Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Aprile 2008
 
   
  ELEZIONI POLITICHE 2008: IN UMBRIA CRESCONO MOBILITA’ ELETTORALE ED ASTENSIONISMO

 
   
  Perugia, 23 aprile 2008 - Aumento della mobilità elettorale all’interno e tra i due schieramenti di centro destra e centro sinistra, spostamento “a cascata” verso destra dell’elettorato, crescita del partito delle astensioni: così il voto in Umbria nelle recenti elezioni politiche secondo la stima dei flussi elettorali elaborata dal Dipartimento di economia dell’Università degli studi di Perugia e dall’Agenzia Umbria ricerche. L’analisi, condotta su 454 sezioni elettorali dei comuni di Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello, Spoleto ed Orvieto, è stata illustrata stamani dal Direttore del Dipartimento di economia Bruno Bracalente, presenti il presidente ed il direttore dell’Agenzia Umbria Ricerche (Aur), Claudio Carnieri ed Anna Ascani. Confrontando il voto per la Camera 2008 con quello del 2006 – ha detto Bracalente - emerge che un quarto degli umbri ha votato una lista diversa da quella delle precedenti elezioni e che il 30% degli elettori (circa 40 mila voti) ha cambiato schieramento. Circa 25 mila voti sono passati dallo schieramento di centro sinistra al centro destra, 11mila in direzione opposta. I flussi prevalenti indicano inoltre un “travaso” di voti dalla sinistra radicale al centro sinistra riformista (ma in parte anche al centro destra), dal Partito Democratico (Pd) - Italia dei valori (Idv) al Popolo delle Libertà (Pdl) (seppure in misura contenuta), dall’Unione di Centro (Udc) al Pdl; da Alleanza Nazionale (An) verso la Destra. Il “partito del non voto” (vale a dire la somma degli astenuti, delle schede bianche e nulle) è cresciuto di 21 mila unità e ha riguardato soprattutto le liste diverse da quelle delle principali formazioni (Pd-idv, Pdl), in particolare il 16 per cento dell’elettorato della sinistra radicale. La Sinistra l’arcobaleno ha perso complessivamente 54 mila voti sui 74 mila del 2006, di cui 12 mila per il “non voto”, 34 mila confluiti nella coalizione Pd-idv e 4 mila transitati verso il centro destra. Il passaggio dal non voto al voto ha invece favorito soprattutto la coalizione di centro destra. Solo i due principali raggruppamenti, Pd-italia dei Valori e Pdl con la Lega, hanno potuto contare sulla fedeltà dei rispettivi elettorati. Sul Pd–idv sono inoltre confluiti accanto ai voti della sinistra radicale: il 42% dei consensi delle altre liste di centro sinistra (Rosa nel Pugno, Udeur e Partito dei Pensionati) per circa 11 mila voti, ma anche il 14% dei voti presi nel 2006 dall’Udc (oltre 5 mila), il 3. 4% dei voti di An (3 mila) ed il 2% da Fi (2%, 2mila voti). Secondo la stima dei flussi poco meno di 15 mila voti sono stati ceduti al centro destra (quasi 12 al Pdl, 2000 all’Udc), con un saldo per il Pd-idv positivo nei confronti dell’Udc (per circa 3 mila), ma negativo nei confronti del Pdl (circa 7 mila voti). Il Pdl-lega, oltre ai voti dall’Ulivo e dalla sinistra radicale, acquisisce anche quelli provenienti dall’Udc (oltre il 22% di quell’elettorato del 2006, pari a circa 8500 voti), dal centro destra (28%; 3 mila 500 voti) e da altri schieramenti del centro sinistra (5. 5%; mille 400 voti). In uscita, i flussi più consistenti riguardano l’elettorato di An, soprattutto verso altri del centro destra (la Destra e altre liste minori): dei quasi 90 mila voti di An nel 2006, circa 10 mila (11. 3%) vanno verso queste formazioni. Come già rilevato, altri voti in uscita da An si dirigono anche verso il Pd e flussi minori verso l’Udc (e perfino, sembrerebbe da queste stime, verso la sinistra arcobaleno). Nel complesso, per il Pdl il saldo dei flussi è positivo nei confronti del Pd (7 mila voti), anche nei confronti delle altre liste di centro sinistra (2 mila voti) e dell’Udc (6 mila voti). E’ invece negativo nei confronti della Destra (e altre liste minori di centro destra) per circa 8000 voti. L’udc è stata interessata da flussi soprattutto in uscita verso il Pdl (8 mila 500 voti), ma anche verso il Pd (5 mila 500 voti). Ha inoltre pagato un prezzo piuttosto alto al non voto (oltre 4 mila voti). I flussi in entrata sono stati modesti e provenienti da tutte le direzioni: circa 5 mila dai tre raggruppamenti di centro sinistra, in particolare dal Pd (2 mila), mille 500 dalle liste di centro destra. Il saldo complessivo è stato ampiamente negativo, tale da far perdere all’Udc un terzo dei propri voti del 2006. Le altre liste di centro sinistra nel 2006 comprendono la Rosa nel pugno, l’Udeur e il Partito dei pensionati, mentre nel 2008 comprendono ancora il Partito Socialista e l’Unione Democratica dei consumatori e liste minori della sinistra comunista. La diversa composizione contribuisce a spiegare la bassa percentuale di voti del 2006 riconfermati nel 2008 (meno del 30%). Il principale flusso in uscita è stato verso il Pd-idv (quasi 11 mila voti). Più di 4 mila sono andati verso il centro destra, distribuiti tra tutte le liste, e altri 3 mila verso il non voto. La diversa composizione delle altre liste di centro destra nei due anni messi a confronto spiega – secondo lo studio - la bassa percentuale di voti del 2006 riconfermati nel 2008 (circa il 38%). L’insieme delle altre liste di centro destra registra un aumento di circa 14 mila voti circa, dovuto in gran parte alla capacità di attrarre consensi provenienti da An (10 mila). Flussi non trascurabili provengono da tutte le altre liste, comprese quelle di centro sinistra e quasi 4 mila voti dalla Sinistra Arcobaleno. L’analisi dei flussi tra Senato e Camera 2008, con l’obiettivo di cogliere l’incidenza del cosiddetto voto disgiunto, mette in rilievo, per le due coalizioni maggiori e le altre liste di centro sinistra, elevatissimi livelli di fedeltà tra Senato e Camera. Percentuali un po’ minori si rilevano invece per l’Udc (86%) e ancora minori per la sinistra arcobaleno (82%) e per le altre liste di centro destra (85%), che sono quindi quelle risultate più colpite dal voto disgiunto, nel senso che alla Camera non hanno confermato una quota significativa dei voti ottenuti al Senato. In particolare, la sinistra arcobaleno alla Camera avrebbe ceduto al Pd circa 3000 dei voti ottenuti al Senato, acquisendone in cambio poco più di 2000. Flussi incrociati di maggiore intensità relativa (ma di analoga intensità assoluta) si sarebbero inoltre verificati tra Udc e altre liste di centro destra (sempre in entrambe le direzioni) e dal Pdl alle altre liste di centro destra (circa 4000 voti). Per quanto riguarda invece il voto dei 51 mila giovani tra 18 e 25 anni, che potevano votare soltanto per la Camera dei deputati, l’analisi dei flussi ha messo in evidenza: una minore propensione all’astensione (14%, contro il 18% circa del complesso degli elettori); un maggiore orientamento verso il Pd-idv e più in generale una maggiore concentrazione sulle due coalizioni maggiori. Infatti, il 41% dei giovani avrebbe votato Pd-idv (che corrisponde al 48% dei voti espressi), mentre il 34% (che corrisponde al 41% dei voti espressi) avrebbe votato Pdl-lega; nell’ambito delle altre liste, un maggiore orientamento verso quelle di destra (il 7%, che corrisponde a quasi l’8% dei voti espressi), piuttosto che di sinistra (nel complesso, il 2. 9%) o di centro (1. 1%). La presentazione della stima dei flussi elettorali in Umbria, elaborata con il Dipartimento di economia dell’Università degli Studi di Perugia – hanno ricordato il presidente Carnieri e il direttore dell’Aur Ascani – rappresenta un appuntamento fisso di ogni tornata elettorale. Agenzia ed Università intendono così consegnare a quanti sono interessati elementi concreti di valutazione sulla dinamica territoriale del voto nella nostra regione. I flussi 2008 verranno pubblicati, come già accaduto per le passate elezioni politiche ed amministrative, nel numero della rivista Aur&s del prossimo settembre. Relativamente a quanto accadrà nelle prossime elezioni amministrative in Umbria, Bracalente ha ipotizzato un sensibile incremento dell’attuale distacco tra i due principali schieramenti. “Nelle amministrative – ha detto Bracalente – peserà soprattutto l’astensionismo differenziale che andrà a penalizzare il centro destra”. .  
   
 

<<BACK