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Notiziario Marketpress di Martedì 25 Marzo 2008
 
   
  FATTORI E IL NATURALISMO IN TOSCANA

 
   
  Firenze, 25 marzo 2008 - Vasti paesaggi e natura incontaminata, lavoro dei campi e placidi buoi, boschi e colline, fiumi, molti cavalli, contadine, soldati e popolani, vita cittadina. La Toscana di fine Ottocento si accende straordinariamente di luce e di colori nella particolarissima mostra che a Villa Bardini inaugurata il 18 marzo l’anno di Firenze per Fattori, mettendo a confronto il più celebre dei Macchiaioli con i più illustri tra gli artisti che raccolsero l’eredità innovatrice della Macchia per declinarne temi e aspirazioni in versione naturalistico – borghese, in sintonia con le evoluzioni della cultura francese ed europea. Per quanto possa apparire bizzarro considerata la viva attenzione per il periodo, Fattori e il Naturalismo in Toscana (19 marzo – 22 giugno, www. Firenzeperfattori. It) propone accostamenti del tutto inediti. Mai il grande vecchio dell’arte italiana era stato messo deliberatamente a tu per tu con i vari Cannicci e Cecconi, Ferroni e Micheli, i fratelli Gioli e i cugini Tommasi, Sorbi e Panerai, ovvero quei più giovani pittori toscani di cui fu maestro (alcuni) e amicissimo (tutti). Artisti destinati nel primo Novecento a superarlo per fama anche oltre i confini nazionali, certo perché più adeguati alla moda impressionista, più aderenti alla nuova estetica di quanto lo fosse Fattori, schivo e fiero, mai affascinato da quelle sensibilità parigine, fedele fino alla morte (1908) a una pittura legata al solo imperativo del colore, a un realismo senza retoriche o abbellimenti, asciutto e sintetico e dunque oggi rivalutato per la sua evidente quanto sorprendente modernità. Attraverso un percorso di 35 opere, per lo più di grandi dimensioni (alcune mai esposte) e in perfetta nuance con il parco di Villa Bardini, la mostra sottolinea quindi affinità, suggerisce influenze, illumina diversità anche profonde, e ristabilisce così i giusti rapporti tra un caposcuola, che non fece mai nulla per esser tale, e suoi valorosi compagni d’arte, ovvero tra i protagonisti di una stagione pittorica bella e fuggitiva, in cui l’idealismo risorgimentale finì per affliggersi nelle delusioni post-unitarie e l’idea di un progresso incombente si venò rapidamente di sottili nostalgie. Come gli altri eventi di Firenze per Fattori (altre tre mostre e un convegno internazionale sul restauro tra autunno e inverno prossimi, secondo il programma ideato dallo storico dell’arte Carlo Sisi), Fattori e il Naturalismo in Toscana è promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale fiorentino e il patrocinio del Comune. La curatela è di Francesca Dini, nota studiosa dell’Ottocento toscano, che ha curato anche il catalogo edito da Polistampa. Undici sono i Fattori, sei i Francesco Gioli, tre i dipinti del fratello Luigi (pittore di cavalli all’epoca famoso in tutta Europa) e di Panerai, due ciascuno i Cannicci, Cecconi, Ferroni, altrettanti quelli di Angiolo e Adolfo Tommasi, uno i Micheli e i Sorbi. Opere messe a disposizione dalla collezione Ente Cassa di Risparmio (due gli acquisti recenti) e da numerosi collezionisti privati, oltre che dalla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e dal Museo civico Villa Mimbelli di Livorno, che collaborano alle celebrazioni del centenario della morte di Fattori insieme a Firenze Musei, Fondazione Parchi Monumentale Bardini e Peyron, Accademia di Belle Arti, Museo Nazionale Alinari della Fotografia, Biblioteca Marucelliana, Centro europeo per il restauro di Siena. Per comodità di lettura la mostra è divisa in cinque sezioni (Pittura dei campi, Naturalismo ‘cortese’, La Maremma, La veduta urbana e Un grande pittore di tutta la natura riservata alle tele di Fattori), che individuano i temi comuni e più frequentati dagli undici artisti: rappresentano la Toscana delle piccole grandi cose, dell’umile vita di ogni giorno, delle terre vergini e bellissime, del lavoro anonimo, delle strade e delle piazze animate, degli idilli agresti, del selvaggio west maremmano. Attimi di esistenza colti nell’immediatezza del loro divenire, spesso amplificati nelle dimensioni a gloria imperitura, con forza visionaria impressionante e formidabili capacità tecniche. Scenografie di taglio cinematografico, fotogrammi spettacolari, memorie palpitanti di inconfondibile angolo di mondo. Alla Settimana della Cultura che da domani al 31 marzo promette 1800 eventi in tutta Italia, la Fondazione Villa Bardini & Peyron di Firenze partecipa con due iniziative straordinarie. Per tutta la settimana sarà possibile visitare a prezzo ridotto (4 euro) la spettacolare mostra Fattori e il Naturalismo in Toscana, da pochi giorni inaugurata. Il biglietto da accesso anche al Museo Capucci. Per il parco della Villa, invece, ingresso totalmente libero invece dei normali 6 euro (info e prenotazioni Sigma C. S. C. , 055. 243140). La mostra su Fattori (www. Firenzeperfattori. It, entrata Costa S. Giorgio 2) è la prima di un importante ciclo di eventi promosso e prodotto dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in occasione del centenario della morte del celebre Macchiaiolo. Curata da Francesca Dini, espone un corpus particolarmente significativo di grandi opere messe a confronto con dieci pittori della generazione successiva (i fratelli Gioli, i cugini Tommasi, Micheli, Panerai, Cannicci, Cecconi, Ferrosi, Sorbi). Il Museo Capucci raccoglie invece la straordinaria collezione di 400 abiti-sculture del grande stilista. Vi sono inoltre conservati 22mila schizzi, 300 illustrazioni, 20 quaderni di bozzetti, 150 audiovisivi, 40mila fotografie, 50mila articoli di stampa. Una navetta gratuita sarà disponibile per i visitatori, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, con partenza da Piazza Poggi per Costa San Giorgio e ritorno. Quanto al Parco (www. Bardinipeyron. It) si entra da via dei Bardi 1 rosso), il biglietto consente di visitare anche il Giardino di Boboli e di accedere in Palazzo Pitti al Museo delle Porcellane, Museo del Costume, Museo degli Argenti e alle esibizioni temporanee lì in programma (info Firenze Musei, 055. 294883 - 055. 290112). .  
   
 

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