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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Marzo 2008
 
   
  INTRECCI: EMANUELA CAMPANI LAPILLI ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE

 
   
   Trieste, 11 marzo 2008 - S’inaugura a lunedì 17 marzo 2008 alle ore 18. 00 alla Sala Comunale d’arte (piazza Unità d’Italia, 4) la mostra personale dell’artista triestina Emanuela Campani Lapilli intitolata Intrecci. La rassegna, che propone una ventina di opere pittoriche tutte recenti, realizzate nel 2006 e 2007 appositamente per questa esposizione, sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni e rimarrà visitabile fino al 6 aprile. Delicatezza e bellezza postmoderna, un’inquietudine sottile che guida il segno nervoso, mitigato e nel contempo sottolineato da vivaci e istintivi guizzi cromatici, da cui scaturiscono bagliori di luce e trasparenze - scrive Accerboni - caratterizzano il linguaggio espressionista e fine di Emanuela Campani e ne testimoniano la tenace sperimentazione. Un segno, quello dell’artista triestina, capace di librarsi in passato con consapevolezza e talento lungo i sentieri impervi e non facilmente mistificabili della rappresentazione narrativa della figura umana: nudo e ritratto, due discipline percorse dalla metà degli anni novanta a oggi nel fascinoso e antico atelier di Franco Chersicola, artista a sua volta assai meritevole e libero nel gesto pittorico e compositivo, nonché molto amato dai suoi discepoli. Ancor prima la Campani si era dedicata per anni alla pittura su seta, poi la sperimentazione sul tema del corpo e sulla tecnica del collage, sviscerata con passione nello studio del maestro arroccato sul colle, ha prodotto una metamorfosi contemporanea, che ha indotto progressivamente l’artista ad abbandonare lungo la strada le reminiscenze neoclassiche che affiorano più o meno coscientemente nella nostra cultura, per lasciare il passo a un fremito vivo e quasi doloroso, che la pittrice sa ammantare di interessanti suggestioni cromatiche di notevole originalità. Come se il seme della riflessione esistenzialista sul mistero ontologico, avesse prodotto sottile inquietudine… Così, quasi seguisse gli iati delle note di Stravinskij o della musica dodecafonica, Campani procede insinuando nelle proprie composizioni, eseguite ormai come una sorta di pittura automatica, una trama intensa e concettuale, quale rappresentazione, o meglio interiorizzazione, della realtà: una gestualità - conclude il critico - giunta ormai pressoché ai limiti dell’informale e attratta oggi dall’astrazione, che le ha fatto meritare nel 2006 il primo premio per la grafica al prestigioso Concorso nazionale Agassi di Bergamo “per la vivacità di nerbo e (di) segno in espressività e modulazioni tecniche tali da suggerire vigore di figure calate in un ambiente, suggerendo dinamiche di moto interiore e tratti esistenziali testimoni del nostro tempo”, come recita la motivazione del riconoscimento. .  
   
 

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