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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Marzo 2008
 
   
  ALLO SPAZIO MIL DI SESTO SAN GIOVANNI ANDREA BRAMBILLA IN TUTTI I SANTI GIORNI PAROLE PER UN ANNO DI MICHELE SERRA

 
   
  Milano, 10 marzo 2008 - Dopo il grande successo dell’anno passato torna lo spettacolo di Andrea Brambilla su testi di Michele Serra presso lo Spazio Mil di Sesto San Giovanni Il protagonista del monologo non ha un nome, ma ha una lunga storia alle spalle. Una storia lunga vent’anni. Quello che comincia a raccontarci è che sta per “andare via”. Per “partire”. Forse per le ferie. Forse sta traslocando. Non lo sappiamo. Questo, comunque, è il suo “ultimo giorno”. Ed è felice che lo sia. Molto felice. Tornerà spesso su questo concetto. È molto stanco dei tempi che sta vivendo. Ne ha abbastanza dell’astio e del rancore imperanti. Andrea Brambilla – Zuzzurro – ritorna sul palcoscenico come protagonista e "alter ego" di una delle nostre penne più lucide e graffianti, Michele Serra, e dà voce a un percorso di visioni e commenti in cui si traccia la quotidiana “discesa agli inferi” di un uomo comune, impegnato a districarsi tra una selva di comunicati, veline, proclami, vip, giornalisti di guerra, di pace, di caldo e di freddo, di insegne sempre più insulse. È l´antologia ideale di una quotidianità assurda, e non per questo meno reale. A guidare le reazioni violente e tenere sono le lungimiranti osservazioni sul mondo che ci circonda, osservato attraverso la graffiante e comica satira dell’autore, che suggerisce, scuote, indaga. L’uomo appare in fuga da tutto, ma qualcosa non torna, non tutto è come sembra, e una verità grottesca e misteriosa minaccia di prendere il sopravvento. Eppure è solo un attimo di lucidità, e tutto ritorna come prima, nell’impossibilità di sfuggire da “tutti i santi giorni”. In una stanza sobriamente arredata, due grandi pannelli sui quali sono appesi una certa quantità di grossi post-it. Su ciascuno dei fogli adesivi rosso fluorescente è scritto il nome di una persona o di una “cosa” che il personaggio dal giorno dopo non vedrà più. Andrea “Michele Serra” Brambilla li stacca a uno a uno dalla bacheca. Appallottola il foglio e lo getta via, finché il pannello rimarrà spoglio. Al centro della stanza una videocamera, sistemata su un treppiede. È a questa che il singolare personaggio si rivolge, raccontando – poco a poco – la sua storia passata e recente, e le decisioni che ha intenzione di prendere. Il suo interlocutore invisibile si chiama Michele. Quello che lascerà a “Michele” è un vero e proprio messaggio di addio. Un ritratto tragicomico in cui ce n´è per tutti. E un finale a sopresa da cui è difficile riuscire a salvarsi. “Scrivere tutti i giorni per anni usando il materiale che la cronaca, la politica, il costume ci rovesciano addosso a ritmo forsennato. Scrivere cercando di rifare un poco di ordine, di ridare un minimo di significato alle notizie, agli umori pubblici e privati, alle proprie reazioni. Scrivere come se scrivere fosse una misura di igiene mentale, una ginnastica emotiva, uno sgranchire la ragione, cercando di riattivare se stessi, ogni mattina, per non lasciarsi sopraffare dal troppo che accade. ” Michele Serra .  
   
 

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