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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2008
 
   
  PUBBLICATA SU NATURE DEL 2 APRILE 2008 LA RICERCA DEL PROGETTO EPICA SULLA CALOTTA POLARE ANTARTICA AL CENTRO DELLO STUDIO I RAPPORTI FRA CAMBIAMENTI CLIMATICI ED EMISSIONE DI POLVERI FINI.

 
   
  Milano, 3 aprile 2008 - È stato pubblicata ieri, mercoledì 2 aprile 2008, sulla prestigiosa rivista Nature l’articolo Dust climate couplings over the past 800,000 years from the Epica Dome C ice core. Epica Dust Consortium, che raccoglie la nuova serie di dati ad alta risoluzione da carota di ghiaccio, sulle polveri fini che, negli ultimi 800. 000 anni, hanno raggiunto la Calotta Polare Antartica. Il lavoro, svolto nell’ambito del Progetto Epica che ha recentemente vinto il premio Cartesio dell’Unione Europea sull’Eccellenza nella Ricerca, ha permesso di comprendere meglio i rapporti tra i cambiamenti climatici e le emissioni di polveri minerali provenienti dai continenti dell’emisfero Sud, mostrando una relazione diretta con la temperatura. La partecipazione italiana al Progetto Epica è stata coordinata dall´Università degli Studi di Milano-bicocca con l’intervento dei ricercatori delle Università di Milano Bicocca, Firenze, Venezia, Trieste, Parma, Milano, Bologna e Modena, del Cnr di Pisa, dell’Enea e dell’Ingv. L’enea ha assicurato il coordinamento logistico e tecnologico alle attività di perforazione. Le ricerche italiane sono svolte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide (Pnra), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e sono gestite dal Consorzio per l´attuazione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra S. C. R. L. , costituito da Enea, Cnr, Ingv ed Ogs). Il particolato fine insolubile può infatti influenzare la temperatura dell’atmosfera per assorbimento o riflessione della radiazione solare, con un effetto opposto a quello dei gas serra. Inoltre la produzione, il trasporto e la deposizione di polveri fini possono essere influenzate dai cambiamenti climatici a scala glaciale-interglaciale. Nell’articolo, il gruppo di ricercatori che si occupa di particolato insolubile nell’ambito del progetto Epica (European Project for Ice Coring In Antarctica), ha ricostruito l’andamento delle polveri fini durante gli ultimi 8 cicli glaciali, confermando l’aumento delle polveri fini durante i periodi freddi negli ultimi 800. 000 anni, e la rispettiva diminuzione durante i periodi caldi. Gli autori propongono che l’osservato incremento del flusso di polveri negli ultimi 8 cicli glaciali può essere attribuito ad un aumento della quantità di polveri emesse, prevalentemente, dal Sud America per l’aumento dell’energia dell’atmosfera durante i periodi glaciali e per la diminuzione del ciclo idrologico con un conseguente aumento dell’aridità nelle aree sorgenti. I ghiacci polari costituiscono l’archivio naturale più dettagliato e completo della storia del clima e dell’atmosfera terrestre nelle ultime decine-centinaia di migliaia di anni, e rappresentano una risorsa di fondamentale importanza per gli studi sul “Global Change”. In particolare, le bolle d’aria racchiuse negli strati di ghiaccio dell’Antartide rappresentano l’unica testimonianza disponibile della concentrazione dei gas serra nei periodi precedenti alla metà del Xx secolo, e permettono di individuare il brusco aumento di gas ad “effetto serra” nell’atmosfera associato alle attività umane (utilizzo di combustibili fossili, variazioni dell’uso del suolo, ecc. ). .  
   
 

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