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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Aprile 2008
 
   
  RIFORMARE L´OMC E CHIUDERE I NEGOZIATI

 
   
  Strasburgo, 29 aprile 2008 - Il commercio favorisce la riduzione della povertà. E´ quanto sostiene il Parlamento chiedendo la rapida chiusura dei negoziati e una riforma sostanziale dell´Omc. Anche per avere più coerenza con le altre organizzazioni internazionali e includere i temi ambientali e sociali. Occorre poi differenziare gli impegni dei Pvs in base al livello di sviluppo, migliorare il sistema di composizione delle controversie, prevedendo anche sanzioni per le violazioni delle norme Omc, rendere più democratico il processo decisionale e sviluppare la dimensione parlamentare. Approvando con 495 voti favorevoli, 15 contrari e 53 astensioni la relazione di Cristiana Muscardini (Uen, It), il Parlamento sottolinea che l´Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) svolge un «ruolo essenziale» nel governo economico internazionale e ribadisce l´importanza del commercio «come meccanismo efficace a favore dello sviluppo e della riduzione della povertà». Rileva poi l´importanza del multilateralismo in qualità di strumento inteso a promuovere un commercio libero ed equo e a conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. I vari negoziati commerciali bilaterali e regionali recentemente avviati dall´Ue devono pertanto essere complementari e non possono costituire un´alternativa alla conclusione del ciclo di Doha per lo sviluppo. I deputati ribadiscono quindi l´appello a tutte le parti interessate affinché dimostrino flessibilità per sbloccare i negoziati e trovare un accordo completo e equilibrato che, al contempo, sia favorevole al rilancio del commercio internazionale e della crescita mondiale, nonché allo sviluppo dei paesi meno sviluppati del pianeta. D´altro canto, ritengono necessario riprendere la riflessione sul processo decisionale, sul mandato, sul funzionamento e sul futuro dell´Omc in vista di una sua riforma sostanziale. Chiedono quindi alla Commissione di presentare non appena possibile a Ginevra «un´iniziativa forte» in vista del rilancio del dibattito. In tale ambito, invitano a riflettere sui limiti dell´approccio dei negoziati commerciali per "cicli" di lunga durata che coinvolgono tutti i membri dell´Omc nella discussione di un´ampia gamma di temi sulla base di un "impegno unico". Pur riconoscendone i meriti storici, i deputati ritengono infatti che nei settori in cui sono stati compiuti sufficienti progressi si potrebbe far ricorso «ad altre formule più flessibili ed efficaci». Invitano inoltre a ridefinire il ruolo e il formato della Conferenza ministeriale, notando già la tendenza dei membri dell´Omc a privilegiare metodi più informali di coordinamento e decisione a tale livello. Il Parlamento ricorda peraltro che l´Omc non fa parte della famiglia delle organizzazioni delle Nazioni Unite. Per rendere il sistema commerciale coerente con l´azione condotta dalle altre organizzazioni internazionali propone quindi di rafforzare il coordinamento delle attività dell´Omc con quelle dell´Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), del Fondo delle Nazioni Unite per l´alimentazione (Fao), del Programma delle Nazioni Unite per l´ambiente (Unep), del programma delle Nazioni Unite sullo sviluppo (Pnud), dell´Organizzazione mondiale per la Salute (Oms), della Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad) e del Protocollo di Kyoto sulle energie rinnovabili. Ciò peraltro garantirebbe anche una maggiore coerenza nel processo decisionale di tali organizzazioni. I deputati chiedono inoltre di esaminare in modo approfondito il problema di affrontare meglio le preoccupazioni extracommerciali (non trade concerns) nell´ambito delle norme dell´Omc, «allo scopo di permettere ai suoi membri di perseguire obiettivi politici legittimi, pur salvaguardando l´accesso al mercato». Ritengono poi che il requisito più difficile per la coerenza tra il sistema Onu e l´Omc sia la necessità che quest´ultima adotti norme commerciali che rispettino pienamente i diritti dell´uomo e le norme sociali e ambientali. Dicendosi favorevoli a istituire un Comitato "commercio e lavoro decoroso", sostengono un´impostazione basata sugli incentivi per l´osservanza delle norme ambientali e sociali da parte dei membri dell´Omc, ma chiedono anche di affrontare il dumping sociale e ambientale. I deputati si dicono poi convinti che l´assenza di una sufficiente differenziazione tra i paesi in via di sviluppo (Pvs) possa costituire un ostacolo all´adozione di misure efficaci a favore di tali paesi e possa addirittura nuocere quelli che ne hanno più bisogno. Sollecitano quindi i più avanzati ad assumersi la loro parte di responsabilità e ad assicurare che il loro contributo sia proporzionato al loro livello di sviluppo e alla loro competitività (settoriale). Ritengono, inoltre, che la rifusione del trattamento speciale e differenziato rivesta «un´importanza cruciale» per l´Omc sotto il profilo dello sviluppo e, in tale ambito, raccomandano il ricorso a criteri di differenziazione efficaci che tengano conto non solo della crescita del Pil, ma anche di indicatori quali l´indice di vulnerabilità economica e l´indice di commercio e sviluppo. Nel deplorare l´assenza prolungata di risultati dei negoziati destinati a chiarirne talune regole e a migliorare l´applicazione del memorandum sulla composizione delle controversie, il Parlamento sostiene la proposta Ue per un aumento dell´autonomia degli organismi che operano in questo campo. Chiede peraltro che le riunioni di organi si svolgano pubblicamente - così come avviene per le udienze di una corte - e che i documenti, in particolare le memorie delle parti o degli esperti, siano messi a disposizione del pubblico, salvo rare eccezioni giustificate. Sarebbero inoltre necessari taluni aggiustamenti, in particolare a livello di attuazione delle raccomandazioni o delle decisioni dell´organo per la composizione delle controversie. In proposito, propone di introdurre la possibilità di infliggere sanzioni nei confronti dei paesi che si rifiutano di conformare le proprie legislazioni o misure ai rispettivi obblighi. Nel chiedere l´introduzione in seno all´Omc di un sistema decisionale più democratico che prenda in considerazione le opinioni di tutti i membri, la relazione non reputa però realistico né tanto meno auspicabile rimettere in questione il principio del consenso nel processo decisionale dell´Omc. Questo, infatti, contrariamente alla votazione a maggioranza (o ponderata), garantisce «la parità di tutti i membri». D´altro canto, nota che varie soluzioni potrebbero essere studiate per facilitare, caso per caso, l´emergere di tale consenso. Allo stesso tempo ritiene fondamentale rafforzare la partecipazione attiva dei paesi in via di sviluppo facendo in modo che si sentano pienamente rappresentati nel processo negoziale e siano in grado di identificare, esprimere e difendere i propri interessi commerciali. La relazione, infine, ribadisce l´importanza della dimensione parlamentare dell´Omc ai fini di un rafforzamento della legittimità democratica e della trasparenza dei negoziati e sottolinea la necessità di creare un´assemblea parlamentare dell´Omc dotata di poteri consultivi. .  
   
 

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