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Notiziario Marketpress di Lunedì 10 Luglio 2006
 
   
  PREMIO INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA “ERMANNO CASOLI” WELCOME: TECH & TOUCH A SERRA SAN QUIRICO

 
   
   Milano, 10 luglio 2006 - Il rapporto tra uomo e tecnologia nell’interpretazione di otto artisti “La tecnologia è sempre più vicina all’uomo, dall’interfaccia dei computer, alla sicurezza domestica, dai sistemi di controllo montati sulle automobili alle previsioni del tempo, che non servono per scegliere se partire o meno per il week end, ma magari per scegliere i tempi dell’inseminazione o dei raccolti. E lo sforzo di una tech friendly è veramente una sfida industriale perché non vi sono altre strade che andare avanti. ” Valerio Dehò, curatore del Premio Casoli, spiega i contenuti dell’edizione 2006 della rassegna d’arte contemporanea che si svolge da 9 anni a Serra San Quirico (An) Nato come omaggio della famiglia Casoli al fondatore della Elica, Ermanno Casoli, il premio si conferma una delle rare e stabili esperienze marchigiane che hanno percorso, negli ultimi tempi, il variegato mondo dell’arte figurativa moderna, sostenuta dall’impegno delle Amministrazioni Comunali di Serra San Quirico e - da quest’anno – di Fabriano, oltre che dal contributo della Carifac e di Banca delle Marche. Welcome: Tech&touch analizza il rapporto tra uomo e tecnologia, tra società e nuove scoperte che hanno profondamente cambiato il nostro sistema di vita, trasformato e innovato i linguaggi della comunicazione. Le inquietudini dei primi approcci vedono indebolirsi sempre di più i margini di resistenza alle nuove macchine, che acquistano per l’uomo un ruolo sempre più naturale. Stimolata dall’indagine sulle trasformazioni sociali e culturali, anche l’arte si misura sul terreno della tecnologia e la nona edizione del Premio Casoli offre uno spaccato della produzione artistica internazionale su questo tema. La mostra 2006 offre una molteplicità di approcci, con cui gli 8 artisti espositori affrontano alcune visioni personali e diverse, ma serene su quanto ci sta accadendo. Enrico Tommaso De Paris costruisce delle complesse macchine che sono la metafora delle catene cromosomiche. La struttura fortemente tecnologica è una sorta di albero delle meraviglie, in cui possiamo incrociare esperienze diverse. Tutti i sensi sono coinvolti in un gioco di rimandi da una parte all’altra di questi complessi e articolati lavori. Del resto il cromosoma è il nostro passato e anche il nostro futuro. Francesco Bocchini propone invece un esempio di tecnologia “basica”, rumorosa, quasi primitiva, ma possiede come pulsione lo stesso gusto per l’avventura e il paradosso. La poesia nasce dalle macchine, anche quelle più strane e inventate assemblando vecchie latte arrugginite. Il contrasto sta in questo caso non solo e non tanto nell’artista che è capace creare dal (quasi) nulla, ma dall’effetto poetico generato partendo da materiali e oggetti che sembrano distanti. Lo spettatore interagisce con questi lavori, li fa muovere, diventa parte attiva di questo fantastico mondo in cui la tecnica è fonte di stupore e di meraviglia. L’interazione tra arte, musica e pubblico, è il terreno preferito da Steve Roden, artista californiano, che ha sviluppato un sistema per tradurre i suoi quadri in note musicali. I suoi lavori vivono questa dimensione dell’ascolto e della visione, e lo spettatore è invitato a cercare un proprio ruolo in questo contesto. Il suo colorato minimalismo lo pone ai vertici di una ricerca che richiama una tecnologia al limite del silenzio e della meditazione. Alice Leonini tende a creare delle strutture autonome, delle stanze in cui suono, video, scultura e pittura determinano una magia senza fine, al centro della quale è posto lo spettatore. La tecnologia invita anche alla riflessione, a un “pensiero visivo” che richiede l’assorbimento completo dei sensi, un pensiero che nasce dallo sguardo e dall’essere completamente immersi in una sensazione nuova. Con spirito ludico e infantile, il mondo di Alice Leonini ci parla dell’attualità e del mondo che sta nascendo con la dolcezza di un racconto di fate. Michele Bazzana sposta invece l’attenzione su di un tipo di interattività ironica, ma più inquietante. La lavatrice azionata dalla presenza dello spettatore produce rumore e vibrazioni, un mondo silente viene automatizzato dalla presenza umana. Il cuscino che parla e racconta, ha molto del romanzesco, ma genera situazioni completamente nuove e coinvolgenti. La tecnologia nell’artista friulano è sempre presente non come elaborazione sofistica e futuribile, quanto piuttosto nel suo realismo più immediato. Il film di Paolo Consorti è una ricognizione attorno ad un futuro in cui il tempo appare collassato e le coordinate temporali sono incerte. Consorti anima situazioni e storie sapendo mettere insieme una strenua quotidianità, le persone, i loro tic e la loro normalità, con un sentore molto forte di futuro. E una forte carica umana possiedono anche i video di Mario Sasso, tra i primi artisti a praticare la video arte in Italia e protagonista dell’Anteprima del Premio Casoli che si è svolta ad aprile a Fabriano. “Novecento”, il video proiettato in Piazza del Comune, dalle arcate del Loggiato di San Francesco, è una lunga carrellata nell’arte e nella storia del secolo scorso, accompagnata dalla figura della “madre con bambino” evoluzione di quella che si trova nel celebre “Quarto stato” di Pelizza da Volpedo. La donna come simbolo di continuità, come icona della maternità e quindi della vita, diventa la protagonista di un viaggio verso quel futuro che è l’epoca che stiamo vivendo adesso. Ed è ancora la protagonista della galleria di ritratti digitali, in cui varie donne si sono “raccontate” davanti ad una telecamera, in un ambiente predisposto dall’artista. Questa “Quadreria” richiama da un lato il ritratto rinascimentale, dall’altro mette al confronto il rapporto con la macchina da ripresa da parte di donne che cercano la giusta posizione psicologica, la propria “verità” nella solitudine e nell’imbarazzo di un occhio che osserva. Chi lavora da oltre 20 anni con le macchine e il loro immaginario, è Ale Guzzetti, che ha sempre visto il lato giusto delle cose. Luci e colori sono protagonisti dei suoi lavori, che oggi si dedicano in particolar modo al mondo degli automi elettronici. Guzzetti vuole un futuro migliore e non aspetta che siano gli altri a farlo. “Se oggi sappiamo che l’uomo non diventerà mai una macchina, ma che probabilmente saranno le macchine che diventeranno umane” sottolinea Dehò, “lo dobbiamo anche agli artisti”. .  
   
 

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