Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2008
 
   
  CROAZIA: ULTERIORI RIFORME PER POTER ADERIRE ALL´UE

 
   
   Bruxelles,15 aprile 2008 - La Croazia ha compiuto lodevoli progressi verso l´adesione all´Ue ma deve proseguire le riforme dell´amministrazione pubblica e della giustizia, e continuare la lotta alla corruzione. E´ quanto afferma il Parlamento compiacendosi della soluzione sulla zona di pesca nell´Adriatico e chiedendo vigilanza sui processi per crimini di guerra. La richiesta alla Croazia di ammettere la responsabilità del massacro di 20. 000 italiani, di restituire i beni agli esuli o di risarcirli, è stata respinta. Approvando con 588 voti favorevoli, 39 contrari e 22 astensioni la relazione di Hannes Swoboda (Pse, At), il Parlamento rileva che negli scorsi due anni di negoziazioni la Croazia ha compiuto «sostanziali e lodevoli progressi» nella maggior parte dei settori coperti dalla legislazione comunitaria e che i buoni risultati ottenuti sono di «buon auspicio per il processo di integrazione nell´Ue». La Croazia, inoltre, continua a rispettare i criteri di adesione e ad applicare con successo l´Accordo di associazione. Congratulandosi con le autorità croate per i risultati positivi finora raggiunti, il Parlamento ritiene che, con un maggiore impegno da parte della Croazia e un maggior sostegno da parte delle istituzioni dell´Ue, i negoziati di adesione dovrebbero concludersi nel 2009. In tale contesto, chiede alla Commissione di intensificare i propri sforzi e insiste sulla necessità di attuare nuove norme legislative quale parametro per valutare lo stato di preparazione del paese per l´adesione. Una valutazione, è precisato, che «deve essere basata sui fatti e non soltanto sulla legislazione adottata». Il Parlamento sottolinea infatti che sono necessari maggiori sforzi e un rinnovato impegno politico per affrontare alcuni dei settori più problematici in cui sono necessarie riforme, «prima che la Croazia possa aderire all´Unione europea». Più in particolare, lieto di osservare che buona parte della legislazione croata è stata allineata agli standard dell´Ue, ricorda che è adesso «fondamentale» accelerare il processo di riforma dell´amministrazione pubblica e lo sviluppo della capacità amministrativa necessaria per eseguire la nuova legislazione. Sottolinea inoltre la necessità di «ulteriori miglioramenti» nel settore giudiziario: riduzione del cumulo dei processi, promozione dell´indipendenza, imparzialità e professionalità della magistratura e razionalizzazione del funzionamento dei tribunali. Occorre inoltre proseguire gli sforzi allo scopo di eradicare la corruzione, «in alcuni casi inaccettabilmente diffusa», che pregiudica lo sviluppo economico del paese. Il Parlamento, peraltro, approva il programma economico di preadesione della Croazia. Nel ricordare poi a tutte le parti interessate il principio "pacta sunt servanda", per quanto riguarda le questioni bilaterali tuttora irrisolte, il Parlamento si compiace della decisione croata del 13 marzo 2008 di non applicare la della Zona di protezione ecologica e di pesca (Zerp) nell´Adriatico agli Stati membri dell´Unione fino a che non sarà raggiunto un accordo comune e confida che, quando la questione sarà risolta definitivamente, potranno essere prese in tempi rapidi decisioni sull´apertura di nuovi capitoli. Congratulandosi per gli sforzi compiuti a favore di un imparziale svolgimento dei processi per i crimini di guerra, il Parlamento invita la Croazia ad esercitare una continua vigilanza allo scopo di evitare «il rischio della pronuncia di sentenze etnicamente motivate» e sollecita quindi misure integrative urgenti per la protezione dei testimoni per assicurare l´integrità del processo giudiziario. D´altra parte, accogliendo favorevolmente la cooperazione della Croazia con il Tribunale penale internazionale per l´ex Jugoslavia (Icty), il Parlamento si dice preoccupato circa l´impatto negativo che le sue sentenze sui crimini di Vukovar hanno avuto sull´opinione pubblicar croata. Nel rilevare poi che la Croazia ha compiuto «sforzi sostanziali e coronati da successo che hanno prodotto risultati visibili» per realizzare la riconciliazione tra i popoli, il Parlamento sollecita il reintegro sostenibile dei rifugiati di guerra. A tale riguardo nota la necessità di sviluppare e attuare tempestivamente misure sociali in materia di alloggi e di lavoro. D´altra parte, l´Aula ha respinto una serie di emendamenti proposti da Roberta Angelilli (Uen, It). Uno di questi affermava che, «quale condizione preliminare per l´adesione della Croazia all´Unione europea», fosse indispensabile l´ammissione «della responsabilità politica, morale e storica per il massacro di oltre 20. 000 italiani compiuto dalle milizie delle autorità croate del regime comunista della ex-Jugoslavia». Un altro sosteneva la necessità di risolvere il problema della restituzione, e/o di provvedere a un adeguato risarcimento, per i beni espropriati agli esuli italiani espulsi dal governo croato nel 1947 e, in proposito, esprimeva preoccupazione per il perdurare della legge di denazionalizzazione che vieta la restituzione dei beni espropriati a cittadini non croati. E l´ultimo invitava il governo croato a porre fine alla discriminazione subita dai cittadini italiani ai quali è impedita l´acquisizione di immobili, sostenendo che ciò è incompatibile con i principi della libera circolazione di persone e beni sanciti a livello Ue. Il Parlamento si congratula con la Croazia per le misure adottate al fine di facilitare l´integrazione delle minoranze e incoraggia nuovi sforzi per assicurare l´eliminazione di tutte le forme di discriminazione e pregiudizio, anche nei confronti della comunità Rom. In tale contesto, esorta il governo ad adottare una strategia globale contro la discriminazione e ad attuarla con efficacia a livello nazionale e locale. Ricorda inoltre la necessità di assicurare l´insegnamento bilingue nelle scuole, il bilinguismo nella pubblica amministrazione e le previste garanzie occupazionali concernenti l´adeguata rappresentanza delle minoranze nel potere giudiziario e nell´amministrazione pubblica. I deputati, infine, esprimono preoccupazione per le recenti critiche avanzate dalla Commissione in merito al modo in cui i fondi Ue vengono gestiti dalle autorità croate. Occorre quindi identificare urgentemente le debolezze amministrative riscontrate al fine di cessare la sospensione temporanea degli appalti nell´ambito del programma Phare 2006 (con una dotazione finanziaria totale pari a 68,5 milioni di euro) e di consentire il ripristino degli stanziamenti iniziali per l´esercizio finanziario 2008, in seguito a una riduzione di 5 milioni di euro. In merito alla relazione di Erik Meijer (Gue/ngl, Nl) sui progressi nel 2007 dell´ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), il Parlamento ha accolto la proposta di Hannes Swoboda (Pse, At) di rinviare il voto alla prossima sessione per tentare di trovare un compromesso sulla controversa questione del nome del Paese. Daniel Cohn Bendit, dicendosi contrario alla proposta, aveva affermato che «la Macedonia si chiama Macedonia». Il relatore, infine, pur non essendo in disaccordo con il leader dei Verdi, ha ritenuto «ragionevole» rinviare il voto. .  
   
 

<<BACK