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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Aprile 2008
 
   
  SAVING CHILDREN”, MEDICINA AL SERVIZIO DELLA PACE REGIONE UMBRIA FIRMA CON “CENTRO PERES” NUOVO ACCORDO TRIENNALE

 
   
  Perugia, 9 aprile 2008 – Centomila euro all’anno, per tre anni, come contributo della Regione Umbria perché bambini palestinesi portatori di gravi malattie possano essere curati negli ospedali israeliani con il 50 per cento di sconto, e la possibilità di assistenza in camera per i familiari. È quanto prevede l’accordo, firmato il 7 aprile a Palazzo Donini, fra la Regione dell’Umbria (Assessorato alla Sanità) e il “Centro Peres per la Pace” di Tel Aviv, impegnato dal 2003 nel progetto “Saving Children”, “Salvare i bambini al servizio della pace”. Per il “Centro Peres” erano presenti i due principali artefici ed animatori del progetto, Dan Shanit, direttore generale per la Medicina e la Cura della Salute del Centro, e la giornalista scrittrice Manuela Dviri, italiana, che dal 1968 vive a Tel Aviv. L’atto rappresenta il rinnovo di un precedente accordo, con il quale la Regione Umbria ed il “Centro Peres” diedero vita al progetto, al quale, in seguito, si è aggiunta la partecipazione di altre regioni, come la Toscana. “Sono particolarmente lieto di essere qui stamani, in Umbria, dove tutto è nato – ha detto Dan Shanit, riferendosi al fatto che l’Umbria è stata la prima regione a credere nel progetto e a sostenerlo con un contributo finanziario -: senza l’Umbria, non ci sarebbe stato niente. Questo progetto – ha proseguito - è la realizzazione di un sogno, che ha consentito di curare 5050 bambini palestinesi, e di salvarne da morte sicura, in assenza di cure adeguate, almeno 4 mila (ogni 6 mesi la Regione dell’Umbria e le Regioni coinvolte nel progetto ricevono un dettagliato rapporto sui casi trattati e le cifre spese, N. D. R. ). Se si considera – ha argomentato Dan Shanit - che ogni famiglia palestinese conta in media cinquanta parenti, possiamo dire che il progetto ha interessato complessivamente 250 mila persone, e ha messo in relazione, sul piano umano, fette consistenti di popolazione palestinese con fette consistenti di popolazione israeliana, per la comune presenza negli ospedali. Ciò che ‘Saving children’ contribuisce a mutare – ha sottolineato Dan Shanit - è la percezione reciproca di palestinesi e israeliani: mettendo in contatto i popoli, le rispettive società civili, le famiglie, gli stessi bambini, i palestinesi capiscono che gli israeliani non sono soltanto i soldati dei ’check points’, e gli israeliani che i palestinesi non sono soltanto i terroristi”. “‘Saving children’ è un modo diverso di guardare la realtà – ha detto Manuela Dviri -; i bambini che soffrono sono bambini che soffrono, prima di essere israeliani o palestinesi, e da questo si dovrebbe capire che siamo tutti uguali, che l’umanità viene prima delle differenze politiche. Bisogna crederci, e su questo costruire la pace: il nostro progetto – conclude Manuela Dviri – mira proprio a questo”. .  
   
 

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