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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2008
 
   
  CHI SI DIVERTE STUDIA DI PIÙ! INDAGINE DI FONDAZIONE CARIPLO NELLE SCUOLE DELLA LOMBARDIA IL RENDIMENTO NELLO STUDIO DELLE MATERIE SCIENTIFICHE AUMENTA SE I RAGAZZI VENGONO COINVOLTI IN ATTIVITÀ DIDATTICHE CHE SANNO ENTUSIASMARE.

 
   
  Milano, 15 aprile 2008 – “Non vogliamo ragazzi svogliati che passano passivamente le loro giornate davanti alla tv e ai videogiochi. Vogliamo ragazzi brillanti e interessati alla scuola. Le materie scientifiche si prestano molto a far nascere le passioni che oggi forse i ragazzi non sanno più coltivare – è il commento di Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo che questa mattina, a Milano, nel corso della conferenza internazionale “Questa è scienza!” ha presentato i risultati ottenuti fin ora dal Progetto Est- Educare alla Scienza e alla Tecnologia”. “Il progetto ha anche smentito l’immaginario collettivo che indica gli insegnanti come persone demotivate: occorre che la scuola e i ragazzi vengano messi in condizione di lavorare bene” I risultati di Progetto Est ad oggi sono più che confortanti. Accanto al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e al Museo Civico di Storia Naturale di Milano, sono ben 25 i musei in rete, protagonisti del Progetto Est sul territorio. I laboratori sono stati attivati su un’ampia gamma di tematiche: biodiversità ed evoluzione, anatomia, botanica ed ecologia, mineralogia e geologia, metalli e miniere, produzione artigianale/industriale, acqua ed energia, il tessuto. Ad oggi, l’attivazione dei laboratori territoriali, insieme al crescente impegno dei musei milanesi, ha consentito il coinvolgimento di centinaia di scuole, più di 1500 docenti, e di circa 35. 000 tra bambini e ragazzi, evidenziando un successo crescente dell’iniziativa di anno in anno. A distanza di due anni dalla fase di sperimentazione, è stato proposto ai 150 insegnanti partecipanti un questionario per valutare la sostenibilità nel tempo dell’innovazione didattica: la quasi totalità ha riscontrato negli studenti cambiamenti di atteggiamento nei confronti delle materie scientifiche, quali ad esempio: maggiore coinvolgimento durante le ore di lezione, richiesta di approfondimento degli argomenti, stimolo alla curiosità e a porre domande, maggiore impegno nello studio, capacità di osservazione critica della natura anche nei momenti destrutturati, coinvolgimento di studenti con difficoltà di apprendimento con la didattica tradizionale. L’80% dei rispondenti afferma di continuare ad utilizzare il kit didattico fornito dal Museo per applicare in classe il metodo hands-on quasi tre quarti degli insegnanti ha cercato di trasferire quanto appreso nel corso del progetto Est anche ai colleghi e agli studenti dei colleghi che non avevano potuto aderire all’iniziativa o che avevano partecipato ad altri laboratori Una seconda rilevazione, sui quasi 500 docenti dello scorso anno (fase di diffusione), è stata svolta a ridosso della fine delle attività per indagare la percezione degli insegnanti riguardo all’utilità, al gradimento e alle ricadute del metodo hands-on, e sul valore aggiunto dei musei come “mediatori” del metodo, e rivela che: secondo il 70% di chi ha risposto al questionario il rendimento nelle materie scientifiche è aumentato per la maggioranza degli studenti che hanno partecipato a Est. L’82% di coloro che hanno appreso il metodo tramite un museo Est ora lo utilizza per altri argomenti rispetto alle ricadute del metodo hands-on sull’insegnamento, il 94% dei rispondenti è pienamente convinto che “Il metodo rende l’insegnamento più stimolante per l’insegnante”, il 96% afferma che “Il tempo aggiuntivo necessario alla preparazione delle lezioni con il metodo hands-on è pienamente giustificato dai risultati e dalla soddisfazione che si ha nell’utilizzarlo” rispetto ai cambiamenti intervenuti sugli studenti, il 96% concorda pienamente con l’affermazione: “Agli studenti piace usare e manipolare materiali diversi dai libri. Catturano la loro attenzione. Con questo metodo provano a risolvere problemi e propongono soluzioni, fanno più domande e hanno delle vere discussioni”; come anche con: “Il metodo hands-on richiede di interpretare i fenomeni osservati. Ciò stimola gli studenti a pensare e a sviluppare senso critico più che a memorizzare risposte corrette” Sono i primi esiti rilevabili, l’impatto effettivo si vedrà solo tra almeno 10 anni, quando i primi studenti passati da queste sperimentazioni saranno chiamati ad effettuare le proprie scelte di studi universitari, o a svolgere il proprio ruolo entro la società. Le discipline scientifiche non attraggono i giovani. I nostri adolescenti sono indietro rispetto ai coetanei di altri Paesi. Progetto Est – Educare alla Scienza e alla Tecnologia si è confrontato nel corso della Conferenza Internazionale di oggi con iniziative di altri Paesi in cui esperienze simili hanno già dato risultati importanti. Tra i relatori, l’etologo Danilo Mainardi e rappresentanti dei più importanti musei europei e americani. A volte, per scatenare una passione, che può anche diventare una professione, basta un’interessante lettura, entrare in un museo, e che scuola e famiglia sappiano trasmettere entusiasmo. Parola di veri scienziati. .  
   
 

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