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Notiziario Marketpress di Martedì 18 Marzo 2008
 
   
  UE: IL CONGRESSO RIBADISCE CON FORZA IL CONCETTO DI SVILUPPO SOSTENIBILE

 
   
  Malaga, 18 marzo 2008 – Riunitasi nelle giornate del 13 e del 14 marzo a Malaga (Spagna) per la sessione primaverile, il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ha esaminato un’ampia gamma di questioni alla base delle politiche di sviluppo sostenibile in Europa quali: il consumo sostenibile dei beni e servizi, la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, le politiche di biodiversità urbana e i servizi di interesse generale nelle zone rurali come elementi essenziali di coesione sociale. Il Congresso ha sottolineato che l’incremento incontrollato del consumo di beni e servizi era la causa di una crescente rarefazione di alcune risorse naturali e di danni irreversibili all’ambiente e, di conseguenza, influiva negativamente sugli ecosistemi e sulla salute. Secondo il Congresso, il quale ha invitato le collettività territoriali a seguire delle strategie di gestione del territorio favorevoli alla sostenibilità sociale ed ambientale e ad una crescita economica che non danneggi l’ecologia, uno dei mezzi più efficaci di ridurre i rischi per la popolazione attuale e futura è di modificare i comportamenti individuali e collettivi nel senso di un consumo etico e responsabile. Il Congresso ha inoltre sollecitato le collettività ad agevolare la gestione ecologica delle risorse, uno stile di vita e dei comportamenti ecoresponsabili nonché a coinvolgere il settore privato nelle questioni relative al consumo responsabile. Il Congresso ha adottato una raccomandazione al Comitato dei Ministri relativa, in particolare, a questioni di budget e finanziarie, a strategie di “labelling”, a quadri giuridici e normativi (principio del “chi inquina, paga”) e a delle politiche sul trasporto di merci e persone. Un altro dibattito si è concentrato sulla capacità di adattamento dei poteri locali e regionali al cambiamento climatico. Il Congresso ha espresso profonda preoccupazione per l’inevitabile evoluzione del clima i cui effetti mettono particolarmente in evidenza la vulnerabilità delle autorità locali e regionali; è stato inoltre posto l’accento sulla necessità di prevedere misure di adattamento in aggiunta alle misure di riduzione già adottate. Il Congresso ha raccomandato delle strategie climatiche che si basino su una valutazione della vulnerabilità e su un adattamento a livello locale e regionale (protezione delle persone, delle risorse e dei beni), un approccio integrato per una migliore sostenibilità interna ed esterna (tutela delle infrastrutture e degli edifici), dei dispositivi interregionali di gestione delle catastrofi e la creazione di organi intersettoriali al fine di attuare i piani d’azione per l’adattamento. Gli stati membri sono stati invitati ad applicare una politica climatica globale ed equilibrata fondata su due pilastri: una politica consolidata per l’attenuazione al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e una politica di adattamento per anticipare i cambiamenti climatici e proteggere le persone e i beni dalle relative conseguenze; questo, pur tenendo conto della necessità di garantire l’equità sociale e la solidarietà territoriale. Altri due rapporti riguardavano, da una parte, la necessità – a livello nazionale, locale e regionale – di politiche volte a proteggere la biodiversità urbana e porre fine all’erosione della biodiversità e, dall’altra, l’importanza di mantenere dei servizi di interesse generale nelle zone rurali in quanto fattore essenziale di coesione sociale. Per quanto concerne la politica sulla biodiversità nelle zone urbane, il Congresso ha raccomandato dei progetti pilota che coinvolgano tutte le parti in causa e tengano conto dell’interdipendenza tra le zone urbane e le zone rurali e che favoriscano la creazione di città verdi e compatte al fine di evitare che queste ultime raggiungano le zone naturali. Il Congresso ha invitato le collettività territoriali a fornire dei servizi di interesse generale assicurandosi di non escludere le zone sfavorite dal punto di vista geografico o le popolazioni più vulnerabili, a sfruttare pienamente le possibilità offerte dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione al fine di mantenere dei servizi locali di prossimità (amministrativi, educativi, sanitari e sociali) e ad offrire servizi di trasporto che riducano la necessità di ricorrere all’automobile, che migliorino la mobilità dei gruppi con meno possibilità o vulnerabili e che facilitino lo sviluppo policentrico all’interno e fra le regioni. .  
   
 

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