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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2008
 
   
  AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO GIULIETTA E ROMEO BALLETTO IN DUE ATTI LIBERAMENTE ISPIRATO ALLA TRAGEDIA DI WILLIAM SHAKESPEARE

 
   
  Milano, 10 marzo 2008 - Sabato 15 marzo, al Teatro Ventaglio Smeraldo di Milano, la compagnia del Balletto di Roma porta in scena Giulietta e Romeo, un classico del teatro di danza contemporaneo italiano. La storia è ambientata nell’Italia del secondo dopoguerra, assetata di passioni che rinfranchino dagli orrori del passato. Giulietta diventa il simbolo di un irresistibile desiderio di sfuggire alle regole di un mondo piccolo e provinciale che impone alla donna una condizione di sudditanza, scontrandosi con il suo irrefrenabile desiderio di emancipazione. Romeo, invece, è un giovane timido, introverso, solitario, totalmente aperto al desiderio e alla curiosità dell’amore, vittima consapevole dell’irruenza della sua leggendaria compagna. Filtrando gli archetipi shakesperiani e la tradizione ballettistica della partitura di Prokofiev attraverso un’opera di riscrittura drammaturgica personale Fabrizio Monteverde, nella sua prima produzione “a serata” del 1989 per l’allora giovane Balletto di Toscana, ci propone due personaggi influenzati non solo dalla tradizione classica, ma anche da echi cinematografici, riferimenti letterari e citazioni di usanze e costumi nostrani. Un’ulteriore prova di questa autonomia rispetto al testo originale si riscontra nello sviluppo di due personaggi trattati da Shakespeare solo sinteticamente: le madri dei due giovani. La madre Montecchi, inchiodata istericamente ad una sedia a rotelle, è la terribile dea ex machina della vicenda, con la fatale istigazione alla vendetta per la morte di Mercuzio, mentre la madre Capuleti è una donna – oggetto, superficiale,sottomessa e sciocca. Queste figure assumono nel balletto una dimensione tragica assoluta e diventano i veri motori immobili della vicenda. Le tensioni interne alla storia si traducono in una coreografia nervosa, scattante, senza fronzoli, ma nella quale le forze espressive della formazione moderna del coreografo si fondono in un legato continuo agli spunti e alle linee della danza neoaccademica. .  
   
 

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