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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2008
 
   
  IL MIO GIRO - APPUNTI DI VIAGGIO AL SEGUITO DEL GIRO D´ITALIA DI LUCA GREGORIO

 
   
  Milano, 10 marzo 2008 - Ho avuto la fortuna di seguire, come inviato, eventi sportivi come le Olimpiadi, i mondiali di calcio del 2006, gran premi di Formula 1 e del Motomondiale, mondiali di ciclismo e tanti altri, ma Nessuno di questi è paragonabile, come esperienza umana, oltre che professionale, al Giro d´Italia. Certamente il prestigio di un´Olimpiade, l´attenzione che circonda una Coppa del Mondo di calcio, sono superiori. Ma, ugualmente, non le baratterei con la corsa della Gazzetta dello Sport. Il Giro d´Italia è un viaggio di tre settimane, nel quale ogni giorno cambia l´accento delle persone con cui parli, cambiano i sapori del cibo, gli odori della natura, i paesaggi. Dal turchese del mar Ligure, al celeste delle coste sarde, agli scorci meravigliosi del Gargano o della Calabria, all´entroterra collinare con i suoi villaggi medievali delle Marche, alla Garfagnana, alla Versilia, alla riviera romagnola, fino alle rocciose Dolomiti. In altre parole dalla ´nduja calabrese ai canederli, dal Nero d´Avola al Gewurztraminer, passando per il Chianti, il Greco di Tufo, il Dolcetto, il Lagrein. Una varietà di aromi che nessun paese al mondo può vantare. Una mescolanza di sapori e odori, di piaceri per il gusto e per la vista. Tutto ciò si mescola con l´avventura sportiva più faticosa di 200 temerari che rischiano la vita gettandosi a capofitto nelle discese più vertiginose e senza alcuna protezione, che perdono 5 litri di sudore al giorno, che scalano le salite più arcigne e percorrono a velocità per noi difficilmente immaginabili le strade della nostra splendida penisola. E tutti, dal primo all´ultimo, vengono applauditi e incitati con lo stesso entusiasmo da un pubblico di milioni di persone, che attende per ore, ma vede i propri beniamini per pochi secondi. Retorica? Forse, ma è la pura verità. Chi ha la possibilità di vivere tutto ciò non se ne scorda, anche perché tra le centinaia e centinaia di ´suiveurs´, indipendentemente dal ruolo che occupano nell´universo della carovana, si crea un senso di amicizia, quasi di fratellanza, anche se non ci si conosce a fondo. Basta guardarsi negli occhi tra quanti hanno il pass al collo, indipendentemente dal colore, per sentirsi ´sulla stessa barca´, per sapere che si vive la stessa faticosa avventura, che si condivide qualcosa di grande. E così, quando il Giro d´Italia finisce, anche se la gioia di fare ritorno a casa dopo una lunga assenza non manca, ad essa si accompagna sempre il magone, si associa un senso di vuoto per una indimenticabile esperienza che finisce. Perciò, quando alla fine del Giro d´Italia Luca Gregorio mi ha detto che avrebbe preferito seguire ancora il Giro in futuro, a prezzo di rinunciare a qualsiasi altro evento, ho provato un senso di soddisfazione. Perché aveva capito tutto ciò. E con entusiasmo ho accettato di scrivere questa prefazione, augurando ancora una volta a lui e a voi, buon Giro. Luca Gregorio, nato a Milano il 12 agosto 1981, è giornalista pubblicista dal settembre 2005. Ha cominciato come radiocronista di basket, il suo primo grande amore professionale e che ancora segue con viva passione e costanza. Ha fatto diverse esperienze come inviato nel mondo della pallacanestro, della pallavolo e del calcio. Lavora per Agr dal settembre 2005 e collabora anche con le emittenti televisive Eurosport e Sportitalia. Scrive canzoni, suona in un gruppo e gioca a calcio. Editrice Nuovi Autori Prezzo copertina: 12,00 € .  
   
 

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