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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Aprile 2008
 
   
  PARI OPPORTUNITÀ, IN AUMENTO LE DONNE DIRIGENTI NELLE AZIENDE LIGURI

 
   
  Genova, 17 aprile 2008 - Le imprese liguri risultano virtuose perché disposte ad investire in termini di formazione e di presenza sulla componente femminile. Lo dice una ricerca condotta dall´ufficio della consigliera di parità della Regione Liguria, Valeria Maione e relativa agli anni dal 2000 al 2005, che verrà presentata giovedì 17 aprile alle 15 presso la sala di rappresentanza della Regione Liguria in via Fieschi, 15 (11´ piano), frutto di quanto previsto dalla legge nazionale 125 del 1991 che prevede, una rilevazione della presenza delle donne nelle imprese regionali con oltre 100 addetti. "Negli anni esaminati dalla ricerca - ha spiegato Valeria Maione, consigliera di parità della Regione Liguria - si è manifestata una tendenza alla crescita della componente femminile anche tra i quadri e tra i dirigenti nelle 190 aziende liguri con oltre 100 dipendenti, anche se in termini assoluti il confronto tra i due sessi risulta ancora fortemente sbilanciato". Scopo della ricerca, che per la prima volta viene effettuata in Liguria, oltre al monitoraggio dell´andamento dell´occupazione, l´individuazione di discriminazioni rivolte alle donne per poterle prevenire. "Dai dati - continua la consigliera di parità - emerge infatti la presenza in Liguria di un tessuto produttivo fatto di imprese di piccole dimensioni, dove trovano collocazione molte donne, alla ricerca di maggiori riconoscimenti del proprio valore, ma è indubbio che le imprese più grandi possono fare da traino per il sistema nel suo complesso, innestando circuiti virtuosi". L´andamento dell´occupazione ligure, in base a fonti Istat, rileva una sostanziale tenuta del sistema produttivo. Il 60% delle imprese ha infatti avuto un saldo positivo di addetti che nella grande distribuzione è riconducibile per l´85% alle donne. "E´ stata proprio la presenza femminile a sostituire - aggiunge Maione - l´esodo di uomini che si è determinato nel periodo in questione a causa, sia dei prepensionamenti, sia della conclusione dei contratti a termine, sia per dimissioni". Una crescita occupazionale che è iniziata da tempo , grazie anche alle riorganizzazioni aziendali e alla maggiore attenzione alle necessità di conciliazione tra lavoro e carichi familiari dei dipendenti. "Rimangono però ancora delle criticità - conclude la consigliera di parità -rispetto ai valori assoluti e alle tipologie di contratto che vedono una prevalenza di donne nel tempo determinato e soprattutto nel part time (85%) e nelle modalità di cessazione del lavoro con concrete divergenze tra i due sessi alle voci pensionamento (10 punti percentuali in più per i maschi), licenziamento individuale (due punti percentuali in più per le femmine) e scadenza contrattuale (8 punti percentuali in più per le donne), segnali che ci restituiscono una debolezza della componente femminile che necessita ancora di attenzione e sostegno da parte delle istituzioni e delle aziende". .  
   
 

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