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Notiziario Marketpress di Mercoledì 26 Marzo 2008
 
   
  AL PARK HYATT DI MILANO APPUNTAMENTO CON I PIÙ GRANDI INTERPRETI DELLA CUCINA D’AUTORE

 
   
  Sarà Ciccio Sultano, trentaseienne siciliano, geniale patron del ristorante Duomo a Ragusa Ibla, a inaugurare il prestigioso ciclo di appuntamenti con la cucina d´autore che The Park Restaurant al Park Hyatt Hotel di Milano proporrà a partire dal prossimo 31 marzo. L´iniziativa è organizzata con la collaborazione di Identità Golose - congresso italiano di cucina d´autore - un evento che, dal 2005, pone Milano al centro della scena gastronomica internazionale. Se Sultano promette di coinvolgere gli ospiti con una sequenza entusiasmante di ricette e sapori isolani, c´è già grande attesa per i successivi incontri. Protagonista, lunedì 5 maggio, Giancarlo Perbellini, chef del ristorante Perbellini a Isola Rizza (Verona), erede di una dinastia centenaria di pasticceri, considerato fra i più eleganti interpreti della cucina d’autore al confine fra dolce e salato. Lunedì 9 giugno è in arrivo l´abruzzese Niko Romito del ristorante Reale a Rivisondoli (L´aquila), fra i più apprezzati chef della nuova generazione. Filippo Gozzoli, resident chef al The Park, oltre a curare la regia di ogni serata, firmerà l’appuntamento conclusivo in programma lunedì 30 giugno. Numero verde: 800. 825. 144 Ciccio Sultano Ciccio Sultano è un personaggio che ben dispone da subito con quella favella vivace, la silhouette d’altri tempi e la mise en place tutta coppole e giacche di velluto con cui apparecchia se stesso quando è in abiti civili. Ma dopo una cena al Duomo, a strabiliare è soprattutto quel «nomen omen» che si annida nel suo nome e cognome, un ossimoro che da subito gli impone un destino, tipicamente siciliano, di conciliazione di mondi lontanissimi: la sfera popolare e l’universo regale, il vocabolario contadino e i dettati borbonici, la polvere e le stelle. C’è, allora, il Ciccio che va a caccia di fornitori e ingredienti con perizia e sacrificio plebeo e il Sultano che si sente legittimo erede dei Monsù, i cuochi delle grandi cucine baronali ottocentesche. C’è il Ciccio che fa riscintillare di buono la poverissima gelatina di maiale e il Sultano che rispolvera dagli archivi delle case patronali l’eccentrico Coniglio al cioccolato. C’è il Ciccio che, nel libro “La Variante Sultano” rimanda a Pirandello («sono nato nella crisi»). C’è il Ciccio che «mi sento più vicino alla granita nata dal ghiaccio dell’Etna che all’azoto di certi gelati» e il Sultano che veste di elitari ghirigori barocchi i matrimoni – mai di convenienza, sempre di passione sfrenata – tra orto, mare e monti. C’è poi il Ciccio che è il bi-stellato Michelin più settentrionale d’Africa e il Sultano che è il bi-stellato più meridionale d’Europa («tra due mondi sto»). Per esperire tutte queste tensioni dialettiche è sufficiente approdare con un po’ d’anticipo al suo scrigno goloso: dopo aver osservato lo spettacolare dramma architettonico di Ragusa Ibla, troverete un pathos del tutto simile dipinto sul volto del cuoco. Dietro gli occhi socchiusi, la stessa preoccupazione che aveva il dio-orologiaio di cui parlò Leibniz: assicurarsi che ogni componente e ingranaggio sia perfettamente oliato cosicché tutto possa funzionare senza il suo intervento diretto. Appurato questo, Sultano sarà ben lieto di infondervi a parole tutto il suo sapere divertentissimo e magmatico. E di recitare, attraverso piatti che conservano e scombinano i cromosomi isolani più autentici. .  
   
 

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