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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Luglio 2006
 
   
  L´INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA TOSCANA - OPINIONI A CONFRONTO

 
   
   Firenze, 10 luglio 2006 - Le recenti e prolungate difficoltà incontrate dalle imprese toscane sui mercati internazionali hanno posto al centro del dibattito toscano, ma non solo, il tema della Competitività. Le nostre imprese, pur essendo in grado di realizzare prodotti di alta qualità, hanno sempre maggiori problemi a commercializzarli ed a venderli in virtù della difficoltà di presidiare i mercati mondiali. In questo ambito un ruolo fondamentale viene attribuito alle attività di promozione che, tuttavia, sono spesso svolte dai diversi soggetti presenti sul territorio in modo frammentario ed eterogeneo, con il risultato di non riuscire a fornire un contributo utile a favorire la presenza della Toscana nel mondo. Si pone dunque, in modo urgente, l´esigenza di riformulare una politica regionale per la promozione. Di questo si è parlato tra l´altro nell´ambito del Convegno "L´internazionalizzazione della Toscana: praticare sistema", un incontro presieduto da Alberto Magnolfi - Vice presidente Commissione "Attività produttive" del Consiglio regionale della Toscana, che si è svolto il 6 luglio scorso presso Toscana Promozione e nell´ambito del quale ha svolto la relazione introduttiva Vittorio Bugli - Presidente della Commissione "Attività produttive" del Consiglio regionale della Toscana. All´evento è intervenuto Enrico Ciabatti - Vice Segretario di Unioncamere Toscana, che si è soffermato sugli aspetti legati al coordinamento delle azioni di internazionalizzazioneche da parte di soggetti pubblici: "Sono due gli aspetti da trattare in relazione al tema del convegno: uno di contesto generale, l´altro più specifico relativo al coordinamento delle linee ed azioni dei soggetti pubblici deputati a svolgere azioni a favore dei processi di internazionalizzazione delle nostre imprese. La questione più generale riguarda la natura ed il ruolo delle Camere in riferimento alla governance di sistema (non solo per l´internazionalizzazione ma per molte altre determinanti di sviluppo), che vede come attori la Regione, gli enti locali e le Associazioni di categoria dei vari settori e naturalmente le Camere. Spesso si dimentica che le Camere sono istituzioni pubbliche, autonome, la cui missione è individuata dalla legge dello Stato. Esse non svolgono solo funzioni amministrative, ma attraverso la funzione promozionale, esse svolgono un ruolo politico di riallocazione di risorse finalizzate allo sviluppo del proprio territorio. A scanso di equivoci esse non hanno e non svolgono una funzione di rappresentanza di interessi di una cittadinanza specifica, quale sono le imprese. Questa, nelle sue varie articolazioni, trova effettività nelle Associazioni di categoria che hanno la missione di tutelare i legittimi interessi delle imprese che rappresentano. Certamente bisogna riconoscere che lo svolgimento della funzione promozionale è un´azione meramente politica (è programmatoria e di allocazione di risorse) che rappresenta la volontà dei nostri organi amministrativi. Organi che sono espressione delle stesse Associazioni di categoria. Detto questo, se vogliamo e dobbiamo confrontarci tra Pubbliche Amministrazioni per condividere quella giusto richiamo al "fare sistema" dobbiamo allora partire dal condividere questi principi: autonomia dei soggetti, riconoscimento delle competenze distintive, pari dignità e visibilità istituzionale, condivisione delle scelte sia strategiche che tattiche, partnership nella realizzazione delle azioni, contribuzione in relazione alle proprie capacità. La questione più specifica riguarda il nostro interesse e disponibilità a condividere una governance del sistema tra i soggetti pubblici. L´unione regionale ha contribuito allo sviluppo del progetto non certo solo in termini finanziari, ma soprattutto portando l´esperienza ultradecennale che le Camere hanno maturato sull´aiutare le nostre imprese ad internazionalizzarsi. Alcuni obiettivi che abbiamo sostenuto nelle varie discussioni per l´individuazione di un modello unitario e condiviso della governance di sistema sono stati: La predisposizione delle linee strategiche, di guida alla predisposizione del programma promozionale, avviene annualmente da parte della Giunta Regionale. Occorrerebbe che fosse sentito anche il Sistema dei soggetti pubblici che cofinanziano il Piano stesso. Non si tratterebbe solo di un "dovere istituzionale", ma di mettere assieme competenze ed esigenze meglio conosciute da chi è più vicino (anche fisicamente oltre che per competenza istituzionale) alle imprese con quelle che devono essere contemperate a livello regionale; Le linee vengono definite sulla base delle direttive del Ministero Attività Produttive e degli atti di programmazione regionale (Prs, Prse). Già in questa fase il sistema camerale potrebbe dare un significativo apporto ed esprimere degli inputs sulla base delle informazioni in tema di internazionalizzazione provenienti dalla rete camerale italiana e da quella estera e da fonti informative che realizza od ha intenzione di realizzare: Osservatori settoriali: artigianato, commercio, cooperazione, industria. Osservatorio sull´interscambio con determinati Paesi (in collaborazione con Irpet) per un modello previsionale di andamento, considerando anche i dati di feedback delle iniziative; Osservatorio sugli scenari di tipo più strategico, per previsioni a lungo termine. Per quanto attiene poi alla predisposizione del Piano Promozionale Unico, occorre definire due livelli: quello regionale: per le iniziative di rilevanza strategica a questo livello in quanto coinvolge la maggioranza delle province della nostra regione e assorbe risorse che trovano una possibile collocazione solo in un bilancio regionale; quello provinciale: per le iniziative di rilevanza strategica a questo livello in quanto coinvolge singoli settori, aree territoriali, ecc. Di interesse solo di alcune (3, massimo 4) province; Quindi, occorre far confluire in un unico documento le varie proposte al fine di una presentazione unitaria, una linea guida per tutte le P. A. , necessaria soprattutto per la successiva fase di gestione. Le tipologie di iniziative da inserire sono: all´estero, fiere, workshops, accordi con Gdo, missioni economiche, in Italia, partecipazione a mostre in Italia riconosciute come internazionali. Inserite nel programma unico regionale ma in una parte a se stante dovrebbero essere previste le iniziative dell´accordo di programma e del gruppo aziende Speciali (accordo di Torino) e quelle derivanti dai Progetti comunitari: è sufficiente fornire Paese, settore e date. I principi su cui si dovrebbe basare la predisposizione del Piano promozionale sono: la sussidiarietà: il programma non deve essere deciso "a tavolino" e calato dall´alto sia nella fase di predisposizione che in quella di realizzazione. Occorre che accolga la massima "espressione di pareri" raccolti sul territorio nella fase di predisposizione così come occorre che riporti la massima disponibilità alla delega nell´attuazione, cioè nella fase di realizzazione; la responsabilità e compartecipazione finanziaria: in generale Toscana Promozione finanzia il piano regionale e le Camere rispondono per il piano locale. I vari soggetti si devono però rendere disponibili al cofinanziamento delle iniziative ritenute di interesse, anche se la realizzazione operativa sarà in capo ad un solo soggetto attuatore. Potrebbero essere individuate 2/3 iniziative nell´ambito dei Grandi Eventi in cui le Camere apportano risorse finanziarie. La vicinanza: cioè l´attribuzione delle iniziative (segmentazione delle attività) in funzione della vicinanza alle imprese, non certamente da intendersi solo in termini fisici, ma come concreta possibilità in funzione dell´articolazione territoriale e delle esigenze espresse dalle imprese in considerazione delle loro dimensioni. Le regole del gioco devono essere accettate da parte di tutti i soggetti e devono riguardare la realizzazione del Piano promozionale (punto precedente): modalità congiunta della gestione del piano attraverso meccanismi di coordinamento (si veda sotto) per un´efficiente realizzazione; possibilità di outsorcing nella realizzazione delle iniziative: tutti i soggetti possono diventare attuatori di un´iniziativa ritenuta di interesse per un´area più vasta (regionale o sovraprovinciale); disponibilità al cofinanziamento delle iniziative ritenute di interesse per un´area più vasta (regionale o sovraprovinciale); disponibilità ad utilizzare il logo di Toscana Promozione anche nelle iniziative che rientrano nel Piano promozionale unitario regionale; definizione ed applicazione di criteri di valutazione "economiche" ex ante ed ex post delle iniziative da realizzare; definizione congiunta delle procedure di realizzazione delle iniziative, con l´obiettivo di stabilire gli standard qualitativi prestazionali (Sistema Qualità Aziendale), attraverso verifiche ex post per singola attività; Meccanismi di coordinamento: il modello disegnato per il sistema di promozione della Toscana è un sistema a rete composto da nodi (soggetti) e da interconnessioni (relazioni tra i vari soggetti). Il modello reticolare, per il suo corretto funzionamento, presuppone di meccanismi di coordinamento ed integrazione al fine di migliorarne l´efficienza. A tal fine potremo prevedere: Un Tavolo di Coordinamento dei Direttori degli Enti/servizi dedicati alla promozione estera. Tale tavolo avrebbe la funzione di monitorare lo stato di avanzamento del piano, trovare soluzioni ai problemi, implementare nuove soluzioni organizzative e tecnologiche, ecc. Uno strumento tecnologico di condivisione del Piano promozionale. Una soluzione Web che permetta a tutti i soggetti di verificare lo stato del Piano promozionale unico regionale in termini di: iniziative previste, stato dell´iniziativa, soggetto attuatore, eventuale soggetto cofinanziatore, ecc. Gli Uffici Esteri camerali e quelli di tutti gli altri soggetti già presenti devono essere inseriti sulla rete senza creare duplicazioni o peggio ancora espellendoli. Si tratta di esperienze in molti casi valide, forse anche da verificarli in termini di efficacia, ma che devono essere racchiusi nella rete e collegati tra loro e con i nodi locali della rete stessa. Della versione finale del progetto presentatoci in occasione di un nostro Consiglio di Amministrazione, pur a fronte di una condivisione del modello proposto, dobbiamo invece segnalare alcuni punti su cui intervenire in senso migliorativo e pertanto meritevoli di un approfondimento: L´opzione radicale (trasformazione in agenzia autonoma) del modello di governance sarebbe preferibile, in quanto darebbe la possibilità, tra le altre cose, di trasformare il Comitato Tecnico, organo attualmente di scarso peso decisionale, in un Consiglio di Amministrazione con il ruolo e poteri che gli competono. Questa opzione radicale, di difficile, immediata applicazione, ne siamo consci, potrebbe diventare l´obiettivo da raggiungere nel medio termine una volta messo a regime il progetto Monitorazione. Un Comitato Tecnico allargato fino ad un massimo di 15 membri appare pletorico. Non è efficace nel prendere le decisioni. Da valutare se ridurlo nel numero o creare un nucleo più ristretto (alla stregua di un Comitato Esecutivo) a cui riservare determinate materie e da riunire più frequentemente. Riterremmo inoltre opportuno che sull´individuazione dei soggetti aggiunti (3/5 imprenditori) ci fosse un confronto ed una condivisione tra il Sistema camerale e le Associazioni di categoria. Dal modello di governance di sistema traspare poco il ruolo delle Camere di Commercio. Queste sono già il soggetto "funzionalmente" dedicato allo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e pertanto sono la "prima antenna" per capire le esigenze delle imprese. Le Camere devono essere i soggetti terminali sul territorio di Toscana Promozione ed a queste occorre riferire tutte le attività che T. P. Nelle varie fasi (dalla predisposizione delle Linee di Indirizzo Pluriennali all´Attività di Promozione Economica Annuale) deve svolgere localmente. Senza un loro forte coinvolgimento anche nel ruolo istituzionale, si rischia di allontanare quell´auspicata sinergia nell´allocazione delle risorse esistenti a livello locale. La natura stessa delle Camere, le qualifica come unica istituzione provinciale con organi di governo di diretta emanazione da parte del sistema economico per il tramite di tutte le associazioni di categoria Occorrerà verificare bene la programmazione temporale dell´attività di definizione della promozione. Pur comprendendo la necessità di avere tempistiche programmatorie in linea con la preparazione degli eventi, visti i termini di approvazione dei bilanci preventivi occorrerà verificare e semplificare la procedura . Non si capisce bene il ruolo delle tre interfacce territoriali definite all´interno della nuova struttura organizzativa di Toscana Promozione. Se sono "antenne" che mettono in comunicazione la Rete direttamente con Toscana Promozione in fase di individuazione delle attività annuali, tale ruolo potrebbe essere prevaricante o superfluo (a seconda di come verrà declinata l´attività) rispetto al Comitato tecnico ed ai Tavoli di Lavoro. Le "antenne" sul territorio devono essere secondo noi le Camere come soggetto unico di definizione. Occorrerà inoltre individuare procedure stringenti e che diano visibilità ai cambiamenti che avverranno nella gestione delle Attività di Promozione Economica Annuale, per evitare che tale programma venga "stravolto" da richieste non previste, ma inserite in base alla forza contrattuale del richiedente. Così come occorrerà definire procedure mirate a verificare la qualità della prestazione di Toscana Promozione. Questa verifica è da intendersi in termini di feed-back delle imprese coinvolte nelle varie iniziative, attraverso la predisposizione di schede di analisi a posteriori relative a: contratti conclusi, matching con esportatori, incremento pacchetto clienti, aggressione nuovi mercati, ecc. E non, piuttosto, alla mera elencazione delle aziende coinvolte o al numero dei partecipanti alle iniziative". . .  
   
 

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