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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Marzo 2008
 
   
  PARMA: LIRICA, IL TENORE FRANCESCO MEDDA CONQUISTA LE TERRE VERDIANE 11 E 13 APRILE 2008 A FIDENZA IN TURANDOT; 17 E 19APRILE A CARPI; 3 MAGGIO A PIACENZA

 
   
  Parma, 11 marzo 2008 - Un tenore drammatico, dalla voce brunita, per un ruolo passionale e fiabesco al contempo: l’interprete lirico Francesco Medda – voce di spicco nel palmarès nazionale delle ugole d’oro, reduce dai successi di Otello a Bergamo e Don Alvaro a Vercelli – porta sul palcoscenico del Teatro Magnani di Fidenza (Parma) la tessitura estrema del Principe Calaf in Turandot di Giacomo Puccini, venerdÏ 11 aprile alle 20. 30 con replica domenica 13 aprile alle 16. Si tratta di un ruolo importante per il sardo Medda, uno dei pochi tenori drammatici con tre ottave di estensione e la capacita di fondere la passione della voce alla perfetta dicitura del verso, che rende comprensibile il fraseggio scandito anche sotto il profilo contenutistico. Voce molto interessante, di grande personalità, Medda è nome di prestigio amato dagli appassionati del melodramma che ritrovano in lui “una colata lavica che prende il respiro” di chi lo ascolta. La presenza di Medda nelle Terre Verdiane – nel cast di Turandot ad aprile - Ë un valore aggiunto per la produzione lirica territoriale e una chicca per il pubblico emiliano-romagnolo che potra ascoltare un artista dalla vocalita sicura e possente, coniugata a un’affascinante presenza scenica e soprattutto capace di trasmettere emozioni vere al pubblico dell’opera. Allievo di Franco Corelli, ha studiato anche con Carlo Bergonzi e ha ricevuto il sostegno e l’incitamento del maestro Giuseppe Di Stefano che lo ha incoraggiato a lasciar fiorire la natura di una vocalità intensa perchè aveva scorto in Medda una qualitàin più :allo studio della partitura sapeva fondere una passionalità immediata, istintiva, carica di simpatia. Dunque, con Medda il volume della parola torna al centro della scena e il colore diventa calore arrivando all’anima del pubblico in sala: il ruolo del principe Calaf sarà una ulteriore scommessa per il tenore, che ha già offerto le sue corde a Cavaradossi in Tosca, Chenier nell’Andrea Chenier, Don Alvaro ne La Forza del Destino, Otello in Otello. Nel repertorio del tenore c’è Radames in Aida, Canio nei Pagliacci, Turiddu nella Cavalleria Rusticana, Pinkerton in Madama Butterfly, Don Josè in Carmen, Manrico ne Il Trovatore, Des Grieux in Manon Lescaut, Sansone in Samson ed Dalila. Conterraneo del grande tenore sardo Bernardo Demuro, dall’isola Medda ha iniziato la sua carriera come baritono interpretando molti tra i più importanti ruoli. Si è esibito in importanti teatri sia in Italia che all’estero: Cape Town, Buenos Aires, Osaka, Tokyo, Il Cairo, Dublino, Toronto dove ha tenuto alta la bandiera dell’opera lirica tricolore, tutta italiana. Ha cantato a La Scala di Milano, Teatro Palafenice a Venezia, al Festival Puccini a Torre del Lago, a Modena, Ravenna, Roma. Ha collaborato con grandi direttori quali De Bernardt, Chailly, Gandolfi, Bellugi, Bonynge e registi quali Zeffirelli, De Tomasi, Crivelli, Van Hoecke. Ha inciso i Carmina Burana per la Kicco Classic e il cd-rom Verdi per la de Agostini. Maestro Medda, come sarà il Calaf per Turandot a Fidenza e a Carpi? Il confronto con i grandi Calaf del passato quali Corelli, Del Monaco, rende la sfida immensa e l´aria "Nessun dorma" Ë ormai conosciuta universalmente nella versione di Pavarotti. Ma credo che la loro lezione insegni a portare in scena la propria personalità e unicità. Calaf è un personaggio ad altissima temperatura drammatica, che brucia d´amore per la bellissima e irragiungibile Turandot. Quindi Ë un ruolo ad alto impatto emotivo. La Turandot è una partitura moderna e la sua ambientazione fiabesca apre il campo a svariate possibilità interpretative. La stessa ambientazione esotica offre alla regia spunti per una interpretazione che puÚ essere spinta in varie direzioni. A volte ci chiediamo quanto durerà l´opera proprio per la difficoltà di rinnovarsi, ma è un problema relativo. Anche nella sua forma più tradizionale l’opera continua a raccontare i grandi sentimenti, le passioni, le vicissitudine dell’anima. Ecco perchè è una forma d’arte così longeva. Su cosa si concentra nella fase preparatoria? Amo la parte drammaturgica e scenica almeno quanto quella musicale: scompongo spartito e libretto fino a trovare lo spunto per dare forma al personaggio. A volte una minima cosa offerta dalla quotidianità, un gesto, un espressione, un ambiente particolare, fa scaturire un´idea da rielaborare e riproporre in scena. A volte funziona, altre volte si accantona momentaneamente per trovare una sponanea collocazione per un momento successivo. Se proviamo un´emozione, prima o poi tenteremo di renderla al pubblico, anche a livello inconscio. Ogni interprete ha il proprio gusto della frase: io propongo il mio. Poi durante le prove e l´incontro con i colleghi del cast , dalla solitudine del proprio studio ci si confronta con gli altri e ogni volta il personaggio prende colori e connotazioni diverse. Da tenore ex-baritono com’è il rapporto con il collega-baritono che lo affianca? In generale è un rapporto di complementarità. Però non è il caso di Turandot, dove il baritono Ë una delle maschere e quindi non è l´antagonista diretto. Ma essere stato l’altro, il baritono, mi consente oggi di calibrare il rapporto e cogliere la compenetrazione dei personaggi; fra tanti, il binomio Jago - Otello è uno dei più interessanti. Dopo le date a Fidenza, sarà possibile riapplaudire il tenore Medda il 13 aprile a Carpi (Modena)il 17 e il 19 e il 3 maggio a Teatro Verdi di Fiorenzuola (Piacenza). Turandot Cast – Fidenza e Carpi La “Turandot” delle Terre Verdiane e di Carpi Ë una nuova produzione del Comune di Fidenza, del Gruppo Promozione Musicale “Tullio Marchetti” e dell’Associazione culturale “Rino Viani” di Carpi. La coproduzione con l’Associazione “Rino Viani” Ë la novità di questo allestimento e, al tempo stesso, un forte segnale di crescita. Il direttore d’orchestra e maestro concertatore è Pietro Mianiti. La nuova produzione, oltre la presenza di Francesco Medda nel ruolo del Principe Calaf, vanta la partecipazione di Cristina Piperno nei panni della principessa Turandot e di Romano Franceschetto (Mandarino), Vincenzo Di Nocera (Imperatore Altoum), Pietro Simone (Timur), Alice Quintavalla (Liù), Luciano Miotto (Ping), Romolo Tisano (Pong), Stefano Osbat (Pang). Le musiche saranno eseguite dall’Orchestra Filarmonica del Teatro Magnani e i cori dal Coro dell’Opera di Parma. Maestro concertatore e direttore d’orchestra: Pietro Mianiti. Maestro del coro: Emiliano Esposito. La regia e le scene sono di Paolo Panizza, i costumi di Artemio Cabassi. .  
   
 

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