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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Marzo 2008 |
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RELAZIONE SPOSTA IL BARICENTRO DELLA DISCUSSIONE SULLE INFRASTRUTTURE DI RICERCA DAL ´CHE COSA´ AL ´COME´
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Bruxelles, 18 marzo 2008 - È necessario migliorare l´efficienza dei finanziamenti e incrementare il volume dei fondi stanziati per le infrastrutture di ricerca esistenti e future in Europa. Gli Stati membri devono coordinare le proprie priorità in materia di infrastrutture, armonizzandole con quelle stabilite dalla Mappa Europea per le Infrastrutture di Ricerca. Queste sono solo alcune delle raccomandazioni avanzate dal gruppo di esperti dello Spazio Europeo della Ricerca (Ser). A misura che i confini della ricerca evolvono e divengono sempre più larghi, parallelamente al progresso delle nostre tecnologie, diventa sempre più complessa e costosa la domanda di infrastrutture di ricerca nuove, all´avanguardia e maggiormente articolate, motivo per cui queste strutture si collocano spesso fuori dalla portata di un singolo gruppo di ricercatori, di una sola regione, di un solo paese o, addirittura, di un solo continente. Un importante passo avanti verso una migliore pianificazione dello sviluppo delle infrastrutture di ricerca a livello europeo è stato conseguito grazie alla creazione del Forum Strategico Europeo sulle Infrastrutture di Ricerca (Esfri) e del gruppo e-Irg (e-Infrastructure Reflection Group). Nel 2006, l´Esfri ha tracciato la prima mappa europea per la creazione di infrastrutture di ricerca di grandi dimensione, nuove e all´avanguardia. La mappa delinea 35 progetti per le infrastrutture di ricerca, riconosciuti di vitale importanza per lo sviluppo della scienza e il progresso dell´innovazione in Europa. Tuttavia, queste iniziative da sole non bastano, osserva Norbert Kroos, presidente del gruppo di esperti del Ser. In una relazione recentemente pubblicata dal gruppo, intitolata ´Developing world-class research infrastructures for the European Research Area (Era)´ (Sviluppare infrastrutture di ricerca di livello mondiale per lo Spazio Europeo della Ricerca - Ser), Kroos scrive che ´oggi la sfida più difficile consiste nel riuscire a innescare un processo che trasformi le idee in realtà concrete, integrando il focus relativo a ´cosa fare´ con quello del ´come farlo´. ´ La relazione suggerisce che il primo passo in questo processo dovrebbe essere migliorare l´efficienza dei finanziamenti per le infrastrutture esistenti e future, e incrementare il volume dei fondi disponibili. Per garantire un più efficiente stanziamento delle risorse, la relazione consiglia di tracciare delle linee guida relative alla valutazione delle infrastrutture di ricerca. Per quanto concerne l´aumento dei fondi, i consorzi che si occupano dello sviluppo di queste strutture dovrebbero essere incoraggiati ad avvalersi di diversi strumenti di finanziamento, inclusi i fondi strutturali dell´Ue, i crediti della Banca Europea di Investimento, i partenariati pubblico-privati e le agevolazioni fiscali. Parallelamente, gli Stati membri dovrebbero incrementare il volume dei propri finanziamenti e coordinare le proprie priorità con quelle delineate dall´Esfri, in modo che le infrastrutture di piccole e medie dimensioni possano integrarsi con le strutture di grandi dimensioni, scrivono gli autori della relazione. Un´altra tematica che deve essere affrontata riguarda la gestione della prossima generazione di infrastrutture europee. Per funzionare in modo efficiente, queste nuove infrastrutture avranno bisogno di meccanismi giuridici e di governance facili da implementare e utilizzare. La relazione propone la creazione di organi intergovernativi con ordinamenti giuridici su misura, preposti alla gestione delle infrastrutture. Questi assomiglierebbero a organizzazioni già esistenti, che funzionano efficientemente, quali l´Organizzazione Europea per le Ricerca Nucleare (Cern) e l´Osservatorio Europeo Meridionale (Eso). In alternativa, la relazione suggerisce lo sviluppo di una struttura giuridica di livello comunitario per le istituzioni di ricerca interessate. Oltre alle infrastrutture fisiche per la ricerca, la relazione ci ricorda che l´impiego di e-infrastrutture è altrettanto importante per la futura prosperità dell´Europa e deve pertanto essere inserito in una coerente politica in materia di infrastrutture di ricerca. Gli autori della relazione scrivono che l´Europa deve rafforzare la propria strategia per le e-infrastrutture, promuovendo la creazione di comunità virtuali per la collaborazione tra ricercatori e garantendo il coinvolgimento e la partecipazione di studenti e ricercatori provenienti da tutta Europa, ai più alti livelli della società della conoscenza. La relazione guarda anche al ruolo dell´Europa in relazione alle infrastrutture di ricerca mondiali, proponendo l´identificazione o la creazione di un forum adeguato per affrontare il tema delle infrastrutture di ricerca globali, dove ´l´Europa parli con un´unica voce´. Secondo la relazione, è necessario definire una serie di linee guida strategiche che contribuiscano ad accelerare la partecipazione europea in queste strutture globali. Inoltre, gli autori invitano la Commissione europea a favorire la creazione di specifici programmi di mobilità che consentano ai ricercatori di lavorare in strutture di ricerca localizzate fuori dall´Europa, e viceversa. La relazione conclude sottolineando l´importanza di disporre di meccanismi di coordinamento tra tutte le parti interessate, tra cui gli Stati membri, l´Esfri, gli enti di ricerca e il settore industriale, per affrontare le tematiche sollevate dalla relazione. Tale meccanismo assicurerebbe l´efficace attuazione di una politica coerente sulle strutture di ricerca paneuropee. La Commissione europea si troverebbe nella posizione migliore per assumere un ruolo cruciale nello sviluppo di questo strategico meccanismo di coordinamento. Gli autori della relazione sostengono che potrebbe configurarsi come programma europeo per le infrastrutture di ricerca, modellato, per esempio, sul successo del programma europeo di ricerca sulla fusione e integrato con iniziative nazionali e paneuropee. . |
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