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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Aprile 2008
 
   
  SECONDO L’APCE, GLI STATI MEMBRI DEL CONSIGLIO D’EUROPA DOVREBBERO GARANTIRE ´´L’ACCESSO AD UN ABORTO SICURO E LEGALE´´

 
   
  Strasburgo, 21 aprile 2008 – Nella giornata del 16 aprile, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce) ha esortato gli stati membri dell’organizzazione a depenalizzare l’aborto, entro ragionevoli limiti di gestazione, e a garantire alle donne ´´il diritto ad un aborto sicuro e legale´´ nel caso in cui non sia ancora stato riconosciuto. L’assemblea – che riunisce i parlamentari nazionali di 47 paesi europei, rappresentando 800 milioni di cittadini – ha adottato la risoluzione con 102 voti a favore e 69 contrari, in seguito ad un dibattito durato quattro ore e all’esame di 72 emendamenti. I parlamentari hanno dichiarato che il ricorso all’aborto dovrebbe essere evitato, per quanto possibile, e che ´´in nessun caso tale pratica può essere considerata come un metodo di pianificazione familiare´´. Tuttavia, l’assoluto divieto non ridurrebbe il numero degli aborti ma causerebbe, al contrario, aborti clandestini traumatici nonchè un ´´turismo´´ dell’aborto. L’assemblea ha sottolineato che, in quasi tutti i paesi membri del Consiglio d’Europa, la legge consente l’aborto nei casi in cui serva a salvare la madre del bambino. Secondo l’autrice del rapporto Gisela Wurm (Austria, Soc), l’aborto è autorizzato anche per ragioni diverse, o entro un certo termine massimo, nella maggior parte dei paesi europei ad eccezione di Andorra, Irlanda, Malta, Monaco e Polonia. Nella risoluzione, i parlamentari hanno affermato la necessità di garantire alle donne che vogliano abortire le cure mediche e psicologiche del caso nonché un’adeguata copertura finanziaria. Inoltre, è necessario porre fine a quelle limitazioni che impediscono l’accesso ad un aborto privo di rischi. I parlamentari hanno inoltre invitato i governi ad instituire, nelle scuole, dei programmi di “educazione sessuale e di educazione alle relazioni obbligatori e adeguati secondo l’età e il sesso degli studenti”, così da evitare le gravidanze indesiderate e, di conseguenza, gli aborti. .  
   
 

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