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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2008
 
   
  AOSTA: PRECISAZIONI IN MERITO ALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

 
   
  Aosta, 7 aprile 2008 - Con riferimento al comunicato del Comitato Rifiuti Zero Valle d’Aosta, la Regione ritiene di dover precisare quanto segue: La discussione sullo scenario di smaltimento che dovrà essere attuato in Valle d’Aosta continua ad essere alimentata, da parte di questo Comitato, da equivoci, menzogne, allarmismi ingiustificati, per lo più su aspetti tecnici, volti volutamente a confondere le idee e a sminuire e a interrompere le azioni avviate dalla Regione nel corso degli ultimi anni e finalizzate ad individuare un sistema di trattamento e smaltimento dei rifiuti che assicuri, in coerenza con le disposizioni comunitarie vigenti: Il rispetto della nuova normativa comunitaria che limita l’uso della discarica, sino ad oggi sistema privilegiato per lo smaltimento finale dei rifiuti; La piena coerenza con i nuovi e più restrittivi livelli di garanzia ambientale richiesti per i moderni sistemi di trattamento dei rifiuti; Il raggiungimento per un periodo di almeno 25 anni di una gestione autosufficiente nel rispetto dei principi di efficacia, tutela igienico-sanitaria e ambientale e di contenimento dei costi. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti attualmente in vigore, approvato dal Consiglio regionale il 15 aprile 2003, non indica la presenza di un termovalorizzatore in Valle d’Aosta, per il semplice fatto che è l’evoluzione normativa, intervenuta nel 2003, che ha obbligato la Regione a procedere alla predisposizione di uno studio comparativo di diversi sistemi di trattamento e smaltimento, a supporto di quelle saranno le scelte che la Regione stessa dovrà assumere per individuare il sistema di smaltimento finale sostitutivo di quello attuale che si basa ancora sullo smaltimento in discarica della frazione che residua dalle raccolte differenziate. La Giunta regionale, al termine dello studio ha provveduto all’approvazione dello stesso, formulando il suo parere che è contenuto nella deliberazione della Giunta regionale n. 807, del 20 marzo 2008. Tale decisione della Giunta, che opta per la soluzione del termovalorizzatore e della contestuale bonifica della discarica regionale, è avvenuta dopo che il Consiglio Permanente degli Enti locali ha formulato, quasi all’unanimità (un solo voto contrario e un astenuto), un importante parere in merito, parere che indica alla Regione come soluzione, accettabile sotto i diversi punti di vista, quella che prevede l’impianto di termovalorizzazione e la contestuale bonifica della discarica regionale, nonché dopo avere acquisito il parere della terza Commissione consigliare permanente, che ha individuato anch’essa (con un solo voto contrario) in tale scenario di smaltimento la soluzione migliore. L’approvazione dello Studio da parte della Giunta regionale costituisce il primo passo per l’avvio della discussione in Consiglio regionale sull’argomento e per la successiva individuazione dello scenario di trattamento e smaltimento finale da attuare; La Regione nello studiare i diversi sistemi di trattamento e smaltimento ha proceduto alla comparazione di due scenari complessi che si basano, in sintesi, uno sulla presenza di un sistema di trattamento meccanico e biologico (cosiddetto sistema a freddo) e uno sulla presenza di un termovalorizzatore. Per entrambi gli scenari sono state fatte tutte le necessarie valutazioni tecniche, tecnologiche, impiantistiche, di impatto ambientale e di impatto igienico-sanitario, di carattere economico-finanziario e tariffario. Per entrambi gli scenari, tutte le valutazioni sono state fatte, assumendo a riferimento la situazione specifica insediativa, territoriale, ambientale, ecc. Della Valle d’Aosta, situazione che difficilmente può essere paragonata ad altre realtà; La scelta di procedere alla bonifica delle aree di discarica di Brissogne è indipendente rispetto alla decisione della realizzazione di un termovalorizzazione ed è giustificata da fattori diversi, quali: o i rischi generali legati alla presenza di discariche sul territorio, ancorché controllate e realizzate con idonei criteri di impermeabilizzazione secondo le tecniche a suo tempo disponibili; o i problemi delle emissioni diffuse, causa degli odori che da anni sono oggetto di grave disturbo per la popolazione soprattutto dei Comuni di Quart, Saint Christophe, Pollein, Brissogne; o il rischio di importanti danni che possono intervenire a seguito di eventi naturali, quali esondazioni, che possono comportare l’erosione del corpo di discarica, con effetti ambientali e igienico-sanitari devastanti; o la necessità di intervenire prima che si creino situazioni di emergenza. A tale proposito, l’Assessore evidenzia, come anche gruppi ambientalistici di buon senso, indicano l’esigenza “che gli amministratori pubblici e privati applichino il principio di precauzione, che prevede la protezione dell’ambiente prima ancora che venga stabilita una relazione certa causa-effetto sulla pericolosità di una sostanza" e ancora: ". Occorre parlare dei rischi reali e potenziali per la salute legati all’inquinamento anche in situazioni non estreme, derivanti da catastrofi. Parlare dei rischi per la salute da inquinanti in momenti di normalità permette di comunicare correttamente nei momenti di emergenza. Non solo. Permette di intervenire prima di conseguenze drammatiche, che porteranno allo strombazzamento mediatico a danni già consolidati. ”, così come risulta dall’avviso dell’Associazione Vas Verdi Ambiente e Società, che in collaborazione con A. I. C. A. , Scholé Futuro e Ri. B. E. S. Organizza un Convegno nazionale sulla comunicazione ambientale (Dal rischio alle politiche ambientali) per il prossimo mese di maggio, a Torino. O Il problema della bonifica delle aree di discarica di Brissogne, inoltre, precisa la Regione, è stato oggetto di uno studio specifico nel quale è affrontata la problematica in modo puntuale e riferita alla concreta situazione del sito che sarà interessato dall’intervento. Nello studio sono riportate, altresì, le puntuali motivazioni tecniche e ambientali che giustificano, anzi consigliano, l’intervento, nonché tutte le modalità tecniche di esecuzione della bonifica, le precauzioni che dovranno essere adottate, la destinazione finale dei rifiuti che saranno estratti, selezionati ed avviati alla termovalorizzazione (tali rifiuti, fra l’altro, essendo stabilizzati sono classificati Cdr, combustibili da rifiuto e quindi valorizzabili termicamente). Lo studio riporta, poi, in modo puntuale, le diverse esperienze di bonifica di discariche effettuate sia in Italia che in Europa; ciò a riprova che la bonifica delle discariche di Brissogne non sono affatto le prime, addirittura in Europa, ma che tale modalità è ben conosciuta e sempre maggiormente sarà applicata proprio a seguito dei vincoli e delle problematiche ambientali che in particolare proprio le discariche per rifiuti urbani comportano, problematiche che impongono in tutta Europa l’assunzione di iniziative finalizzate alla riqualificazione ambientale e territoriale di importanti aree attraverso appunto interventi di bonifica. Per quanto concerne le problematiche della termovalorizzazione occorre ribadire che lo studio indica una produzione di scorie, classificate come rifiuti non pericolosi, non superiore al 20% del rifiuto avviato alla termovalorizzazione (dal 16 al 20% massimo in considerazione della tipologia dell’impianto e dei rifiuti che sono trattati, non escludendo la possibilità di destinare queste scorie a cementifici) e non superiore al 5% (dal 3 al 5% massimo) di polveri derivanti dai sistemi di abbattimento dei fumi la cui destinazione è quella dell’avvio ad idonei impianti di inertizzazione e smaltimento fuori regione o del ritiro da parte dell’impresa fornitrice del bicarbonato di sodio, per il recupero dei sali in esse contenute. Lo studio di comparazione dei due scenari di trattamento e smaltimento affronta, poi, con gli studi integrativi del Politecnico di Milano e dell’Istituto Mario Negri di Milano, gli aspetti legati alla ricaduta ambientale delle emissioni dell’inceneritore e gli effetti sulla salute delle persone. Il Politecnico di Milano ha, inoltre, predisposto uno studio di comparazione della sostenibilità ambientale di entrambi gli scenari, con riferimento al fenomeno dell’acidificazione e alla produzione di gas serra derivanti dagli impianti previsti in ciascuna delle soluzioni poste a confronto, secondo il metodo dell’Analisi del ciclo di vita (Lca - Life Cycle Assessment). In particolare utilizzando tale metodo, l’indicatore di riscaldamento globale (effetto serra) è sostanzialmente uguale per entrambi gli scenari, mentre la soluzione alternativa basata sulla realizzazione del termovalorizzatore in Valle d’Aosta risulta invece nettamente più vantaggiosa rispetto alla soluzione di Piano (scenario che non prevede la presenza di un termovalorizzatore e la bonifica delle discariche di Brissogne) per tutti e tre i restanti indicatori (acidificazione, formazione fotochimica di ozono e tossicità umana): la compensazione della tossicità umana in particolare, operata dalla soluzione alternativa (scenario di smaltimento che prevede la presenza di un termovalorizzatore e la bonifica delle discariche di Brissogne), è superiore di ben quattro volte rispetto a quella della soluzione di Piano. Va ricordato che l’organizzazione mondiale della sanità, così come autorevoli esponenti della medicina, per tutti il prof. Veronesi, hanno in più sedi dichiarato non esserci alcun nesso tra presenza di termovalorizzatori e malattie anche gravi come quelle oncologiche. Si ritiene che ogni informazione diversa, non supportata da elementi scientifici, non rappresenta che terrorismo informativo. Occorre poi richiamare che in Europa tutte le grandi città, comprese quelle di paesi ad alta sensibilità ambientale e con il sostegno delle associazioni ambientaliste, sono dotate di questi impianti, Vienna, Ginevra,paesi Bassi, Montecarlo,oltre a tutte le città della Germania. E’ recente la notizia che proprio la Germania aumenterà la dotazione dei 67 impianti esistenti, con ben 83 nuovi termovalorizzatori (articolo pubblicato sul settimanale Panorama n. 12/2008 “Rifiuti, l’oro di Napoli)). In molti casi essi sono posti nel centro della città o in zone urbanizzate con ristoranti, grandi distribuzioni, abitazioni ecc. ; molti sono diventati centri di servizi o occasione di arredo urbano. Merita poi richiamare l’esempio di Parona, cittadina della Lomellina, tra l’altro celebre per i biscotti tipici, che dopo avere ospitato per quasi vent’anni uno dei più grandi impianti di termovalorizzazione della Lombardia ha avviato la realizzazione della seconda linea, considerati i benefici che sono derivati alla popolazione in relazione alla presenza di questo impianto. Va posto in evidenza che nei programmi governativi delle due grandi formazioni politiche che si candidano alla guida del Paese, Pd e Pdl, è indicato tra i primi punti quello della realizzazione di termovalorizzatori, quali sistemi più efficienti per valorizzare risolvendolo, in sicurezza, il problema dei rifiuti che residuano dalle attività di riciclo dei rifiuti differenziati. Che lo stesso Ministro dell’ambiente ha dichiarato di non essere contrario ai termovalorizzatori e anzi di essere favorevole alla realizzazione di questi impianti se moderni e piccoli; esattamente come quello che si intende realizzare in Valle d’Aosta. Si precisa, infine, che in ogni caso la Regione ha impostato la gestione dei rifiuti, anche futura, prevedendo come prima azione imprescindibile quella del potenziamento e del miglioramento delle raccolte differenziate, ponendosi, in anticipo anche su quanto prevedono le norme nazionali, obiettivi certi di valorizzazione dei rifiuti raccolti in forma differenziata. Non si può tacere l’incontro, promosso dalla terza Commissione Consigliare regionale, avvenuto nel salone di palazzo regionale, sabato 1° marzo 2008, al quale era invitata la popolazione e nel quale si è potuta constatare la debolezza delle argomentazioni poste a contrasto della termovalorizzazione e della bonifica della discarica regionale. In conclusione c’è chi, come il Comitato Rifiuti Zero con la menzogna e la cattiva informazione tende a non risolvere il problema, con il fine di condurre la nostra Regione in situazioni di emergenza rifiuti, proponendo soluzioni utopistiche e impraticabili, cercando, fra l’altro, di spostare la discussione dal contesto tecnico e politico, rappresentati dalla Giunta regionale e dal Consiglio regionale e che responsabilmente hanno scelto e sceglieranno la migliore soluzione proponibile per la Valle d’Aosta, ad un contesto nel quale pochi soggetti attraverso un semplice volantino diffamatorio suscitano apprensioni nell’opinione pubblica, con l’intento di paralizzare ogni iniziativa risolutiva. C’è chi ricorrendo al peggior ecoterrorismo mira a lasciare alle generazioni future un territorio minato da una grande e pericolosa discarica posta al centro di una area fortemente antropizzata. C’è chi per ragioni elettoralistiche cerca di ottenere del consenso facendo leva sulle giuste esigenze di salubrità ambientale, offrendo ai cittadini scenari di inquinamento e insalubrità di moderni e sicuri metodi di smaltimento dei rifiuti. C’è chi come il Governo regionale, il Consiglio Permanente degli Enti Locali, la Terza Commissione Consigliare, responsabilmente, fatti i dovuti approfondimenti, attraverso un percorso democratico e con il coinvolgimento di tutte le istituzioni aventi causa propongono di mettere la nostra Regione nelle condizioni di essere un paese civile, evoluto, rispettoso dell’ambiente e della salute dei cittadini con soluzioni efficaci ecosostenibili, dove in materia ambientale e territoriale le ricadute negative sono molto inferiori agli indiscutibili e verificabili ritorni positivi. .  
   
 

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