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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2008
 
   
  UNA RISPOSTA DELLA REGIONE DEL VENETO ALLE ACCUSE DEL TUTTO IMMOTIVATE FORMULATE DALLA SANITA’ PRIVATA PROVVISORIAMENTE ACCREDITATA

 
   
  Venezia, 7 aprile 2008 - Sono apparsi il 3 aprile nei maggiori quotidiani veneti spazi a pagamento commissionati dalle principali Associazioni che rappresentano le strutture sanitarie private che operano per conto del Servizio sanitario regionale. Sono annunci a pagamento che possono aver creato nel cittadino un ingiustificato allarme e possono aver trasmesso l’errata impressione che il diritto alla salute non sarà più adeguatamente tutelato. La Regione del Veneto considera il privato provvisoriamente accreditato come parte integrante del Servizio sanitario regionale e funzionale al raggiungimento degli obiettivi di politica sanitaria, primo fra tutti l’abbattimento dei tempi di attesa per garantire agli utenti una prestazione tempestiva e di qualità. Stupisce, quindi, che le Associazioni abbiano scelto una iniziativa di tal genere proprio alla vigilia di un incontro ufficiale, fissato per venerdì 11 aprile con l’assessore alle Politiche sanitarie, a Verona, volto a concordare le regole per svolgere l’attività nel prossimo triennio. Spiace, soprattutto, che le Associazioni continuino a disinformare su un tema così delicato come la salute, le cui problematiche e i cui risvolti non possono certo essere riassunti in poche righe di slogan. Infatti le proposte programmatorie avanzate dalla Regione del Veneto e rivolte alla razionalizzazione dell’offerta sanitaria nel rispetto delle risorse a disposizione, non comportano alcuno degli effetti drammaticamente denunciati dalle Associazioni. In particolare, mettere in rete i Cup delle Ulss e delle strutture private, come proposto dalla Regione del Veneto e non accettato dalle Associazioni, vuole dire offrire un servizio di prenotazione più efficiente: il cittadino avrà a disposizione un maggior numero di sportelli e in ciascuno di essi l’intera offerta di prestazioni che il Servizio sanitario regionale oggi eroga. Chiunque può facilmente capire che così il diritto di scelta non verrebbe minato, come invece sostengono le Associazioni, e che anzi la possibilità di confronto su un piano di parità aumenterebbe con un evidente vantaggio per la qualità complessiva della sanità veneta. La proposta della Regione del Veneto di un rapporto diretto tra Ulss e singola struttura privata, che le associazioni tanto avversano, consentirebbe, inoltre, di modulare meglio la tipologia e la quantità di prestazioni. La Regione del Veneto ribadisce anche che nel 2007 aveva stanziato un consistenze aumento del budget a disposizione dei privati, circa 280 milioni di euro, proprio per favorire l’integrazione tra pubblico e privato accreditato e che la proposta di accordo triennale 2008-2010 garantirebbe, con un ulteriore incremento delle risorse finalizzate all’abbattimento delle liste d’attesa, di programmare per la prima volta l’attività in un ampio arco di tempo. L’impegno della Regione del Veneto resta l’appropriatezza delle prestazioni nel rispetto del governo della spesa sanitaria: ciò non vuol dire meno risorse per la salute, ma risorse meglio mirate sui bisogni reali del cittadino e, soprattutto, con i giusti tempi di erogazione delle prestazioni. Ai privati provvisoriamente accreditati del Veneto si chiede di proseguire a lavorare in maniera sinergica all’interno del sistema per migliorare sempre più una sanità che, anche grazie alla corretta integrazione tra pubblico e privato, ha ottenuto proprio in questi giorni il plauso del Censis come modello di riferimento per l’intero Paese. Con una certezza che la Regione del Veneto giudica non negoziabile: la libertà di scelta per i cittadini è un diritto condiviso e fondamentale, ma deve essere esercitato per forza all’interno della programmazione regionale. .  
   
 

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