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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Aprile 2008
 
   
  IL 2008 SI APRE IN ROSSO PER LE BEVANDE FUORI CASA CONSUMI IN CALO E PREZZI IN CRESCITA IN TUTTO IL SETTORE DAL BAR AI LOCALI NOTTURNI PREVISIONI NEGATIVE ANCHE PER L´ESTATE SECONDO I DATI RACCOLTI DA CDA (CONSORZIO DISTRIBUTORI ALIMENTARI)

 
   
   Milano – La stagione estiva, appuntamento più significativo per il settore delle bevande, è ancora lontana, ma per Cda (Consorzio Distributori Alimentari) - il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, che da solo rappresenta oltre l’11% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari – è già tempo di tracciare un primo bilancio dell´anno appena iniziato. L´analisi sui consumi del primo bimestre, condotta dal Consorzio su un campione di oltre 12. 000 pubblici esercizi, traccia un quadro tutt’altro che soddisfacente: il 2008 si appresta ad essere un anno nero per settore delle bevande, soprattutto per quanto riguarda il comparto dei consumi “fuori casa”, ovvero bar, ristoranti e locali notturni. I primi due mesi del 2008 confermano infatti il trend negativo di fine 2007, con consumi in netto calo in tutto il canale Horeca (acronimo di hotel, restaurant e caffetterie). La media nazionale del fuori casa registra un significativo -1,21% a livello nazionale, con picchi che sfiorano il -2% per il canale bar, e il -1,61% per i locali notturni. Leggermente migliore la situazione della ristorazione, dove i consumi di bevande perdono “solo” uno 0,42% rispetto allo scorso anno. A farne le spese sono soprattutto i ready to drink – ormai da tempo in calo vertiginoso - (-21,83%), ma anche gli aperitivi monodose, i succhi di frutta e gli sciroppi (base per i cocktail), che segnano rispettivamente -8,28%, -8,18% e -13,92% (media nazionale). Male anche i superalcolici, che in media fanno registrare un calo di oltre il 7%, e le birre (-6,31%). Particolarmente significativo anche il dato di consumo relativo al vino, fiore all´occhiello dell´economia italiana: in media il trend dei consumi segna infatti un -3,95% per i vini classici e un -3,89% per i vini cosiddetti “speciali”. A livello di canale, i cali più consistenti si registrano nel comparto dei locali serali (pub e discoteche), dove le restrizioni al consumo di alcol sembrano aver dato i loro frutti: -18,39% per i ready to drink, -18,12% per il vino, -6,89% per i superalcolici. Resistono invece i consumi di acqua (+3,11%) e bibite piatte (+5,61%, al contrario delle gasate, -2,09%), mentre non si arresta la crescita degli energy drink, che sfiorano il +15%. “Questi dati sono certamente preoccupanti, poiché emerge un calo generalizzato dei consumo in tutti i comparti – commenta Lucio Roncoroni, direttore di Cda – e non ci aspettiamo grandi miglioramenti durante l´estate (periodo cruciale per le vendite di bevande), salvo sperare in una stagione particolarmente calda”. “L´economia arranca, e i consumatori italiani stanno sempre più attenti a spendere in maniera oculata, privilegiando la qualità rispetto alla quantità – continua Roncoroni – non a caso dalla nostra indagine emerge chiaramente come i cali più significativi siano da registrare negli esercizi di categoria medio bassa. I locali di alto livello invece mantengono invece una certa continuità di risultati”. “Purtroppo il rischio in situazioni come questa è che gli esercenti siano spinti alla ricerca di prodotti a prezzi sempre più bassi, per mantenere la propria marginalità e si moltiplichino scandali come quello del vino contraffatto che ha fatto tanto scalpore in queste ultime settimane”. .  
   
 

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