale e delle normative interne» e con «un atteggiamento responsabile da parte dei governi e dell´opinione pubblica». Nonostante l´assenza di qualsiasi potere investigativo paragiudiziario e «dinanzi alla segretezza opposta dalle autorità nazionali circa le presunte attività dei servizi di intelligence», la commissione temporanea afferma di aver raccolto «informazioni attendibili stando alle quali sul territorio europeo si sono svolte pratiche illegali che hanno interessato cittadini e residenti europei». I lavori finora realizzati, d´altra parte, dimostrano anche «la necessità di eseguire altre verifiche e di raccogliere elementi complementari di informazione». Attività della Cia in Europa. Sulla base delle prove presentate alla commissione temporanea, i deputati si dicono indotti a credere che, «in taluni casi», la Cia o altri servizi degli Stati Uniti «sono stati direttamente responsabili dell´arresto, dell´espulsione, del rapimento e della detenzione illegali di persone sospettate di terrorismo nel territorio degli Stati membri e di paesi in via di adesione e candidati all´adesione, nonché della consegna speciale di persone, tra cui anche cittadini o residenti europei». Nel ribadire quindi che tali atti «sono in contrasto con i principi del diritto internazionale e configurano una grossolana violazione dei diritti umani fondamentali», esprimono preoccupazione per il fatto che, dopo l´11 settembre 2001 e nel quadro dell´indispensabile lotta contro il terrorismo, «i diritti umani fondamentali sono stati oggetto, a varie riprese, di gravi e inammissibili violazioni». Nel deplorare che gli accordi di intesa tra gli Usa e i paesi europei non siano stati messi a disposizione della commissione temporanea, il Parlamento condanna la prassi delle consegne speciali che, spiegano i deputati, «fanno sì che i sospetti non siano sottoposti a processo, bensì siano trasferiti verso paesi terzi per esservi interrogati, eventualmente torturati e detenuti in strutture controllate dagli Stati Uniti o dalle autorità locali». Inoltre, ritengono «inammissibili» le prassi di taluni governi volte a limitare la proprie responsabilità «chiedendo assicurazioni diplomatiche da paesi nei cui confronti sussistono forti motivi per presumere che pratichino la tortura». Nella misura in cui richiedono un’eccezione alla norma, secondo i deputati, tali assicurazioni diplomatiche costituiscono «un tacito riconoscimento dell´esistenza di pratiche di tortura in paesi terzi». Il Parlamento esprime poi «profonda preoccupazione» per il fatto che tutti i lavori finora svolti dalla commissione temporanea sembrano indicare che lo spazio aereo e gli aeroporti europei sono stati utilizzati per il trasferimento illegale di persone sospettate di terrorismo sotto custodia della Cia e dell’esercito statunitense o di altri paesi (tra cui l´Egitto, la Giordania, la Siria e l´Afghanistan) «che usano sovente la tortura negli interrogatori, come riconosciuto dallo stesso governo statunitense». D´altra parte, accoglie con favore la reazione del Congresso statunitense, che ha applicato l´emendamento Mccain concepito per assicurare ai presunti terroristi una protezione migliore da trattamenti illegali da parte di agenzie statali. Per i deputati, «il numero elevato» di voli di aeromobili posseduti o noleggiati dalla Cia utilizzando lo spazio aereo e gli aeroporti europei costituisce una violazione della Convenzione di Chicago che impone l´obbligo di ottenere un´autorizzazione in materia di voli di Stato. Deplorano poi che nessun paese europeo abbia adottato procedure volte a verificare se gli aeromobili civili «non servissero a fini incompatibili con le norme internazionalmente riconosciute in materia di diritti umani». D´altra parte, considerano assolutamente insufficiente la legislazione europea in materia di cielo unico europeo, di utilizzazione, controllo e gestione degli spazi aerei nazionali, di utilizzo degli aeroporti degli Stati membri e dei vettori europei e sottolineano la necessità di fissare nuove regole nazionali, europee e internazionali. Facendo proprio un emendamento proposto dal Ppe/de, inoltre, il Parlamento osserva che i lavori della commissione temporanea «non hanno finora fornito prove che dimostrino l´esistenza di prigioni segrete nell´Ue». Tuttavia, ritiene che nei mesi futuri i lavori della commissione temporanea debbano concentrarsi maggiormente su tale tema. Il ruolo dei governi europei, il caso Abu Omar. Sulla base delle testimonianze e dei documenti finora raccolti, il Parlamento «ritiene inverosimile» che taluni governi europei «non fossero a conoscenza delle attività legate alle consegne speciali svolte nel proprio territorio». In particolare, i deputati ritengono «del tutto inverosimile» che «diverse centinaia di voli» attraverso lo spazio aereo di vari Stati membri e altrettanti movimenti in arrivo o in partenza da aeroporti europei «possano essere stati effettuati senza che i servizi preposti alla sicurezza né i servizi di intelligence ne abbiano avuto cognizione e senza che i responsabili di tali servizi siano stati quanto meno interrogati sui rapporti fra tali voli e la pratica delle consegne speciali». Questa considerazione, è spiegato, sarebbe suffragata dal fatto che personalità di primo piano dell’amministrazione Usa «hanno sempre affermato di aver proceduto senza aver violato la sovranità nazionale dei paesi europei». Adottando un emendamento proposto dal Ppe/de, d´altra parte, il Parlamento prende atto dei contributi del coordinatore Ue per la lotta al terrorismo e dell´Alto rappresentante per la Pesc, «i quali hanno entrambi dichiarato di non essere a conoscenza di violazioni del diritto nazionale, internazionale o europeo da parte degli Stati membri che cooperano con la Cia, aggiungendo che, ai sensi del diritto comunitario, non sono autorizzati a chiedere agli Stati membri informazioni al riguardo». La relazione ritiene ugualmente inverosimile, visto quanto emerso dalle inchieste giudiziarie, dalle testimonianze e dalla documentazione esaminata, che il rapimento del cittadino egiziano Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 febbraio 2003 ad opera di agenti della Cia, trasportato prima ad Aviano e poi a Ramstein, «possa essere stato organizzato ed eseguito senza alcuna comunicazione previa alle autorità governative o ai servizi di sicurezza italiani». Con 291 voti favorevoli, 283 contrari e 13 astensioni, inoltre, il Parlamento ha adottato un emendamento proposto dalla Gue/ngl che invita il governo italiano, ove si presumano modificate le condizioni che hanno determinato la precedente decisione, a chiedere l´estradizione dei ventidue agenti della Cia coinvolti nel rapimento di Abu Omar, «al fine di agevolare il procedimento giudiziario in corso e contribuire all´accertamento della verità». Nel condannare poi altri casi simili verificatesi in Europa, il Parlamento evidenzia la necessità di un maggior controllo democratico e giudiziario delle misure anti-terrorismo dell’Ue. Chiede quindi che il gruppo di lavoro del Consiglio sulla lotta al terrorismo tratti sistematicamente la questione della protezione dei diritti umani durante le sue riunioni e pubblichi una relazione annuale in materia e invitano la futura Agenzia per i diritti fondamentali a prestare particolare attenzione ai casi che implicano l’estradizione di presunti sospettati di terrorismo da Stati membri a paesi terzi. Cooperazione tra i servizi segreti. Il Parlamento deplora il fatto che le regole concernenti le attività dei servizi segreti «siano apparentemente inadeguate» in diversi Stati membri e ciò, per i deputati, «rende necessario istituire controlli migliori, in particolare per quanto riguarda le attività dei servizi segreti stranieri nel proprio territorio, comprese le basi militari straniere». A suo parere, inoltre, occorre adottare norme in materia di cooperazione a livello dell´Unione europea. In proposito, pur dicendosi consapevoli dell´importanza di una stretta cooperazione fra i servizi di intelligence degli Stati membri e quelli degli Stati alleati, sottolineano «che tale cooperazione non deve essere confusa con l´abbandono della sovranità sul territorio e lo spazio aereo europei». Sottolineando poi la diversità di approccio fra i modelli giuridici americano e europeo su tali tematiche, il Parlamento riconosce tuttavia che il terrorismo internazionale rappresenta una delle minacce principali per la sicurezza e la stabilità dell´Ue, nonché per l´intera comunità internazionale, e che essa può essere combattuta unicamente con mezzi legali, in stretta cooperazione con gli Stati Uniti. La difesa dei diritti umani è un dovere. Il Parlamento rammenta agli Stati membri che hanno l´obbligo di accertare formalmente se il proprio territorio o spazio aereo siano stati utilizzati per violazioni dei diritti umani commesse da essi stessi o da Stati terzi con la loro necessaria cooperazione diretta o indiretta, e di adottare ogni misura legislativa atta ad evitare che tali violazioni abbiano a ripetersi. Sottolinea inoltre che la proibizione della tortura e di un trattamento crudele, inumano e degradante «è assoluta e senza eccezioni», indipendentemente dal fatto che si tratti di stato di guerra o di minaccia di guerra, di instabilità politica interna o di altri stati di emergenza. Ricorda poi che i casi di detenzioni segrete, di rapimenti e di consegne speciali costituiscono violazioni dei diritti fondamentali in virtù del diritto internazionale, soprattutto nella misura in cui tali atti sono sinonimo di tortura o di trattamenti inumani e degradanti. In proposito, i deputati sottolineano che le informazioni o le confessioni estorte sotto tortura o mediante un trattamento crudele, disumano e degradante, «non possono in nessun caso essere considerate prove valide» e giudicano con grande scetticismo l´attendibilità delle confessioni ottenute con la tortura e il loro presunto contribuito alla prevenzione e alla repressione del terrorismo. Chiedono quindi fermamente agli Stati membri, ai paesi in via di adesione e ai paesi candidati di rispettare rigorosamente la convenzione dell´Onu contro la tortura, e segnatamente il principio del non respingimento, secondo cui "Nessuno Stato Parte espelle, respinge né estrada una persona verso un altro Stato qualora vi siano serie ragioni di credere che in tale Stato essa rischia di essere sottoposta a tortura". Inoltre, invitano gli Stati membri ad evitare ogni ricorso a garanzie diplomatiche contro la tortura. Il Parlamento, inoltre, rileva la necessità urgente di pervenire a una interdizione chiara, in termini di diritto internazionale, delle "consegne speciali" e chiede alle istituzioni europee di adottare una posizione comune in materia e di affrontare la problematica con i paesi terzi interessati. Invita poi gli Stati membri a prendere una posizione più decisa in merito alla chiusura del centro di detenzione di Guantanamo Bay. Occorre anche assumere un ruolo proattivo nel trovare una soluzione per i detenuti contro cui non sarà intentato alcun procedimento giudiziario e che non possono tornare nel loro paese d´origine o di residenza perché sono diventati apolidi o perché vi sarebbero sottoposti a tortura o ad altri trattamenti crudeli, disumani o degradanti. Infine, gli Stati membri sono esortati a fornire a tutti i cittadini europei e a tutti coloro che hanno risieduto nell´Ue e che sono attualmente detenuti a Guantanamo «tutto il sostegno e l´assistenza necessari, in particolare in campo legale». Futuri lavori della commissione temporanea. Il Parlamento rileva la necessità di proseguire i lavori della commissione temporanea e approfondire la valutazione degli episodi corrispondenti al fine di verificare l´esistenza di una violazione, da parte di uno o più Stati membri, dell´articolo 6 del trattato sull´Unione europea che impone il rispetto dei diritti umani. I deputati sottolineano inoltre l´opportunità di estendere le indagini ad episodi e a paesi non citati espressamente nella relazione e propongono che la commissione temporanea prosegua i suoi lavori per la durata restante del mandato regolamentare di dodici mesi, fatto salvo un eventuale prolungamento. Per i deputati, infine, la commissione temporanea, al termine dei propri lavori, dovrà suggerire anche i principi da adottare in merito alla necessità di disposizioni di monitoraggio interno dell´Ue per garantire che gli Stati membri rispettino i loro obblighi in materia di diritti umani. Ma anche riguardo a nuove norme sullo scambio di informazioni tra i servizi di intelligence, agli accordi con paesi terzi e con organizzazioni internazionali impegnate nella lotta al terrorismo e agli accordi conclusi con i paesi terzi nel quadro della politica europea di vicinato. .  
   
 

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