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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Aprile 2008
 
   
  CONTROLLO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI, SORVEGLIANZA DELLE MALATTIE, E INFORMAZIONE AI CITTADINI: QUESTE LE PRINCIPALI RACCOMANDAZIONI DEL WORKSHOP RIFIUTI E SALUTE IN CAMPANIA.

 
   
  Napoli, 29 aprile 2008 - La giornata di lavoro su rifiuti e salute del 24 aprile a Napoli, si è conclusa con una serie di indicazioni volte a tutelare la salute della popolazione campana dai possibili rischi ambientali riconducibili alla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione. Il workshop interistituzionale, ospitato dall’università Federico Ii ed organizzato dal Commissariato per l’Emergenza Rifiuti in Campania e dal Ministero della Salute, si prefigge di fare il punto sullo stato delle evidenze scientifiche su rifiuti e salute, presentate da istituzioni nazionali, quali Istituto Superiore della Sanità-iss e Consiglio Nazionale di Ricerca-cnr, dalla Regione Campania e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Ufficio Europeo -Oms Europa. L’obiettivo è di trarre indicazioni operative dall’esperienza maturata nel corso degli anni di gestione dell’emergenza, in base alle seguenti aree di intervento prioritarie: potenziare il controllo e migliorare la gestione delle discariche e dei siti di stoccaggio temporaneo; rafforzare il ruolo dei sistemi sanitari nella gestione dei rifiuti attraverso una maggiore collaborazione con il settore ambientale; una formazione adeguata degli operatori sanitari; una migliore sorveglianza delle malattie sia acute che croniche; ed un valido esempio nell’effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti nelle proprie strutture; fornire un’informazione semplice, trasparente e regolare alla cittadinanza sulla risposta all’emergenza, i dati sulle malattie, la gestione dei rifiuti, i rischi per la salute e le azioni efficaci da parte di ognuno per migliorare il ciclo della raccolta. Ma perché un workshop su rifiuti e salute in Campania? L’attuale situazione dei rifiuti nella regione è un’emergenza atipica: nel corso degli ultimi quindici anni l’abbandono incontrollato di rifiuti, l’ingerenza malavitosa nella gestione, incluso lo sversamento illegale di rifiuti tossici, e il perdurare della situazione hanno destato preoccupazioni intense sulle implicazioni di salute. Questo scenario si è recentemente acuito a seguito della concorrenza di eventi quali la saturazione delle poche discariche e impianti di raccolta dei rifiuti domestici esistenti, e l’incremento della produzione attribuibile al periodo festivo di fine anno. Alla fine del 2007, la Campania si è ritrovata con le strade piene di rifiuti domestici: circa 250 mila tonnellate abbandonate per terra, con una produzione regionale stimata in 7. 200 tonnellate al giorno. Ciò ha reso necessario un confronto tra esperti, decisori, ed operatori per approfondire le evidenze disponibili e giungere a conclusioni operative. Il workshop campano si inquadra all’interno di un insieme di studi nazionali ed internazionali condotti per anni sul legame tra rifiuti e salute allo scopo di consentire ai decisori e ai cittadini di compiere scelte informate. Come accade in molti casi in tema di rischi ambientali per la salute, domande del tipo: quali sono gli effetti sulla salute legati ai rifiuti e al loro trattamento? esistono conoscenze affidabili in materia? che implicazioni hanno queste conoscenze sulle politiche di gestione dei rifiuti? non possono ricevere risposte univoche. La gestione dei rifiuti è diventata infatti materia sempre più complessa, in quanto implica la produzione di numerose sostanze che possono essere nocive per la salute. Gli agenti ambientali possono agire in parallelo ad altri “determinanti di salute”, che vanno dalla predisposizione individuale agli stili di vita, dall’ambiente sociale a quello lavorativo, o interagire con essi, provocando effetti multipli la cui complessità non è ancora chiarita. Una recente consultazione internazionale coordinata dall’Oms Europa sugli effetti sanitari delle esposizioni connesse a discariche ed inceneritori ha stabilito che le evidenze disponibili forniscono indicazioni non conclusive ma che non possono essere ignorate. Le indicazioni riguardano l’associazione tra residenza nelle vicinanze di una discarica ed un inceneritore ed effetti avversi sulla salute. Nel caso degli impianti di incenerimento di nuova generazione le tecnologie impiegate, se ben gestite, producono emissioni di sostanze nocive marcatamente inferiori a quelli di vecchio tipo. A questo rapporto hanno fatto seguito i risultati dello studio sull’impatto sanitario dei rifiuti nei comuni delle province di Napoli e Caserta per conto del Dipartimento della Protezione Civile: le associazioni osservate suggeriscono che una combinazione di “determinanti di salute”, tra cui condizioni socio-economiche, stili di vita ed esposizione ambientale, spieghi gli eccessi di mortalità tumorale osservati. Nonostante le evidenze disponibili non siano conclusive, esse indicano che, in presenza di un sistema efficiente di gestione dei rifiuti, l’impatto negativo sulla salute, se presente, è verosimilmente contenuto, specialmente se sono impiegate tecnologie di ultima generazione. Questo non esclude particolari situazioni di esposizioni a rifiuti tossici non correttamente o legalmente smaltiti, che possono colpire limitati gruppi di persone e che devono essere identificate e risolte nella loro specificità. “A prescindere dalla solidità dell’evidenza, i cittadini non devono vivere in contatto con rifiuti abbandonati. Su questo né si discute, né si negozia”, conclude Donato Greco, Direttore Prevenzione e Comunicazione del Ministero della Salute. “E’ importante recuperare quella responsabilità individuale e collettiva, che è requisito indispensabile per l’identificazione di soluzioni efficaci ai problemi ambientali e di salute della popolazione campana”. La ricetta viene dall’Europa ed è indicata come “la gerarchia della gestione dei rifiuti”. In ordine di priorità comprende la riduzione della produzione di rifiuti, la differenziazione e il conseguente riuso, il riciclo, l’incenerimento con riutilizzo di energia e corretto smaltimento dei rifiuti residui. Il tutto condito dalla partecipazione attiva della cittadinanza tutta. .  
   
 

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