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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2008
 
   
  UNIONE EUROPEA: PROCEDIMENTI DI INFRAZIONE

 
   
  Venerdì 3 aprile la Commissione europea ha avviato nei confronti dell’Italia una serie di procedimenti relativi al mancato recepimento di direttive comunitarie o, in un caso, alla mancata esecuzione di una sentenza del 2007 con la quale la Corte di giustizia aveva già dichiarato il nostro Paese inadempiente. La Commissione europea ha inviato al nostro Paese ben quattro pareri motivati. Ricordiamo che il parere motivato costituisce la seconda fase della procedura di infrazione, procedura per inadempimento, prevista dall’articolo 226 del trattato Ce. In mancanza di una risposta soddisfacente da parte dello Stato interessato, la Commissione può sottoporre la questione alla Corte di giustizia delle Comunità europee. Due dei pareri motivati inviati all’Italia riguardano il settore marittimo. 1) La Commissione europea ha trasmesso un parere motivato all’Italia (e all’Estonia) per non avere recepito integralmente nei loro ordinamenti nazionali una direttiva del 2005 volta a migliorare l’immagine del settore europeo dei trasporti marittimi, ad attirare i giovani verso la professione marittima e a promuovere la mobilità professionale dei marittimi all’interno dell’Unione europea, ponendo in particolare l’accento sulle procedure di riconoscimento dei certificati di idoneità e garantendo nel contempo la stretta osservanza dei requisiti previsti dalle pertinenti convenzioni dell’Organizzazione marittima internazionale. Gli Stati membri avrebbero dovuto recepire la direttiva entro il 20 ottobre 2007. 2) La Commissione europea ha trasmesso un parere motivato all’Italia per non avere recepito integralmente e applicato una direttiva del 1995, poi modificata anche a seguito del naufragio della petroliera Erika. La direttiva ha lo scopo di ridurre la presenza nelle acque comunitarie di navi che non soddisfano gli standard in materia di sicurezza marittima, promovendo l’applicazione della relativa legislazione internazionale e comunitaria, fissando criteri comuni per il controllo delle navi negli Stati di approdo e armonizzando le procedure di ispezione e immobilizzazione. A tutt’oggi l’Italia non ha recepito né applicato una delle norme della direttiva che impone di addebitare i costi delle ispezioni all’armatore o all’operatore della nave. In un terzo caso, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all’Italia in merito alla normativa che disciplina gli onorari massimi obbligatori per i servizi resi dagli avvocati. La Commissione ritiene che tale normativa non sia compatibile con gli articoli 43 e 49 del trattato Ce, che garantiscono rispettivamente la libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi nell’Unione europea. La Commissione contesta infatti la necessità di tali disposizioni, che limitano l’accesso al mercato italiano da parte di prestatori di servizi originari di altri Stati membri senza tuttavia garantire l’accesso alla giustizia e alla sua corretta amministrazione o proteggere i destinatari dei servizi in misura proporzionata rispetto agli obiettivi di interesse generale perseguiti. Infine, in un altro caso, riguardante il settore degli appalti pubblici, la Commissione europea ha deciso di inviare all’Italia, a norma dell’articolo 228 del trattato Ce, una lettera di costituzione in mora con la richiesta di conformarsi immediatamente ad una sentenza della Corte di giustizia europea: in effetti, il 13 settembre 2007 la Corte di giustizia ha statuito che, rinnovando 329 concessioni per l’esercizio delle scommesse ippiche senza previa gara d’appalto, la Repubblica italiana non ha ottemperato agli obblighi derivanti dagli articoli 43 e 49 del trattato Ce, violando in particolare il principio generale della trasparenza e l’obbligo di garantire un’adeguata pubblicità ( sentenza nella causa C-260/04). La Commissione ritiene che le misure finora adottate dalle autorità italiane non siano sufficienti per conformarsi alla sentenza della Corte. Innanzitutto, pur accogliendo favorevolmente la nuova legislazione adottata dalle autorità italiane per aprire il mercato dei servizi delle scommesse sportive, la Commissione rileva che le concessioni assegnate illegalmente sono ancora valide. In secondo luogo, le autorità italiane avevano annunciato che queste concessioni sarebbero state riattribuite mediante un bando di gara, ma non è stato adottato nessun provvedimento in materia. La Commissione ha pertanto deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia. Qualora le autorità italiane non si conformassero alla sentenza in oggetto, la Commissione trasmetterà un parere motivato al governo italiano e, se del caso, chiederà alla Corte di comminare alla Repubblica italiana una penalità giornaliera. Per ulteriori informazioni segnaliamo i link ai comunicati della Commissione: http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/501&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=en; http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/523&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=en; http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/521&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=en; http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/502&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=en; http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/505&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=fr; http://europa. Eu/rapid/pressreleasesaction. Do?reference=ip/08/520&format=html&aged=0&language=it&guilanguage=en . .  
   
 

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