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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Marzo 2008
 
   
  PRESENTATO IL PIANO REGIONALE PUGLIESE DI QUALITÀ AMBIENTALE

 
   
  Bari, 25 marzo 2008 - “Dobbiamo evitare di uscire dalla stagione dell’omertà e di entrare nella stagione dell’isteria. Noi stiamo mettendo ordine in una materia a lungo trascurata: quella degli effetti dell’inquinamento ambientale”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola presentando questa mattina insieme all’Assessore all’Ecologia Michele Losappio e al Direttore dell’Arpa Giorgio Assennato il Piano Regionale di Qualità dell’Aria (Prqa). “Il Piano – ha proseguito Vendola – ci consente di avere una conoscenza approfondita dei livelli di inquinamento dell’aria e ci permette di costruire la rete del monitoraggio permanente mettendo a punto strumenti che affrontano globalmente il problema”. “Questo piano – ha spiegato Losappio - ottempera a uno specifico obbligo di legge della Regione Puglia per il quale spetta alle Regioni il monitoraggio della qualità dell’aria e la pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con alti livelli di inquinanti”. Il Piano Regionale di Qualità dell’Aria è il risultato di un’azione sinergica tra Enti Istituzionali (Regione Puglia e Arpa Puglia) ed Enti di ricerca (Università degli Studi di Bari-centro Metea, Università degli Studi di Lecce - Dipartimento di Ingegneria dell´Innovazione, Cnr-isac): ciascuno di questi soggetti ha contribuito a raggiungere gli obiettivi fissati dalla Convezione, in funzione del ruolo attribuito a ciascuno. Arpa ha provveduto alla definizione, all’indirizzo e al coordinamento complessivo degli interventi, attraverso l’indicazione delle priorità e delle modalità di attuazione delle linee d’azione. Essa, inoltre, ha garantito il raccordo tra Regione ed Enti universitari e di ricerca e la coerenza tra le azioni intraprese ed i prodotti realizzati, la legislazione e gli orientamenti tecnici nazionali e comunitari. L’università degli Studi di Bari, l’Università degli Studi di Lecce e il Cnr-isac hanno prestato il supporto tecnico-specialistico necessario al conseguimento degli obiettivi delle linee d’azione ciascuno nell’ambito della propria competenza specifica, secondo la ripartizione degli incarichi definiti nei “Piani di lavoro operativi”. Il Piano è stato elaborato sulla base di tre elementi: 1. Conformità alla normativa nazionale e in particolare a quanto indicato nell’Allegato 3 del D. M. 261/02. La scelta di redigere un documento rispondente al dettato normativo discende dalla necessità di programmare azioni che si inseriscano nel quadro nazionale e comunitario in materia di inquinamento atmosferico; 2. Principio di precauzione volto alla salvaguardia della salute umana e degli ecosistemi. In tal senso, nei comuni privi di dati ma per i quali gli elevati livelli di altri indicatori ambientali segnalavano la presenza di una pressione non trascurabile sulla matrice atmosferica, si è scelto di applicare le stesse misure di risanamento adottate nei comuni con superamenti dei valori limite di qualità dell’aria e gli impianti industriali per i quali al momento della redazione del Prqa era in corso la verifica di assoggettabilità alla normativa Ippc sono trattati alla stessa stregua di quelli per i quali è già stato avviato l’iter per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. 3. Completezza e accessibilità delle informazioni giacchè il Prqa contiene tutte le informazioni inerenti lo stato della componente ambientale Aria nella Regione Puglia che oggi è possibile ottenere con i diversi strumenti d’indagine (reti di qualità dell’aria, inventari delle emissioni, simulazioni modellistiche). La serie di dati analizzati ed elaborati e permette un livello di conoscenza dei fenomeni di inquinamento atmosferico del territorio mai raggiunto finora. Sintesi Delle Strategie Del Piano Obiettivo principale del Prqa è il conseguimento del rispetto dei limiti di legge per quegli inquinanti — Pm10, No2, ozono — per i quali sono stati registrati superamenti. Le misure di risanamento previste nel Piano hanno quindi l’obiettivo di conseguire, per l’intero territorio regionale, il rispetto dei limiti di qualità dell’aria vigenti. Al fine di evitare inefficaci interventi a pioggia, si è scelto di concentrare le risorse economiche disponibili su un numero di misure di risanamento mirate, secondo quattro linee di intervento: 1. Miglioramento della mobilità nelle aree urbane; 2. Riduzione delle emissioni da impianti industriali; 3. Sviluppo delle politiche di educazione e comunicazione ambientale; 4. Interventi per l’edilizia. Si è scelto inoltre di introdurre un ampio numero di misure che non prevedono impegno finanziario. Misure di carattere prescrittivo possono infatti avere impatti positivi in termini di riduzione delle emissioni, soprattutto nel campo della mobilità urbana e dell’educazione ambientale. Il territorio regionale è stato suddiviso in 4 aree: Zona A: comprendente i comuni in cui la principale sorgente di inquinanti in atmosfera è rappresentata dal traffico veicolare. Zona B: comprendente i comuni sul cui territorio ricadono impianti industriali soggetti alla normativa Ippc. Zona C: comprendente i comuni con superamenti dei valore limite a causa di emissioni da traffico veicolare e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla normativa Ippc. Zona D: comprendente tutti i comuni che non mostrano situazioni di criticità. Le zone che presentano criticità sono la A, la B e la C. Pertanto le misure per la mobilità e per l’educazione ambientale previste dal Piano si applicano in via prioritaria nei comuni rientranti nelle Zone A e C. Le misure per il comparto industriale, invece, si applicano agli impianti industriali che ricadono nelle zone B e C. Le misure per l’edilizia si applicano in tutto il territorio regionale. Gli interventi nei comuni rientranti nella zona di mantenimento D si attuano in una seconda fase, in funzione delle risorse disponibili. Contenuti Del Piano 1. Dati Di Qualita’ Dell’ Aria – Anno 2005 Per l’elaborazione del presente Prqa è stato scelto come anno di riferimento il 2005, il primo anno per il quale si dispone di una serie di dati consistente e affidabile. Dall’analisi dei dati emerge che Pm10 e ossidi di azoto (No2) rappresentano attualmente le maggiori criticità in tema di inquinamento atmosferico. Le grandi città, soggette ai livelli più alti di pressione antropica, risultano la porzione di territorio maggiormente in sofferenza. Nelle aree urbane, infatti, i livelli di concentrazione di Pm10 e No2 superano in più punti i limiti di legge Un ulteriore elemento di criticità è l’ozono. Dai valori del 2005 emerge per questo inquinante l’omogeneità sul territorio dei superamenti dei limiti di legge, senza differenze nette di concentrazione tra aree urbane e aree rurali. Questa situazione è conseguenza della natura del territorio pugliese che, essendo sottoposto per lunghi periodi dell’anno a forte irraggiamento solare. 2. Inventario Regionale Delle Emissioni Al fine della individuazione delle sorgenti delle emissioni inquinanti e allo scopo di individuare efficaci strumenti di pianificazione e risanamento è stato redatto il I Inventario Regionale delle Emissioni in atmosfera. Per la redazione dell’Inventario per la Regione Puglia è stata seguita la metodologia europea Corinair che prevede la suddivisione delle fonti emissive nei seguenti 11 macrosettori: Macrosettore 1 – Produzione energia e trasformazione combustibili; Macrosettore 2 – Combustione non industriale; Macrosettore 3 - Combustione nell’industria; Macrosettore 4 - Processi produttivi; Macrosettore 5 - Estrazione e distribuzione di combustibili; Macrosettore 6 - Uso di solventi; Macrosettore 7 - Trasporto su strada; Macrosettore 8 - Altre sorgenti mobili e macchinari; Macrosettore 9 - Trattamento e smaltimento rifiuti; Macrosettore 10 – Agricoltura; Macrosettore 11 - Altre sorgenti e assorbimenti. Gli inquinanti considerati sono stati i seguenti: Co, Co2, Covnm, Nox, Sox, Pts, N2o, Nh3, Ch4. 3. Modelli Di Dispersione E Trasformazione Di Inquinanti In Atmosfera L’uso di tecniche modellistiche ha consentito di ottenere valori di concentrazione in aree di territorio dove non esistono punti di misura, di individuare le porzioni di territorio più critiche da un punto di vista delle ricadute di contaminanti, di studiare scenari ipotetici di emissioni e di valutare i risultati delle misure di riduzione delle emissioni previste. 4. Riorganizzazione Del Sistema Di Monitoraggio Della Qualita’ Dell’aria Il Prqa contiene anche lo studio per l’adeguamento alla normativa vigente della Rete Regionale di Qualità dell’Aria (Rrqa). Dall’indagine ricognitiva svolta è risultato che le stazioni della Rrqa sono sufficienti a garantire la copertura minima del territorio richiesta dal D. M. 60/02. Inoltre alle 25 cabine della Rrqa devono aggiungersi quelle appartenenti alle altre Reti gestite da Arpa nonché quelle di proprietà di altri enti Locali, non incluse in questo conto ma che comunque garantiscono ulteriori dati fruibili sui livelli di inquinamento atmosferico. Tuttavia si rende necessario: • ricollocare diverse stazioni di monitoraggio per garantire il monitoraggio in aree attualmente scoperte; • Installare nuova strumentazione, per il monitoraggio di inquinanti quali Pm10, ozono, benzene; • spostare alcuni analizzatori da una stazione a un’altra per ottimizzare il monitoraggio in funzione della tipologia di sorgenti emissive monitorate. 5. La Zonizzazione Del Territorio Regionale La zonizzazione è il processo attraverso cui, sulla base delle informazioni sui livelli di qualità dell´aria, si definiscono quali aree del territorio regionale richiedono interventi di risanamento e quali necessitano di Piani di mantenimento. In ragione delle diverse tipologie di sorgenti emissive, i 258 comuni pugliesi sono stati suddivisi in 4 zone: Zona A: comuni in cui la principale sorgente di inquinanti in atmosfera è rappresentata dal traffico autoveicolare; Zona B: comuni caratterizzati dalla presenza di impianti industriali soggetti alla normativa Ippc; Zona C: comuni con emissioni da traffico autoveicolare rilevanti e sul cui territorio al contempo ricadono impianti industriali soggetti alla normativa Ippc; Zona D: comuni non rientranti nelle altre 3 zone e che quindi non mostrano situazioni di criticità. 6. Le Misure Di Risanamento Al fine di evitare inefficaci interventi a pioggia, si è scelto di concentrare le risorse economiche disponibili su un numero di misure di risanamento mirate, articolate secondo quattro linee di intervento principali: Misure per la mobilità (si applicano nelle Zone A e C): sono volte principalmente allo snellimento del traffico autoveicolare nelle aree urbane, con l’incentivazione del trasporto pubblico e la riduzione del traffico merci. Misure per il comparto industriale (si applicano nella zona B): non comportano l´impegno di risorse finanziarie, bensì la piena e corretta applicazione di strumenti normativi che possono contribuire in maniera significativa alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Misure per la conoscenza e l’educazione ambientale (si applicano prioritariamente nelle Zone A e C): Per il successo del Prqa è essenziale il coinvolgimento, con misure di educazione ambientale, della più ampia fascia di popolazione possibile. Sarà altresì promossa la conoscenza diffusa del Prqa, attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholder interessati. Misure per l’edlizia (si applicano nelle zone A, B, C): sono finalizzate alla promozione di sistemi capaci di degradare gli inquinanti emessi in atmosfera si suggerisce come materiali da costruzione, contenenti sostanze fotocatalitiche con Biossido di Titanio (Tio2) per la riduzione di ossidi di azoto Nox, Voc e altri inquinanti atmosferici. 7. Finanziamento Delle Misure Le misure di risanamento di cui al paragrafo precedente vengono finanziate dall’apposito fondo istituito dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con Decreto Dec/dsa/2006/001023 del 16 ottobre 2006 recante: “Programma di finanziamenti per le esigenze di tutela ambientale connesse al miglioramento della qualità dell’aria e alla riduzione delle emissioni di materiale articolato in atmosfera nei centri urbani”. Gli interventi del presente Prqa rientrano nelle fattispecie di cui all’art. 2 del suddetto decreto e risultano pertanto tutti finanziabili. Risorse Disponibili: 10. 000. 000,00 € per ogni soggetto beneficiario (15. 000. 000,00 € se l’accordo Regione – Ministero è sottoscritto anche dalla città capoluogo di un’area metropolitana (Bari). Ulteriori fonti di finanziamento degli interventi previste dal piano potrebbero essere il Pta e il Po 2007-2013. .  
   
 

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