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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 02 Aprile 2008 |
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LIBRI PER L´ECONOMIA: LA PIATTAFORMA LOGISTICA-ITALIA: INFRASTRUTTURE, IMPRESE, ISTITUZIONI
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Bologna, 2 aprile 2008 - Nomisma per Veronafiere ha elaborato alcuni indicatori utili a identificare un nuovo paradigma interpretativo per il ‘Made in Italy’ agroalimentare e di misurarne le performance. Il ‘Made in Italy’ è un concetto ormai di uso comune con cui si attribuisce ad un prodotto la capacità di avere distintività e riconoscibilità. Si tratta di un vero e proprio plus in grado di evocare e incorporare un’immagine del prodotto ricca di significati che vanno ben oltre le caratteristiche oggettive del prodotto stesso. Tuttavia, attorno all’idea di ‘Made in Italy’ vi è un ampio dibattito: se da un lato emerge un diffuso e condivisibile consenso sul valore per il tessuto produttivo italiano, dall’altro si incontra un significativo livello di disaccordo nel momento in cui si tenta di darne una definizione univoca attraverso le categorie merceologiche che lo costituiscono. Per portare un contributo al dibattito, Nomisma, nel volume pubblicato da Agra Editrice, ha individuato cinque declinazioni diverse di Made in Italy, basate sulla misurazione di cinque parametri: origine delle materie prime, differenziale di prezzo all´export, specializzazione produttiva, diffusione nel mondo dell’agroalimentare italiano, imitazioni dei nostri prodotti. Sulla base di tale schema sono stati individuati cinque panieri di prodotti agroalimentari e per ciascuno è stata misurata la performance sui mercati internazionali. Oltre a fornire una nuova chiave interpretativa del ‘Made in Italy’ agroalimentare, tale impostazione si propone inoltre come nuova base di ispirazione di strategie di promozione del ‘Sistema Italia’, poiché da un insieme indefinito di produzioni individua cluster omogenei di prodotti a cui indirizzare politiche più mirate. A completamento del modello interpretativo elaborato per il Made in Italy agroalimentare, Nomisma e Veronafiere hanno condotto un’analisi approfondita sulle caratteristiche e sulle potenzialità del territorio veronese, tra le migliori realtà agroalimentari italiane. Tra tutte le province, Verona riveste, infatti, un ruolo da protagonista assoluto per quanto concerne l’export agroalimentare. Con circa 1,4 miliardi di euro, nel 2006 ha superato l’export di Milano, posizionandosi al secondo posto complessivo, preceduta solamente da Cuneo. Un posizionamento che sta peraltro venendo confermato anche dai dati provvisori del 2007. Vino, ortofrutta fresca, formaggi, carne fresca e trasformata, paste alimentari e prodotti da forno sono le eccellenze che trainano un sistema con solidissime basi: una rete di infrastrutture e di piattaforme logistiche che collega Verona al Nord-europa, un tessuto di piccole e medie imprese che hanno saputo diventare ‘grandi’ nel tempo e, non ultimo, una classe imprenditoriale in grado di veicolare ai consumatori un’elevata qualità, senza rinunciare ai volumi. Il rapporto, pubblicato da Agra Editrice, si compone di tre parti. Una prima consiste in un’analisi desk su una serie di indicatori macroeconomici rilevanti (Pil, occupazione, asset e infrastrutture, importanza della Fiera, importanza dell’agroalimentare). Nella seconda, l’approccio diventa field e va a tastare il polso delle aziende agroalimentari veronesi attraverso due indagini: una prima indirizzata ad un campione esteso e rappresentativo e una seconda costituita da interviste in profondità ad alcune aziende opinion leader. È nella terza parte, infine, che si tirano le fila, attraverso una rigorosa analisi Swot. . |
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