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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2008
 
   
  COME AVVICINARE I RAGAZZI ALLA SCIENZA? ESPERIENZE DA TUTTO IL MONDO L´11 APRILE A MILANO.

 
   
  Milano, 15 aprile 2008 - Le discipline scientifiche non attraggono i giovani. I nostri adolescenti sono indietro rispetto ai coetanei di altri Paesi. Progetto Est – Educare alla Scienza e alla Tecnologia si confronta con iniziative di altri Paesi in cui esperienze simili hanno già dato risultati importanti: l’11 aprile nel corso di una conferenza internazionale a Milano. Alla quale hano preso parte, tra gli altri, l’etologo Danilo Mainardi e rappresentanti dei più importanti musei europei e americani. A volte, per scatenare una passione, che può anche diventare una professione, basta un’interessante lettura, entrare in un museo, e che scuola e famiglia sappiano trasmettere entusiasmo. Parola di veri scienziati. “Non ho deciso di fare lo scienziato. Avevo deciso di studiare gli animali. Il resto è venuto dopo, per gradi. Avevo mille curiosità e le persone intorno a me hanno saputo soddisfarle”. Parola di Danilo Mainardi, scienziato e professore, col dono di saper divulgare la scienza. Nel 1975, durante una gita tra Parma e Verona, rimase “folgorato” dal collega Konrad Lorenz, convinto dell’importanza delle esperienze infantili: secondo lui, i migliori naturalisti avevano tutti cominciato da piccoli a essere incuriositi dai fenomeni naturali. Lo stesso Mainardi, ammette: “pur essendo nato e vissuto, per i primi anni della mia vita, in una grande città, ho avuto la fortuna di avere genitori che sempre hanno incoraggiato questa mia passione”. Mainardi è stato uno dei relatori alla conferenza internazionale “Questa è Scienza!”, organizzata da Fondazione Cariplo, svoltasi l’’11 aprile a Milano, al Centro Congressi di via Romagnosi: l’obiettivo è stato quello di dimostrare l’importanza di cogliere le passioni dei bambini verso queste materie, fornendo loro spazi adeguati, occasioni indimenticabili per amare le scienze. Alla conferenza sono state presentate le esperienze avviate in altri Paesi del Mondo, dalla Francia all’Inghilterra, dagli Stati Uniti all’Ungheria che hanno puntato sul forte legame tra scuola e musei, per sviluppare una didattica nuova e coltivare scienziati in erba: tra gli ospiti, presenti Honor Gay del Natural History Museum di Londra, George Hein, della Lesley University, Usa, Jean-marie Sani della Villette-cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi e Tamás Vásárhelyi dell’ Hungarian Natural History Museum, Sonnet Takahisa del National September 11 Memorial & Museum at the World Trade Center. Con loro Elisabetta Nigris e Telmo Pievani, dell’Università degli Studi di Milano-bicocca, Luigi Amodio della Fondazione Idis-città della Scienza di Napoli, Fiorenzo Galli e Maria Xanthoudaki del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Ilaria Guaraldi Vinassa de Regny, dell’Associazione Didattica Museale Museo Civico di Storia Naturale di Milano, Marisa Valagussa dell’Ufficio Scolastico Regionale a rappresentare il mondo della scuola insieme a Paola Catalani, docente e supervisore Silsis. Oggi in Italia i ragazzi mostrano poco interesse verso certi tipi di materie. Rispetto ai coetanei di altri paesi, gli adolescenti italiani si piazzano al 36esimo posto, in una speciale classifica stilata dall’Ocse, alla fine dello scorso anno, a proposito delle competenze nelle materie scientifiche. Il dato preoccupa, se si considera che questi ragazzi un giorno dovranno confrontarsi con i coetanei in un mercato del lavoro globalizzato e che dovranno "orientarsi" in un mondo la cui evoluzione viaggia a velocità sempre più sostenuta. Tutti i paesi asiatici (Cina, Hong Kong, Giappone e Corea) sono nei piani alti della classifica. Si piazzano entro i primi dieci posti anche il Canada, la Nuova Zelanda e l´Australia. Una adeguata comprensione di come "funzionino" la scienza e la tecnologia è fondamentale perché un giovane sia preparato alla vita nella società odierna. Per entusiasmarli occorre avvicinarli da piccoli, con modalità nuove e coinvolgenti. E’ l’obiettivo di Progetto Est – Educare alla Scienza e alla Tecnologia promosso da Fondazione Cariplo che si rivolge ai bambini e ai ragazzi delle scuole elementari e medie della Lombardia per avvicinarli alla cultura scientifica. Progetto Est nasce dall’esigenza di far fronte alla generale disaffezione dei giovani nei confronti degli studi scientifici e tecnologici in un’area come quella lombarda che è tra le più avanzate d’Italia. Per questo il progetto si avvale della capacità di comunicazione scientifica della rete museale lombarda e in primo luogo di due grandi musei scientifici italiani: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” e il Museo Civico di Storia Naturale di Milano, che rappresentano dei veri centri di eccellenza nel processo di diffusione del sapere scientifico e tecnologico. Oltre ad essi, i partner del progetto sono la Regione Lombardia, l’Ufficio Scolastico Regionale e i Musei scientifici sul territorio della Lombardia e della Provincia del Verbano-cusio-ossola. Il progetto ha una portata molto vasta, con un bacino potenziale di utenza di 364 mila bambini delle scuole elementari e 225 mila ragazzi delle scuole medie. L’iniziativa, partita quattro anno fa, ha già dimostrato che con un nuovo modello di didattica i ragazzi cambiano atteggiamento nei confronti delle materie scientifiche. I bambini sono ricercatori curiosi e critici per natura, interessati ad esplorare e conoscere la realtà che li circonda. E per questo pronti ad essere coinvolti in processi di conoscenza scientifica. Perché dunque, quando crescono, perdono questa passione e si allontano dallo studio delle discipline scientifiche? In che modo l’insegnamento delle discipline scientifiche a scuola può contribuire a spaventare, allontanare o demotivare i ragazzi nei confronti di queste materie? E in che modo invece una didattica innovativa può promuovere l’interesse e conoscenza significativa in ambito scientifico? Progetto Est costituisce un esempio di innovazione didattica nell’ambito delle discipline scientifiche, di compendio e sinergie delle metodologie hands-on e minds-on, capace di entrare in sintonia con i processi di apprendimento dei ragazzi e di promuovere pensiero creativo. La collaborazione tra scuola e museo può aiutare gli insegnanti ad affrontare alcuni di questi problemi, per altri è più utile progettare con il gruppo dei colleghi, mentre per altri ancora ci si può rivolgere a specialisti disciplinari o didattici. Nel rapporto tra scuola e museo il ruolo della scuola, in particolare del team di docenti, è quello di intervenire in modo attivo e modulato sulle dinamiche di apprendimento, seguire e sostenere i ragazzi su tempi lunghi, curare i diversi aspetti della persona; il museo ha a disposizione le collezioni, i laboratori specifici ed attrezzati, può contare sulle conoscenze, sulla disponibilità e competenza degli operatori esperti. I punti di forza e di debolezza della scuola e del museo devono integrarsi in modo reciproco e complementare. La sinergia tra scuola e museo può dare una spinta propulsiva all’azione educativa. .  
   
 

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