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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Marzo 2008
 
   
  SECONDO L´EURAB, OCCORRE UN DIALOGO PIÙ ELOQUENTE TRA RICERCATORI E SOCIETÀ

 
   
  Bruxelles, 5 marzo 2008 - Secondo una relazione del Comitato consultivo europeo per la ricerca (Eurab), i ricercatori necessitano di scambi più eloquenti con la società e devono prendere più seriamente le preoccupazioni espresse dal pubblico in merito al loro operato. Negli ultimi anni i ricercatori hanno intensificato gli sforzi per comunicare la loro ricerca all´opinione pubblica. Tra le attività promosse figurano le settimane e i festival della scienza, nonché conferenze con la partecipazione di organizzazioni non governative. Tuttavia, tali iniziative di comunicazione spesso hanno registrato un successo limitato e in alcuni casi hanno persino acuito nell´opinione pubblica la percezione del rischio di sviluppi basati sulla ricerca. Una spiegazione di tale mancata connessione col pubblico è che quest´ultimo spesso non ha le medesime priorità e gli stessi sistemi di valori dei ricercatori. «La natura umana è ostinatamente soggettiva e spesso oppone resistenza all´ordine razionale. I membri della società possono assumere prospettive diverse e seguire percorsi di conoscenza che si discostano da quelli dei ricercatori», si legge nella relazione. «Pertanto, limitarsi a comunicare meglio quello che la scienza sta facendo potrebbe non essere sufficiente e rivelarsi persino controproducente». La relazione suggerisce «ai ricercatori di tentare di esaminare il proprio lavoro dal punto di vista della dimensione sociale, di coinvolgere altre parti interessate e di prendere seriamente le preoccupazioni espresse dal pubblico in merito al loro operato». Adeguare la ricerca alle esigenze e agli interessi della società non significa soltanto fugare i timori del pubblico, è anche importante per la crescita economica futura dell´Europa. «Se i ricercatori non sono in sintonia con le preoccupazioni del pubblico, espresse ad esempio dalle parti interessate e dagli esponenti della società, i loro risultati potrebbero non essere sufficientemente rilevanti dal punto di vista sociale e compromettere pertanto lo sviluppo di eventuali innovazioni», si afferma nella relazione. L´eurab formula varie raccomandazioni su come la comunità della ricerca potrebbe migliorare il dialogo e l´impegno con diversi attori della società. Un suggerimento consiste nell´introdurre prospettive non scientifiche nei piani di studio universitari. Poiché operano principalmente all´interno di circoli ristretti, i ricercatori raramente sono esposti ad altre prospettive o ai membri della società. Le università dovrebbero pertanto tentare di sviluppare strutture volte a «far quadrare il cerchio», afferma l´Eurab, per incoraggiare il dialogo e gettare le basi di un´interazione più aperta. «è durante questi anni formativi che i ricercatori potrebbero riuscire a comprendere in che modo il pubblico percepisce il loro lavoro, vale a dire non come risposte chiaramente definite, o bianche o nere, bensì come aree grigie su cui influiscono altre preoccupazioni». Un altro strumento per migliorare il dialogo consiste nel renderlo un fattore che influisce sulle prospettive di carriera del ricercatore. In una cultura «incentrata sulla ricerca», i ricercatori sono soggetti a enormi pressioni per pubblicare i risultati delle attività, attrarre fondi per i loro dipartimenti e costruire carriere basate sulla «ricerca concreta». La comunicazione della scienza è vista come causa di ripercussioni negative sul percorso professionale. Per l´Eurab, tale cambiamento di percezione sarà un processo a lungo termine, in cui la Commissione europea potrebbe rivelarsi preziosa. Ad esempio, potrebbe produrre una serie di azioni che sottolineano il valore di un maggiore impegno e come ciò potrebbe far progredire la carriera nel campo della ricerca. Tuttavia, non sono solo i ricercatori a dover cambiare, anche la società deve essere più coinvolta nel processo di ricerca. «La responsabilizzazione degli esponenti della società costituisce il primo passo verso il dialogo sulla ricerca e l´innovazione», afferma l´Eurab. Per continuare a coinvolgerli nel processo occorre fornire loro i mezzi per sensibilizzarli sul fatto che in qualche modo stanno contribuendo positivamente al dialogo, in qualità di partner. «In altre parole, ai membri della società, come ai gruppi di pazienti, dovrebbe essere data la possibilità di sviluppare le proprie capacità di ricerca», si legge nella relazione, secondo la quale il programma «Capacità» del Settimo programma quadro (7°Pq) sta andando nella giusta direzione, proponendo azioni che avvicinano maggiormente gli esponenti della società ai ricercatori. L´eurab ha dichiarato di voler monitorare da vicino il progresso di tali azioni. Le piattaforme tecnologiche europee (Pte) potrebbero rappresentare anch´esse un metodo efficace per rafforzare il coinvolgimento della società nella ricerca. Ad oggi, la partecipazione di molteplici parti interessate alle Pte è rimasta confinata alle imprese, al governo e alle università. Per coinvolgere un pubblico più ampio, l´Eurab suggerisce l´istituzione di workshop sul consenso. «Le informazioni raccolte nei processi di partecipazione e inserite nelle piattaforme tecnologiche non sono soltanto utili per individuare le posizioni di consenso o di dissenso delle parti interessate e orientare così la ricerca, ma potrebbero incoraggiare un´interazione più equilibrata dei membri della società sulle piattaforme», osserva la relazione. La raccomandazione finale del documento consiste nel coinvolgere diversi membri della società nelle varie fasi della valutazione della ricerca. Ciò comporterebbe un primo confronto della partecipazione attuale di tali soggetti nei processi di valutazione, nonché uno studio delle tendenze in termini di livello di partecipazione. «I membri della società possono offrire contributi preziosi per esercitare un impatto sui gruppi di valutazione. Anche il coinvolgimento di esponenti della società nella veste di giudici o di giurati potrebbe motivare i ricercatori a intensificare il dialogo e a integrare altre posizioni nel loro lavoro di ricerca», ha concluso l´Eurab. Per maggiori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/research/eurab/index_en. Html .  
   
 

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